Oggi il legno è una delle risorse più performanti e green a disposizione dei progettisti e dell’edilizia. E quando si abbina al calcestruzzo, aiuta anche a ridurre il peso degli edifici e ad abbreviare la durata dei cantieri.
Costruire in legno è una scelta ottimale dal punto di vista tecnico, ma è anche una strategia vincente di mitigazione dell’impatto dell’industria edile sul cambiamento climatico. In base alle stime UE, in effetti, nella sola Europa fra il 2020 e il 2030 è stata prevista l’edificazione di circa 2 miliardi di metri quadrati di nuova superficie calpestatile, e si è calcolato che il 60% dei nuovi building agibili entro il 2060 sarò realizzato nella prossima manciata di anni. Considerando l’obiettivo zero emissioni di CO2 al 2050, e tenendo conto che i processi legati all’edilizia contribuiscono al 36% delle emissioni globali (l’8% delle quali generate dalla sola produzione del cemento Portland), si dovrà pensare in tempi brevi a delle alternative al calcestruzzo. E il legno è una di queste.
Un materiale naturale ed eclettico, rispettoso dell’ambiente
Il tema dell’architettura in legno e della sua capacità di ibridarsi con le tecniche tradizionali costituisce il leitmotiv di Inlegno. Cambiare prospettiva per costruire il futuro, (LetteraVentidue Edizioni): una monografia che nasce dalla ricerca di Park Plus – il laboratorio di sperimentazione e innovazione che supporta i team operativi dello studio Park Associati di Milano – e di un gruppo di lavoro cui ha preso parte Bollinger+Grohmann, studio internazionale di ingegneria con una consolidata esperienza nel settore del legno, col supporto tecnico di E.S.A. Engineering (impianti e sistemi antincendio) e GAD (cost control). “Il libro si presenta come una summa sul legno da condividere con professionisti e clienti, così da poterne chiarire meglio le numerose applicazioni, anche alla luce della transizione ecologica”, spiega Michele Rossi, architetto partner e co-founder col collega Filippo Pagliani di Park Associati. “I tempi dell’architettura sono sempre più brevi e, per questo, diventa importante studiare e proporre soluzioni costruttive innovative. In virtù della sua origine naturale ma anche grazie alla sua disponibilità a essere lavorato per diventare ancora più performante, il legno garantisce versatilità e rapidità d’esecuzione: sia quando si edifica ex novo che quando si interviene sul preesistente”.
Per costruire in modo nuovo serve un upgrade culturale (e normativo)
A titolo esemplificativo, nel libro si illustra la (retro)progettazione di un edificio noto, ribattezzato RE-DESIGN, già disegnato con tecnologia tradizionale e re-immaginato in legno, evidenziando tutti i plus della nuova versione: “Stiamo seguendo diversi cantieri in Francia, dove c’è una legge che, per le nuove costruzioni statali, impone che siano realizzate per almeno il 51% in legno”, racconta Rossi. “È una prescrizione da cui si dovrebbe prendere spunto anche in Italia, dato che già oggi il legno si abbina al cemento armato, al vetro, all’alluminio e all’acciaio, ed è stato superato il preconcetto che si deteriori in fretta per effetto dell’umidità, o che sia aggredibile dalla muffa o dal fuoco: tutti rischi che è possibile prevenire con trattamenti ad hoc”.
Non solo: “Le strutture lignee, se combinate con elementi di cemento armato, possono essere utilizzate anche su edifici molto alti e risultano più leggere del cemento di circa il 40%, richiedendo anche meno cemento per le fondazioni. Inoltre sono semplici da smaltire, e i tempi di cantiere si riducono fino a 6 mesi rispetto alla durata standard, un vantaggio non da poco soprattutto se si lavora per hotel, studentati, uffici, ospedali e scuole, tutti contesti dove si ha l’esigenza di finire rapidamente i lavori”, chiarisce l’architetto. “In Italia al momento l’edificio ligneo è ancora visto con diffidenza dai privati in cerca di un appartamento, tuttora più affezionati al vecchio mattone, mentre lo accettano più volentieri per i rivestimenti interni. Viceversa, i committenti pubblici e le aziende iniziano a essere più attenti all’impatto ambientale e all’impronta carbonica di quanto costruiscono. Se si vuole arrivare a costruire carbon neutral, il legno diventa una soluzione quasi obbligata. Quanto al profilo economico, “il legno incide per un 7-8% in più sui costi. In ogni caso, sebbene per costruire in legno serva una certa capacità di investimento, i benefici proiettati nel tempo non hanno paragoni, anche se servirà un cambio di passo culturale per far accettare al mercato quest’evidenza”.
La domanda di legno è in crescita anche per i masterplan urbani
Le essenze più utilizzate in edilizia sono l’abete e il larice, legni da filiera virtuosa che vengono convertiti in prodotti multistrato, lamellari e ingegnerizzati. Sono loro i principali protagonisti del mercato dei prefabbricati, che “riducono il gap di costi rispetto al cemento armato, garantiscono estrema versatilità in situazioni anche complesse e per i quali il progettista ha la possibilità di intervenire sull’oggetto a monte come a valle con un controllo capillare del dettaglio, come se si trattasse di un prodotto di design o di un arredo”. Il legno è sempre più presente anche nei masterplan metropolitani: ne è un esempio MoLeCoLa, il progetto cui ha partecipato Park Associati e vincitore del Nodo Bovisa di Reiventing Cities a Milano, che contempla la realizzazione di residenze per famiglie e studentati, di aree per coworking e di un parco con vie ciclabili, con il potenziamento della ferrovia e la rigenerazione di un’area dismessa di oltre 90 mila metri quadrati, dove le strutture in legno saranno smontabili e a basso impatto ambientale. Sempre a Milano Park Associati firma Palazzo Sistema, il polo per uffici della Regione Lombardia che sorgerà all’Isola nell’area di edifici realizzati fra il 1968 e il 1971 da Marco Zanuso e Barbiano di Belgioioso per Montefibre-Montedison: qui cresceranno una torre di 26 piani (123 metri) costruita secondo i più alti standard di sostenibilità e un nuovo giardino aperto al pubblico sviluppato con il concetto innovativo dei dry garden, una selezione di piante a bassa manutenzione e che non necessitano di eccessiva irrigazione.