Durante la seconda edizione di Next Design Perspectives sono stati analizzati i principali trend della creatività e il modo in cui impattano sulla società e sulle imprese. l’evento Diventa lente d’ingrandimento, punto d’osservazione privilegiato per leggere la realtà in modo da intervenire nel presente e migliorarla per il futuro.
“Nell’ultimo decennio, tutti abbiamo dovuto ripensare il modo in cui interpretiamo il mondo che ci circonda. Il ritmo dei cambiamenti sociali e tecnologici non è mai stato così rapido, e il suo impatto mai così profondo. Il concetto di privacy è stato ridefinito, se non del tutto abolito. Il luogo di lavoro è stato trasformato. Il modo in cui utilizziamo i social media per incontrarci e innamorarci, e il modo in cui viviamo la città, hanno cambiato tutto, dai trasporti al retail, dagli incontri personali alla politica”.
Parole di Deyan Sudjic, direttore del Design Museum di Londra e curatore di quest’ultima edizione di Next Design Perspectives, organizzata da Altagamma all’interno del Gucci Hub a Milano. Sudjic riflette su come le cose siano cambiate non solo rispetto a una generazione fa, ma anche rispetto a come vivevamo solo qualche anno fa. I mutamenti sono tangibili: “La Cina è passata dall’essere la fabbrica low-cost del mondo intero a uno dei mercati chiave dell’industria europea del lusso. Nel frattempo la popolazione vive più a lungo, diventando progressivamente sempre più anziana. I consumatori chiedono sempre di più alle aziende, pretendono maggiori informazioni sui prodotti che comprano, consumano in modo diverso e sono ultra sensibili ai messaggi sociali e politici. Lo shopping mall tradizionale è in difficoltà, la moda sta rivedendo radicalmente il modello classico della sfilata in passerella. Come cambieranno le nostre vite nel prossimo futuro a causa di questa accelerazione nella velocità del cambiamento?”.
Dall’analisi dello stato di fatto e da una ricerca riguardante tendenze nel design e negli stili di vita, Lisa White ha previsto alcuni trend che troveremo da qui ai prossimi anni, tutti dettati dal nostro nuovo modo di vivere gli spazi, le relazioni, le emozioni e la vita di tutti i giorni.
VISIONI O PREVISIONI?
White è direttrice lifestyle&interiors and future innovations di Wgsn, ricercatrice di trend e definita ‘futurologa’. Ha 25 anni d’esperienza nel settore e ha previsto nel tempo diverse tendenze chiave per il settore, come il successo del design basato sull’esperienza o l’affermarsi del colore rosé. La profonda conoscenza del settore e la sensibilità attenta a tutte le più recenti innovazioni stanno anche alla base della visione di Wgsn (World’s Global Style Network), società che fornisce dati, analisi e intuizioni preziose per i settori del mondo del progetto e della moda. “Il processo con cui definiamo e raccontiamo i possibili trend futuri è molto intenso. Due volte l’anno, Wgsn invita 100 curatori ed editori da tutto il mondo per una ‘due giorni’ di presentazioni, dove ognuno di loro mostra le principali tendenze attuali della propria area di competenza. Si spazia dal consumer trend ai colori, dalla moda al design, dal beauty alla tecnologia e molto altro. Ci avvaliamo anche di relatori esterni che parlano dell’economia globale, dell’educazione, dell’arte e di altre tematiche. Dopodiché, i senior editor lavorano insieme per raggruppare queste informazioni in un quadro più ampio e globale, cercando un messaggio universale che possa accomunare diversi temi. Si individuano quindi tendenze suddivise in grandi macroaree per ogni settore. Da qui, ritroviamo le nostre previsioni per il futuro: noi non creiamo tendenze ma le acquisiamo, le assorbiamo e le comunichiamo.
