Una raccolta ordini importante quella che le aziende del mobile hanno potuto mettere sul tavolo all’inizio di questo 2022 e tutto lascia immaginare, nonostante la recente crisi Ucraina, un corso d’anno caratterizzato certamente da un consolidamento dell’ottima performance messa a segno nel 2021. E questo nonostante innumerevoli criticità quali la mancanza di materie prime, il rincaro delle stesse, le difficoltà nelle consegne. Ma alcuni nodi, più di altri, stanno venendo o verranno al pettine a breve. Se il monte, la produzione ha ancora dei margini per affrontare le difficoltà recenti e non sono all’orizzonte rivoluzioni, è sulla distribuzione, invece, che il settore si vede costretto a riflettere. Le aziende del mobile hanno ben chiaro il concetto che per affrontare il mercato attuale serve essere ben strutturati e solidi, ma forse ancora poco si è detto, della medesima necessità, per le aziende della distribuzione. Oggi per distribuire prodotti di arredamento servono sempre più dimensione, competenze, figure professionali specializzate. In una parola, ma solo per sintetizzare, servono investimenti. Esempi di nuove iniziative su questo fronte sono ancora pochi, ma ve ne sono: Design Holding, che ha dato vita a D Studio, nuovo format retail che ospita in un unico spazio i brand del gruppo (B&B Italia, Flos, Maxalto, Azucena, Arclinea e Louis Poulsen). Ma che ha anche acquisito l’e-tailer americano YDesign Group assicurandosi non solo un’ulteriore porta di ingresso oltreoceano, ma anche il know how dell’e-commerce, una modalità di distribuzione che per il design è ancora tutta da sviluppare. E poi Lifestyle Design, che oggi ha in portafoglio anche il 70% di Interni oltre agli americani Dzine e Luminaire. Uno sviluppo a valle, che ha portato nel gruppo alcune realtà leader nella distribuzione di design alto di gamma che, a loro volta, godono di sinergie difficilmente realizzabili prima. O ancora Mohd, un modello di distribuzione ibrido che si appoggia su negozi multimarca e un portale di e-commerce unico nel settore, la cui maggioranza è stata acquisita dal fondo di private equity Made in Italy Fund. La crescita dimensionale dunque, il consolidamento, la capacità di attrarre investimenti e investitori. Qualcosa è già accaduto e tanto ancora avverrà nei prossimi mesi, con la certezza che viaggiare stand alone secondo le modalità tipiche del plurimarca di un tempo non è più possibile. Servono scelte coraggiose e serve farle in fretta.