Il Governo ha sbloccato i finanziamenti erogati da Simest (Società Italiana per le Imprese Miste all’Estero del Gruppo Cassa depositi e prestiti), per un totale di 300 milioni di euro di prestiti a supporto dell’internazionalizzazione oltre a 63 milioni a fondo perduto, a favore del mondo fieristico che secondo i dati diffusi di Aefi (Associazione degli enti fieristici italiani) ha perso nel 2020 l’80% dei ricavi, con un fatturato crollato da circa 1 miliardo a 200 milioni di euro.
Tra i primi a chiudere l’accordo c’è Fiera Milano, principale player italiano con 279,7 milioni di ricavi nel 2019, che da Simest otterrà un finanziamento di 7 milioni di euro. La società, quotata in Borsa, ha annunciato anche la stipula di un contratto con un pool di banche (Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Unicredit), per un prestito di 55 milioni di euro assistito da garanzia Sace, nell’ambito del programma Garanzia Italia. In totale, 62 milioni di euro che saranno fondamentali per l’attuazione del Piano Strategico 2020-2025 che il gruppo ha presentato oggi con una conferenza stampa online, e che punta a espandere il fatturato del gruppo portandolo a 290-310 milioni di euro e a raggiungere un Ebitda compreso in un range fra 110 e 120 milioni, superiori ai livelli del 2019, nonostante una contrazione degli spazi espositivi (-12%) rispetto al 2019. Secondo il nuovo piano strategico 2021-2025, spiega Marco Pacini, Chief Financial Officer & Operating Officer di Fiera Milano, “una significativa generazione di cassa porterà a una disponibilità finanziaria netta, stimata fra 75 e 85 milioni a fine piano, consentendo di valutare opportunità di operazioni di M&A e remunerazione degli azionisti”.
Il Piano, denominato CONN.E.C.T. 2025 (Connections, Exhibitions, Community, Transformation), dichiara Luca Palermo, CEO & General Manager di Fiera Milano, ha lo scopo di portare la Società da una fase ancora condizionata dall’evoluzione della pandemia ad una di “nuova normalità”, confermando e rafforzando il ruolo di Fiera Milano quale partner strategico a fianco delle imprese nei loro processi di innovazione, crescita ed internazionalizzazione. Rinnovato modello di business basato su un’avanzata piattaforma di servizi integrati in grado di offrire una innovativa customer experience ‘phygital’.

“Fiera Milano diventerà l’hub europeo di riferimento per l’internazionalizzazione delle imprese italiane – prosegue Palermo – Per farlo realizzeremo una piattaforma ibrida che offrirà sia servizi fisici che digitali, faremo evolvere quindi il nostro modello di business“. Fiera Milano si impegnerà, dunque, a passare da un modello di business che si basava principalmente sugli eventi fisici ad un modello ibrido, nel quale i servizi fisici saranno affiancati e arricchiti da innovativi servizi digitali che miglioreranno la customer experience e per farlo aprirà la piattaforma a terze parti al fine di integrarla con servizi specializzati.
Quattro i pilastri sui quali si costruirà il nuovo approccio: Migliorare i servizi, Rafforzare il portafoglio di manifestazioni individuando nuovi macrotemi come life-science, green tech ed e-business, Consolidare la propria leadership nel business congressuale e Investire nel distretto fieristico di Rho.
“Il piano si svilupperà in due Fasi – afferma il CEO – La prima punterà sulle risorse umane, sull’approccio commerciale end-to-end, su innovazione, tecnologia e digitalizzazione e infine sugli investimenti grazie al supporto di Fondazione Fiera Milano, nostro azionista di maggioranza. Dopo aver acquisito queste nuove competenze si passerà alla seconda fase che vedrà il cliente al centro“. Nel periodo sono programmati investimenti per 115-125 milioni di euro, di cui 90-100 milioni preventivati dalla Fondazione Fiera Milano volti a migliorare l’attrattività e la sicurezza dei quartieri fieristico e congressuale.
La sostenibilità diventerà parte integrante del nuovo piano industriale, con 14 macro-obiettivi che il gruppo si è prefissato. Tra di essi, illustra Pietro Gasparri, Head of Investor Relations & Sustainability, “la riduzione di emissioni di Co2 ricorrendo maggiormente a energia da fonti rinnovabili, rendere la catena di produzione più sostenibile, rafforzare la cultura aziendale in tema di sostenibilità e di innovazione tecnologica e digitale“.
Oltre ai finanziamenti Simest, il governo ha deliberato diverse misure a sostegno delle fiere, per un totale di 408 milioni a fondo perduto, di cui oggi risultano però erogati o in fase di liquidazione solo 7,5 milioni di euro (previsti dal fondo Mibact), a cui si aggiungono 9 milioni tramite Simest: in tutto il 4% del totale annunciato a fondo perduto.
