Nasce nel 2015, debutta a Piazza Affari nel 2022 (il 25 gennaio) e dal prossimo aprile apre al mercato degli asset digitali con deodato.io. Deodato.Gallery ha diverse inaugurazioni di spazi fisici in pipeline in Italia e all’estero (diretti e in franchising). Intanto, il presidente e amministratore delegato Deodato Salafia stima di chiudere il 2022 con un giro d’affari “in linea” con le previsioni degli analisti: 9,7 milioni di euro di fatturato e 1,7 di utile e, “speriamo anche qualcosa in più” auspica con Pambianco Design. Il cda per l’approvazione del progetto di bilancio di esercizio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2022 è in calendario il prossimo 29 gennaio. Cresce dunque a ritmo serrato il gruppo che, in particolare, si concentra nella pop art e street art con opere di Banksy e coltiva relazioni privilegiate con Mr. Brainwash, Romero Britto, Obey, David LaChapelle, TV Boy e Mr Savethewall.
Il debutto in Borsa avviene “dopo che ci siamo resi conto di avere creato un modello di business scalabile”spiega Salafia. “Ci siamo accorti di avere tra le mani una ricetta che poteva essere moltiplicata. Quando si raggiungono determinate dimensioni e ci si rende conto di avere ancora nuove potenzialità, si deve scegliere tra una crescita organica e sostenibile oppure cercare una accelerazione. Avendo la potenzialità della scalabilità, ho scelto di darci questa possibilità attraverso la Borsa. La quale, in particolare, assicura soprattutto visibilità”. Che è fondamentale in un mercato, quello dell’arte, che nel suo insieme vale qualcosa come 65,1 miliardi di dollari (valore riferito al 2021): “piccolissimo – sottolinea Salafia – fattura quanto coca Cola e Ferrero messi insieme. Un mondo piccolino ma fortemente attenzionato, anche per l’immaginario comune che porta con sè”. Ecco allora che “scalabilità, visibilità, competenza in IT e finanza,” sono stati gli ingredienti che hanno convinto Salafia che la Borsa era la strada corretta da perseguire: “lo strumento tecnico per poter accelerare la execution”.
Oggi Deodato.Gallery al vertice di un gruppo che controlla Deodato.Be, galleria d’arte con sede a Bruxelles in Belgio, presente dal 2021; Deodato.Ch, sede a St Moritz, in Svizzera, nata ad inizio 2022; Deodato.Us, filiale commerciale con sede a Miami, fondata nel 2019 ma avviata nel 2022, a causa della pandemia; Wunderkammern Gallery, galleria d’arte italiana specializzata in street art, con sede a Roma, acquisita all’80% nel gennaio 2020; Deodato.Tech, start-up innovativa che, oltre ad occuparsi dei processi interni e delle attività di e-marketing e e-distribution, svilupperà i filoni business Metaverso, Nft e Ar. Nel giugno 2022, la società ha lanciato un brand d’arte contemporanea chiamato ‘Love Spot Galleries’, con l’obiettivo principale di aprire un numero considerevole di gallerie sia direttamente sia in franchising. La struttura commerciale inbound conta 13 sedi in Italia e all’estero.
Intanto, Deodato.Gallery entra nel mercato degli asset digitali. Verranno investiti circa 250.000 mila euro nei prossimi due anni per implementare una nuova linea di business allo scopo di entrare nel mercato del web3 e Nft. Salafia non nega che “la bolla è scoppiata. Possiamo anche chiamarlo crollo, per certi versi. Nei momenti della salita ho preferito non vendere Nft, anche se li stavamo sviluppando. Da informatico conoscevo molto bene le blockchain, mentre da gallerista e collezionista ero maledettamente scettico su come veniva portato avanti il tema. Era una storia mal raccontata. Un’arte psichedelica, nulla che si volesse avere davanti al letto prima di andare a dormire. Non era per nulla fruibile, era più un collectible che un’opera d’arte. Si stavano vendendo concetti più che opere. Per altro tutto basato su un ‘far west’ totale. Chi vendeva non aveva nemmeno una legal entity. Nessuna tutela, non so neanche come sia potuto accadere. Noto solamente che è avvenuto proprio in contemporanea con l’uscita de ‘La Casa di Carta’ e ‘Jocker’ e con molte le storie di illegalità nel web3. Oggi con deodato.io offro innanzitutto una legal entity, sono perseguibile se violo il contratto, l’opera è realizzata da artisti con un vero contenuto. Il quarto aspetto, che è che l’opera si può fruire realmente. Parliamo di ‘phygital’. Si acquista l’asset digitale, lo si può tenere nel portafoglio come collectible, ma anche fin da subito lo si può portare a casa: una sorta di monitor, in realtà vere e proprie opere d’arte fisiche, con una tecnologia atta a far godere l’Nft. La terza possibilità è utilizzare un normale monitor”.
Ad aprile sarà dunque online ‘deodato.io‘, piattaforma e-commerce per la vendita di questi asset digitali: Nft e digital art. Sono allo studio del reparto tech algoritmi con la funzione di tutelare i clienti finali dall’obsolescenza che spesso caratterizza il mondo Nft. Le opere digitali potranno essere acquistate anche con i tradizionali metodi di pagamento e non, come spesso accade, solo con Wallet o crypto-valute. Inoltre, per particolari opere, il collezionista potrà decidere se e quando convertire l’asset digitale in opera fisica. “Sono 10 anni che dico che il futuro dell’arte sarà solo digitale. Le opere fisiche ci saranno sempre e varranno sempre di più, ma cederanno il passo a una naturale evoluzione”. Ora, dopo lo sbarco in Borsa la crescita potrà avvenire anche per acquisizioni: dopo Wunderkammern Gallery, la società sta valutando nuove operazioni.