Pro come progetto. Pro come professionale. Pro come prodotto. Una collezione che presidia questi tre ambiti quella che Cassina lancia a partire da oggetti iconici che vengono rivisitati e soprattutto certificati per essere adatti a una nuova dimensione e a un nuovo utilizzo. Una perfetta traduzione dell’ibridazione in corso, dna dei questo nuovo tempo dove gli spazi pubblici diventano di necessità privati. E viceversa.
D’altra parte dopo un periodo in cui il residenziale ha avuto forte impulso e contribuito fortemente a consegnare risultati “molto molto buoni, superiori a quelli del 2019”, ora l’attesa è che sia il contract a riprendere a correre, nel 2022. “Siamo partiti tre anni fa a ridefinire i segmenti della nostra presenza nel living e nel dining e abbiamo deciso di entrare nell’outdoor (a ottobre 2019). Poi nel 2020 abbiamo presentato collezione dedicata allo sleeping, alla zona notte. Questi sono i nostri quattro segmenti. Nel frattempo, ci siamo sostanzialmente detti che avendo una collezione come la nostra, così eclettica e formata da tanti pezzi iconici, era il caso di sfruttarli non solo nel residenziale, ma anche nel professionale” spiega l’amministratore delegato Luca Fuso.
Nasce così Cassina Pro, “una sigla interna che definisce questo insieme di pezzi che sono in parte ricavati dalla collezione residenziale, certificati per essere utilizzabili nei progetti commerciali” chiarisce. “Avendo un archivio così ampio, abbiamo potuto dare vita a una collezione di 45 pezzi, scegliendo tra quelli più adatti all’utilizzo professionale. E’ stato un lavoro molto lungo”. Però, sottolinea, il prodotto “c’era già e ci siamo limitati ad adattarlo alle nuove necessità”. Ovviamente non si tratta solamente di una rielaborazione in chiave contract dei grandi classici realizzati da Cassina. La collezione contempla anche prodotti nuovi: “cinque, in particolare, la cui release è avvenuta a settembre 2021”. D’altra parte ci troviamo proprio nel bel mezzo di una tendenza che “le incrocia tutte: hotel, lounge, uffici, executive, ristoranti e home office”.
Ma qual è l’obiettivo dei prossimi tre anni? “Presidiare tutte le aree dove vogliamo operare in maniera adeguata e su tutti i nostri mercati. La strategia è di lungo periodo”, assicura Fuso.
Intanto l’azienda, come del resto tutto il mondo produttivo, si trova a fare i conti con la nuova ondata della pandemia dettata dalla variante Omicron, con l’alta inflazione, con la carenza di materie prime. Tuttavia, sottolinea l’ad, anche in corso di emergenza sanitaria e al netto delle sei settimane di lockdown “c’è stata una ripresa degli ordini a un livello più alto di quanto non fosse stato in precedenza e che continua ancora oggi. Ora non c’è più, per altro, l’effetto sorpresa, perché l’emergenza è diventata un dato di fatto”. E se dal un lato sono benvenuti certamente gli incentivi del governo come il Superbonus e tutto il suo portato, “il Governo dovrebbe mettere a disposizione più reddito per le famiglie e per la spesa riducendo il cuneo fiscale”. Lato inflazione, Fuso evidenzia che assistiamo ad un fenomeno di crescita “’creata’ sulle materie prime”, ma chiaramente “quando la situazione di normalizzerà, perché inevitabilmente accadrà, nel tempo verrà assorbita”.
E in attesa del prossimo Salone del Mobile di aprile, si viaggia a barra dritta sulla sostenibilità: “un impegno che abbiamo preso a lungo termine: siamo impegnati a inserire nuove componenti di sostenibilità in tutti i nostri prodotti e dove non riusciamo a farlo al 100% cerchiamo di avvicinarci al massimo possibile”. Dai periodo di crisi “c’è sempre chi esce più forte e si ritrova nella disponibilità finanziaria di fare delle acquisizioni. Vista la dimensione media molto ridotta delle aziende del settore, credo ci sia ancora molto spazio per nuove aggregazioni. Ne stanno nascendo sempre di nuove e, al netto dei player più grandi, è un movimento che vediamo anche in quelle più piccole”.