L’involucro rivestito con superfici vetrate non sparirà, ma è sempre necessario valutare le peculiarità del singolo contesto e considerare le nuove opzioni: come grafite, intonaci all’avanguardia e pareti ventilate in ceramica.
Fra i concetti di svolta emersi negli ultimi tempi in ambito architettonico c’è quello di ‘involucro edilizio’: il significato di questo termine racchiude al suo interno valenze derivati da considerazioni estetiche e tecnologiche, ed è rappresentativo di una chiara evoluzione progettuale che va di pari passo con lo sviluppo di un diverso approccio al costruito, portatore delle diverse esigenze della contemporaneità. Del resto, l’innovazione ingegneristica vede aziende e progettisti interfacciarsi con infinite personalizzazioni di sistemi costruttivi e prodotti, che hanno trasformano l’involucro in un più attuale concetto di ‘pelle’, rivestimento che esprime in maniera più puntuale cosa rappresenta, oggi, l’edificio in architettura: un organismo che ha bisogno di essere protetto, avvolto, schermato, isolato e, in definitiva, ‘vestito’ da uno strato esterno. Questa protezione può essere rappresentata solo dal vetro come unica soluzione possibile? Forse no, anzi: certamente no.
“Per capire se la facciata continua in vetro abbia ancora un senso in architettura, occorre partire dalla transizione ecologica: non è un’opzione che funziona per ogni progetto ma, allo stesso tempo, non demonizzerei la scelta del vetro, che è in grado di offrire prestazioni ottimali se utilizzato nel contesto giusto”, afferma l’architetto Enrico Frigerio, fondatore di Frigerio Design Group, che dal 1991 pratica la Slow Architecture come propria filosofia progettuale. “Lo studio da fare per scegliere il materiale corretto non è mai statico: si devono considerare le variabili climatiche e i condizionamenti che il progetto presenta nel suo contorno. Sembra scontato, ma se nel mio edificio dovrà essere inserito un centro Cloud, allora non mi servirà nemmeno una finestra. Al contrario, se si tratta di una scuola, allora la luce naturale sarà l’elemento da prediligere in assoluto”. È poi bene ricordare che il vetro è un materiale da costruzione che, per le sue peculiarità, non ha sostituti: “È durevole nel tempo, trasparente, difficilmente aggredibile dagli acidi, riciclabile all’infinito, ed è resistente agli agenti atmosferici. Certo, esistono i plexiglas e i policarbonati, ma a contatto con gli ultravioletti vanno in sofferenza e non hanno la medesima stabilità”. Ai numerosi pro del vetro, vanno aggiunti i contro, e cioè la sua rigidità e la sua fragilità, anche se è vero che, una volta stratificato o temperato, acquisisce performance importanti.
“La vera opzione sostenibile”, conclude Frigerio, “è quella che vira verso la soluzione più idonea per l’uso cui l’edificio è destinato e, a volte, non significa optare tout court per una facciata a vetri. La scelta più importante resta quella legata al tempo: ogni fabbricato deve di certo rispondere a protocolli e certificazioni, ma è fondamentale considerarne il ciclo di vita, studiando, prevedendo e monitorando come si comporterà negli anni”.
L’intonaco legante Velasca per il restauro della torre-simbolo di Milano
Fra le architetture milanesi che potremmo annoverare tra i “grattacieli storici” del capoluogo lombardo c’è la Torre Velasca, l’edificio progettato negli anni Cinquanta da BBPR e che, con la sua inconfondibile estetica brutalista, mostra una valida alternativa alla facciata continua in vetro. L’edificio è stato di recente oggetto di un accurato intervento di restauro e di riqualificazione – sviluppato da Hines in qualità di development manager – che ha riguardato anche le facciate, esposte a decenni di inquinamento e agenti atmosferici e senza interventi di manutenzione e che ha visto protagonista il Legante Velasca sviluppato dalla Ricerca Mapei, un mix di aggregati di diverse granulometrie e colorazioni. L’intonaco decorativo a base di cemento bianco è stato appositamente creato con specifici polimeri per poter essere miscelato con gli aggregati, di cui sono stati ricostruiti tipologia e granulometria originaria dell’epoca, fino all’ottenimento di una formula in grado di avvicinarsi quanto più possibile al colore autentico dell’intonaco presente sulle facciate della Torre. Il risultato è un prodotto fortemente adesivo, idrofugato ed esente da rischio di fessurazioni, capace di garantire la massima durabilità possibile alla superficie esposta agli agenti atmosferici e a tutte le altre aggressioni tipiche dell’ambiente urbano, ma anche di assicurare la massima compatibilità con il supporto di applicazione nonché di soddisfare le esigenze estetiche di progetto.
A integrazione dell’intervento, è stato poi applicato su tutte le facciate trattate Planiseal WR 100, un protettivo idrofobizzante che, a fronte della sua specifica composizione, riesce a penetrare in profondità proteggendo il calcestruzzo da fenomeni di degrado e mantenendo invariate la componente estetica delle superfici e le tonalità delle stesse; grazie all’importante riduzione di assorbimento d’acqua delle superfici trattate, Planiseal WR 100 evita anche il degrado dovuto all’azione del gelo-disgelo, aumentandone conseguentemente la durabilità.
