Estendere la vita utile del prodotto, già di per sè garantita dalla qualità della manifattura, e utilizzare ancora più a lungo i prodotti riducendo la produzione in eccesso. Questi, in estrema sintesi, gli obiettivi di Deesup, primo marketplace italiano dedicato agli arredi di design alto di gamma in pronta consegna, usati e da esposizione. Una realtà che nasce nel 2017 per iniziativa di Valentina Cerolini, CEO & co-founder, e Daniele Ena, COO & co-founder, che si appresta a chiudere il 2022 con 1,2 milioni di euro di transato in crescita rispetto ai 900mila euro del 2021. “In questi ultimi 12 mesi la componente estera è stata molto importante” spiega Cerolini, evidenziando che già nel 2021 il 50% delle transazioni di Deesup erano state effettuate fuori dall’Italia e cresciute del 110% dalla costituzione della società. E in un momento in cui si assiste alle difficoltà di taluni big player dell’e-Commerce dell’arredo, zavorrati dalle difficoltà a consegnare le merce per tutte le problematiche che insistono sulla filiera produttiva e distributiva, per il ‘preloved’ si aprono ampi margini di crescita: il prodotto è immediatamente disponibile e va a coprire una fascia di prezzo coerente. “Anche perché – sottolinea Cerolini – rappresentiamo un canale di scoperta di prodotti importanti, con un certo carrello medio. Essendo noi un marketplace di pezzi usati, in buone condizioni, a prezzi più accessibili rispetto ai listini del nuovo, siamo un mezzo di discovery, un cancello di scoperta. Molti iniziano a scoprire con noi i brand e poi magari ne nasce una vera e propria affezione”.
Intanto Deesup ha in cantiere due importanti progetti, anticipa Cerolini: “il primo si rivolge a un pubblico di professionisti, architetti e interior designer, con i quali da tempo stiamo parlando. A loro vogliamo offrire un servizio dedicato recuperando pezzi di arredo iconici per poterli inserire nei loro progetti. Un set di vantaggi e servizi per lavorare più agevolmente, risparmiare tempo e offrire al cliente un valore aggiunto”. Il secondo “è un po’ più elaborato. Stiamo assistendo a una evoluzione del settore che coinvolge anche i produttori. Parlando con loro è venuta in luce una necessità: rispondere a una responsabilità rispetto alla vita del prodotto. Su questo stiamo dunque costruendo una piattaforma che chiamiamo di resale-as-a-service che vogliamo offrire ai produttori, i quali a loro volta potranno abilitare una propria piattaforma per rimettere in circolo prodotti realizzati magari anni prima. Questo perché hanno molti clienti che chiedono loro come potere restituire o ‘liberarsi’ di pezzi acquistati anni prima. Questo, in breve, il principio”.
Del resto, “da tempo abbiamo intrapreso un percorso improntato all’economia circolare e abbiamo voluto lanciare lo scorso anno un manifesto di sostenibilità, una sintesi dei pillars che ci contraddistinguono in questo senso. Sulla scia di quello, abbiamo voluto portare avanti un ragionamento di approfondimento che raccontasse l’impatto che noi come Deesup stiamo generando nell’ambito dell’arredamento e i suoi effetti misurabili. Oltre a dati macroeconomici che fossero in grado di raccontare un settore che sicuramente sta cambiando, con una speciale attenzione alla vita del prodotto”. Ne è nato un ‘White Paper‘, studio sul mercato dell’arredo e sulle opportunità dell’usato, redatto in collaborazione con LifeGate.
Il documento evidenzia come il trend di crescita positivo del settore dell’arredamento è guidato da dinamiche globali. Fenomeni come l’aumento dei redditi e l’urbanizzazione hanno portato, in Occidente, a un aumento delle ristrutturazioni delle case e degli incentivi immobiliari, con conseguenti benefici per l’intera catena del valore. Ma ci sono anche altri fattori che spingono all’acquisto di nuovi mobili. In questo scenario va considerato che ogni mobile, anche se piccolo, ha un impatto ambientale. Una sedia di plastica, ad esempio, genera 28 Kg di Co2 equivalente un divano di pelle da 3 posti 200 Kg e un armadio a due ante circa 858 Kg. (Fonte Ademe). Basti pensare che la presenza di 304 divani in pelle in vendita sulla piattaforma di Deesup hanno già generato 29.184 Kg di Co2 equivalente nella loro fase di produzione. Acquistare prodotti di seconda mano, quindi, vuol dire ‘ammortizzare’ un costo ambientale già realizzato, nonché incidere indirettamente sulla produzione del nuovo, allungando e valorizzando la vita dei prodotti già esistenti. Ad oggi, il fenomeno del second-hand rappresenta ancora una nicchia, ma nel lungo periodo questo effetto diventerà progressivamente più tangibile (è stata considerata una carbon footprint pari a 96 Kg di Co2 equivalente per divano.