Benefici, sicuramente, sono derivati dalla misura del Superbonus 110%. Ma anche distorsioni. E proprio a causa di queste ultime il Governo si è mostrato restio a estendere la misura nella legge di Bilancio in corso di approvazione. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, innanzitutto sottolineando che, quasi in premessa, l’Agenzia delle Entrate “questa mattina (ieri, 22 dicembre 2021, ndr) mi ha segnalato di avere bloccato 4 miliardi di crediti dati come cedibili”. Quindi chiarendo l’allentamento rispetto al giro di vite che era stato introdotto. E questo a seguito di una discussione tra Esecutivo e partiti politici.
La soglia Isee a 25mila euro, che era stata introdotta, è stata infatti eliminata, mentre per le facciate è stata mantenuta la riduzione del bonus dal 90 al 60 per cento. “Questa manovra è stata accompagnata sin dall’inizio da un lunghissimo confronto politico. I ministri competenti hanno discusso per settimane con i rappresentanti politici la destinazione degli 8 miliardi, con l’obiettivo di raggiungere subito un consenso o un accordo sulla destinazione di questi fondi, che poi è avvenuta. C’è stato poi un secondo confronto in cabina di regia e un terzo in Consiglio dei Ministri”: nessuna compressione del confronto dunque, ha voluto chiarire Draghi, anche per mettere fine alle critiche mosse sulla mancanza di interlocuzione con le forze politiche.
L’iter ha portato a un “emendamento complesso del Governo, che è stato fatto recependo le istanze che sono arrivate proprio da questi momenti di confronto”. Detto questo, “il Governo ritiene che il Superbonus sia una misura che ha dato molto beneficio, ma ha anche creato molte distorsioni. Per questo la proposta del Governo prevedeva una estensione per i condomini, una limitazione per le case unifamiliari, soltanto per le famiglie con Isee al di sotto dei 25mila euro. Il Parlamento, utilizzando i fondi che erano destinati all’azione parlamentare in vari campi, ha deciso di utilizzarli in gran parte per estendere il Superbonus”.
Ma perché il Governo non voleva farlo? Perché, risponde Draghi, “ha creato distorsioni e la prima di queste è stato un aumento straordinario dei prezzi delle componenti che servono a fare le ristrutturazioni. Alcune di queste sono molto importanti per l’efficientamento energetico. Il risultato è che oggi una unità di efficientamento energetico costa molto di più di quanto non fosse costata prima del Superbonus. Chiaro che le emissioni diminuiscono, ma non così tanto da assorbire questo aumento di prezzo. E’ dunque la logica del 110% che, in un certo senso, non rende più la contrattazione di un prezzo importante e rilevante”. Altro aspetto l’incentivazione delle frodi. Insomma, “c’erano buoni motivi per la riluttanza del Governo a estendere il Superbonus”, la chiosa del premier.