Pareti ventilate: la ceramica protegge, isola e garantisce comfort abitativo
Le superfici ceramiche di Fiandre Architectural Surfaces sono il frutto del processo tecnologico produttivo all’avanguardia di Iris Ceramica Group (di cui il brand fa parte) di un’attività di ricerca & sviluppo con valenza scientifica internazionale, avvalorata da certificazioni internazionali e brevetti europei. Le superfici in ceramica tecnica made in Italy dei brand di Iris Ceramica Group, tra cui appunto Fiandre, hanno infatti ottenuto la prestigiosa Cradle to Cradle Certified®️ Silver, rilasciata da “The Cradle to Cradle Products Innovation Institute”, uno degli standard globali più ambiziosi per la progettazione e la realizzazione di prodotti sicuri, circolari e responsabili. I prodotti del brand sono anche certificati LEED e BREEAM, tra i più importanti protocolli ambientali volontari di convalida e certificazione delle prestazioni energetiche e di sostenibilità.
Le lastre in gres porcellanato proprio in virtù del peso limitato, per le ottime caratteristiche tecniche in termini di dilatazione, assorbimento, corrosione e resistenza, rappresentano un tipo di materiale adatto a un involucro architettonico con facciata ventilata. Con questo sistema è poi possibile creare un isolamento termico integrale, avvolgendo e proteggendo l’edificio con una soluzione paragonabile a un cappotto e con i vantaggi dalle proprietà tecniche della ceramica: la resistenza agli agenti atmosferici e ai raggi UV, la facilità di installazione e la durabilità. Tra gli ultimi progetti realizzati con questo materiale c’è la nuova chiesa armena di St. Sarkis a Carrollton (Texas), realizzata dall’architetto David Hotson.
Il progetto, sviluppato con la collaborazione di Fiandre Architectural Surfaces, si caratterizza per la facciata innovativa ideata per commemorare le vittime del genocidio armeno del 1915. Per realizzarla, Hotson ha collaborato a stretto contatto con Fiandre e ha utilizzato DYS – Design Your Slabs: una soluzione decorativa che consente di eseguire stampe personalizzate ad altissima definizione e resistenti ai raggi UV, sui materiali di rivestimento ceramici.
Così la grafite si trasforma in coating ignifugo e performante per l’edilizia
L’azienda di Susanna Martucci, AU & founder di Alisea, da 30 anni si occupa di economia circolare, di recupero e di riciclo utilizzando diversi materiali tra i quali la grafite. “Un nostro cliente aveva un grosso quantitativo di grafite da smaltire, da cui desiderava ricavare un oggetto di uso comune da utilizzare per la sua comunicazione aziendale”, racconta Martucci. “Noi l’abbiamo recuperata, l’abbiamo studiata a fondo e da un loro scarto è nato un progetto virtuoso, oltre che un brevetto di processo produttivo e di prodotto: Perpetua, l’unica matita Made in Italy composta interamente da grafite, che ha ottenuto anche la menzione d’onore al Compasso d’Oro per il suo design, realizzata senza alcuno scarto di produzione”. Grandi esperti e conoscitori dei processi e della composizione chimica e fisica dei materiali che utilizzano, in Alisea sono arrivati a un’ulteriore intuizione: è possibile partire da un materiale considerato scarto, la grafite appunto, disponibile in grandi quantità, per trasformarlo in una risorsa preziosissima. “Siamo riusciti a creare G_Pwdr Technolgy, prodotto in grado di tingere ogni tipo di tessuto grazie a una sospensione in acqua della grafite, entrando di fatto nel settore della moda anche grazie alla start-up fondata da Susanna Martucci e Matteo Ward, WRAD. Ad agosto 2022 abbiamo depositato il nostro terzo brevetto (dopo Perpetua e G_Pwdr Technology) per la creazione di un coating che può essere spruzzato o pennellato sul calcestruzzo, il cotto o sui metalli, anche se arrugginiti”. Graphii coat 30 GP nasce per il 65% dal recupero di polveri sottoprodotto dell’industria mineraria e da materiali di riciclo quali vetro micronizzato, scarti provenienti dalle acciaierie opportunamente trattati e sabbie che, una volta miscelate con la grafite di Alisea, e grazie all’apporto di un geologo e di un ingegnere termoidraulico, hanno portato alla creazione di un coating VOC FREE, che risulta vantaggioso se applicato, per esempio, su superfici di edifici che richiedono alte performance, come quelle esposte ai cloruri o all’attacco salino. “Tra i vantaggi c’è quello della diminuzione della manutenzione sulle superfici e può essere alleato un prezioso contro il fuoco: la grafite è infatti un conduttore termico che ad alte temperature diventa isolante. Con un’applicazione a basso spessore siamo in grado di aumentare la resistenza al fuoco del materiale su cui è applicato portandola a 1200 gradi”.