Per un’azienda l’attenzione ai costi rappresenta un esercizio costante e necessario, che fa parte di quel concetto che si può riassumere in ‘buona gestione’. Tuttavia, in determinati momenti storici, come quello che stiamo vivendo, questa non basta più. Prima la pandemia da Covid 19, oggi la guerra alle porte dell’Europa, anche quando non hanno la totale responsabilità dell’impennata dei prezzi e delle difficoltà di approvvigionamento e logistiche, stanno producendo conseguenze dirompenti sui costi delle imprese. Il caro energia, il cui termometro era già in salita, sta facendo il resto. Alle aziende è oggi richiesto un ulteriore scatto dal punto di vista dell’innovazione: di prodotto, tecnologica e di processo. In un contesto di mercato che, comunque, dal punto di vista commerciale, è ancora molto favorevole per i settori della casa e dell’arredamento, le aziende sono chiamate ad abbracciare l’innovazione a tutto tondo. I primi risultati testimoniano gli sforzi. Scm, gruppo riminese, lancia Prime, una nuova gamma di macchine per la produzione di mobili in pannello e in legno massello, con caratteristiche particolari per riconfigurabilità e flessibilità tali da migliorare, grazie alla digitalizzazione, i processi di levigatura, bordatura e foratura di mobili. Il mondo della luce, dopo la rivoluzione operata dai led, oggi punta sulla scomponibilità della lampada che garantisce volumi di trasporto ridotti, con conseguente risparmio, ma anche durevolezza del prodotto con la possibilità di sostituirne una sola parte. La ricerca di nuovi materiali per realizzare mobili, per esempio da materiale di scarto, ormai è realtà. La ceramica investe sulle lastre ultrasottili, la cui produzione abbatte di circa il 30% la necessità energetica, mentre si cercano fonti alternative coerenti con il Piano di Transizione Ecologica. L’idrogeno verde potrebbe essere un punto di approdo, anche se non immediato. Tutte le aziende si stanno dotando di impianti fotovoltaici e di cogenerazione che contribuiscono in buona parte a coprire le necessità energetiche. Tutto questo, che è oggi una necessità, forse anche di sopravvivenza, sicuramente porterà alle imprese, una volta passata la tempesta, un vantaggio competitivo di lungo periodo. Perché forse, come sempre, non tutto il male viene per nuocere.