La filiera del legno-arredo italiana chiude i battenti del 2022 con un fatturato alla produzione di 56,5 miliardi di euro e un incremento del 12,6% rispetto al 2021. Un settore che conta 68mila imprese, pari al 14,9% del totale manifatturiero e 298mila addetti, pari all’8% del totale. A evidenziarlo i consuntivi elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo che confermano l’incremento del valore dell’untero comparto che è passato dai 43,2 miliardi del 2019, ai 50,2 miliardi del 2021 agli attuali 56,5 con una partenza estremamente brillante nel primo trimestre che è andata man mano riducendosi a fine anno, sia sul mercato interno sia sui mercati esteri. Sono state di 35,6 miliardi le vendite in Italia (+12,2%) e 21 miliardi le esportazioni (+13,3%), che rappresentano il 37% delle vendite totali. Il dato è trainato soprattutto dagli Stati Uniti, (+25,7%) seconda destinazione davanti alla Germania (+9,7%) e dopo la Francia (+9,5%), che si conferma primo mercato di sbocco. Fuori dalla top ten dei primi paesi per l’export la Russia, che ha fatto registrato nel 2022 una flessione del 27,3% a 334 milioni. Nel 2013 la Russia era la quarta destinazione delle nostre esportazioni con circa 1 miliardo di euro, dimezzate già nel 2017, e man mano il fenomeno si è confermato. Di contro le esportazioni verso gli Stati Uniti, che sempre nel 2013 erano la quinta destinazione, sono cresciute di 488 milioni rispetto all’anno precedente (+25,7% sul 2021), fino ad arrivare agli attuali 2,3 miliardi di euro.
La Francia è la prima destinazione delle esportazioni italiane della filiera con circa 3,3 miliardi di euro nel 2022 e una crescita del 9,5%. La Germania è il terzo mercato e cresce del 9,7% rispetto al 2021 arrivando a 2,3 miliardi di euro. La Cina si conferma la settima destinazione. Nel mercato interno, che nel 2022 tocca quota 35,6 miliardi di euro la crescita ha raggiunto il +12,2%, grazie in particolare al contributo positivo del Macrosistema Legno. Il comparto dell’arredamento nel 2022 ha sfiorato i 29 miliardi di euro, con una variazione del +11% sul 2021. A determinare l’andamento complessivo contribuiscono sia le vendite sul mercato interno (13,6 miliardi di euro +9,2%) sia soprattutto l’export (+12,6%) che vale 15,3 miliardi di euro e rappresenta il 53% del fatturato totale. Nel mondo della illuminazione, dopo la pesante flessione del 2020, determinata in particolare dalla forte dipendenza del settore dai mercati esteri, il sistemanel 2021 era tornato ai livelli pre-pandemici per poi tornare a crescere nel 2022 registrando un aumento di fatturato del +7,2% pari a circa 2,5 miliardi di euro.
“Nel complesso – evidenzia il Presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin – guardiamo al 2023, supportati dall’indagine condotta dal nostro Centro studi su un campione rappresentativo di aziende, come all’anno dell’assestamento in cui dovremo dimenticarci gli incrementi a doppia cifra del biennio precedente e potrebbe essere realistico pensare a una chiusura d’anno per l’arredo a +5%, trainato soprattutto dall’export. Il mercato interno potrebbe risentire della politica di stop and go sui bonus edilizi, anche se non parlerei di vera e propria frenata dell’edilizia e del suo indotto che avremo invece a partire dal 2024. A fine anno per il legno si potrebbe registrare addirittura una flessione del 3,2%, dato da leggersi come indicatore della progressiva riduzione del costo dell’energia e della materia prima legnosa e di altre materie, come le colle a base ureica, indispensabili per realizzare ad esempio i pannelli. Un segno negativo che per il mondo legno così negativo non è, dato che significa tornare a una situazione in cui non sono gli esorbitanti costi di produzione a determinare i fatturati”.
“Possiamo spingerci a dire – conclude – che il 2023 potrebbe essere l’anno della normalizzazione del mercato, con la conseguente ripartenza degli investimenti in transizione ecologica e digitale, in formazione delle risorse umane e internazionalizzazione, i veri driver di sviluppo dell’intero settore”.