DALL’ARTIGIANATO DIGITALE ALL’INCLUSIVITÀ
Per i due anni a venire, durante la conferenza tenutasi al Gucci Hub, Lisa White ha mostrato al pubblico sei grandi macro tendenze: The Age of System, The End of More, The Home Hub, The Age Gap, Inclusive Networks, Digital Craftsmanship. L’artigianato digitale ci porta verso uno scenario che va oltre i confini materiali della realtà. Grazie alla tecnologia, saremo sempre più abituati ad espressioni creative libere e svincolate dal mondo concreto. “Il digital design – commenta White – può essere considerata una pratica molto sostenibile: non serve piantare, raccogliere, trasformare e trasportare materiali. Haworth, ad esempio, ha creato una sala riunioni detta ‘green room’ dove i partecipanti della call possono scegliere lo sfondo delle loro chiamate, senza per forza doversi trovare in una sala riunioni vera, o ancora l’artista Lucy Hardcastle studia il mondo ‘reale’ dell’artigianato per tradurlo all’interno delle sue creazioni digitali. Il suo lavoro, nonostante sia immateriale, è molto tattile ed emotivo”.
Interessante la visione dell’evoluzione della casa, vista nella tendenza chiamata ‘The Home Hub’. Il rapporto con la casa sta cambiando. La generazione dei Millennials passa all’interno delle mura domestiche il 70% del suo tempo. Non solo luoghi per dormire, mangiare, ma spazi privati in cui far rientrare attività che fino ad oggi pensavamo di svolgere all’esterno: la palestra diventa multimediale e casalinga, con sessioni di allenamento in streaming. Peloton, azienda nota per la sua cyclette di fascia alta, sta studiando altri attrezzi per lo sport domestico; Mirror propone lezioni di fitness o yoga in streaming da utilizzare attraverso uno schermo Lcd a specchio da 1500 dollari. Il trend chiamato ‘The End of More’ parla di un passaggio dal possesso all’accesso: non più prodotti, ma desideri da soddisfare. Un tema che pone l’attenzione sull’economia immateriale basata sulle emozioni e sulle esperienze, oltre che sulla rental economy, fenomeno per cui saremo sempre più portati a utilizzare beni e servizi solo quando ne abbiamo bisogno, piuttosto che possederli comprandoli. L’Age Gap è una realtà su cui molti settori stanno riflettendo da tempo. La popolazione invecchia, il divario generazionale si fa sempre più concreto, ma differente a seconda dell’area geografica presa in analisi. Nel sud-est asiatico, ad esempio, la situazione è diametralmente opposta all’Occidente: in India la popolazione raggiungerà un’età media di 29 anni nel 2020, diventando così il più giovane Paese del pianeta. In alcune zone del mondo le aziende devono considerare l’aumento della longevità della popolazione, mentre nelle economie emergenti i brand devono targettizzare la proposta pensando a clienti più giovani. Gli anni a venire saranno determinati da un passaggio dal design che si focalizza sul prodotto verso un design sistemico. Ecco il trend ‘The Age of Systems’, che vede le supply chain tradizionali e di tipo lineare trasformarsi in virtuosi modelli circolari.
“In questa visione del mondo – commenta White – i nostri vestiti, le nostre automobili, le nostre abitazioni, tutto quello in cui viene coinvolto il tessile, diventerà una rete, parte di un vasto e interconnesso sistema in grado di monitorare la nostra salute, processare informazioni e comunicare utilizzando la luce al posto dei cavi. Parleremo di LiFi, e non più di WiFi”.
Infine, per rimarcare nuovamente un aspetto positivo dello sviluppo tecnologico così veloce e irrefrenabile, Lucy White parla dell’ultimo trend, chiamato ‘Inclusive Networks’: “Sempre più brand mirano al design inclusivo. La società, i consumatori, cercano prodotti che sposino questa filosofia. Una tendenza chiara, che si riflette anche nel mondo dell’arte. La galleria londinese Hart Club sta lavorando sulla neurodiversità, facendo interagire questi artisti insieme ad altri, magari più noti, cercando di cambiare il punto di vista e il linguaggio solitamente associato alla diversità mentale”. Fare rete e creare inclusione sarà un tema sempre più centrale, la diversità sarà riconosciuta ad ampio spettro da istituzioni, governi e brand, che adotteranno nel tempo strategie mirate a riguardo.