Il contract è una scoperta tutto sommato recente per le aziende di ceramica industriale. Il successo è stato costruito attraverso l’R&D che ha dato forma a grandi lastre, spessori ridotti ed elevate performance tecniche, aprendo nuovi e inaspettati ambiti d’applicazione
Lo sviluppo di grandi formati, la riduzione degli spessori e il raggiungimento di elevate performance tecniche hanno contribuito all’inserimento della ceramica industriale nella progettazione e nelle grandi opere. È difficile stimare quanto, nei fatturati del settore, oggi dipenda da queste forniture e certamente la quota cambia a seconda dei marchi e dei gruppi considerati. Ma è evidente che il canale ha la sua importanza e che le attenzioni delle aziende crescono, al pari dei loro investimenti mirati al rafforzamento in quest’ambito, grazie a due principali leve: l’utilizzo delle ceramiche nelle facciate e l’inserimento in contesti non usuali.
MERCATI CHIAVE
“Le aree nel mondo in forte crescita sono l’Asia, dalla Corea del Sud a Hong Kong alla Cina, e gli Stati Uniti”. Alberto Selmi, amministratore delegato di Laminam, traccia un quadro dell’attività aziendale in fatto di grandi commesse. “Il nostro marchio è già ben posizionato in Europa (Italia, Spagna, Polonia, Francia e Germania) e in Russia, dove produciamo. Per questo business è sostanziale l’attività di promozione realizzata in collaborazione con i distributori locali”. L’importanza degli Stati Uniti in ambito contract viene confermata da Federica Minozzi, amministratore delegato di Iris Ceramica Group, che negli Usa è anche presente con un impianto produttivo in Tennessee. “Lo è anche l’Asia, che per noi significa Thailandia, Malesia, Hong Kong e Singapore. Naturalmente l’Europa e l’Italia rimangono mercati di interesse”. Una particolare attenzione viene rivolta da Panariagroup alle città di Londra e New York. “Lì ci sono le sedi di grandi studi di progettazione e di alcune delle più grandi società di general contracting”, racconta Mario Zoboli, multibrand general manager del gruppo modenese. La qualità del prodotto è naturalmente la base di tutto, ma senza un adeguato servizio di assistenza post vendita finirebbe per essere inutile. Ciò vale a maggior ragione nell’ambito del contract, dove può essere necessario seguire direttamente il tutto oppure avvalersi di società fidelizzate per la gestione dei cantieri internazionali supportando i costruttori per garantire che la posa delle ceramiche non infici le qualità del prodotto e rispetti le prescrizioni di capitolato. In molti casi l’azienda produttrice di superfici si affianca agli studi di progettazione non solo quando il prodotto è personalizzato per la committenza, ma anche quando si debbano sviluppare soluzioni tecnicamente evolute, ad esempio per sistemi di facciata e finiture dalle geometrie complesse. I materiali di rivestimento ceramici ad alte prestazioni, nelle grosse commesse – anche per l’estensione delle superfici sulle quali vengono posati – concorrono alla definizione dell’identità architettonica agli edifici e spesso, quando possibile lavorare in accordo con gli studi che sviluppano il fit out, anche all’immagine degli ambienti interni. Questi lavori, dimensionalmente significativi e che spesso catalizzano le migliori competenze ed energie interne alle aziende, stanno imponendo delle riflessioni sulle strategie di sviluppo delle gamme di prodotto. Nel mercato delle grandi opere, avere un catalogo ampio non è un elemento determinante; vincono, invece, la qualità e le performance del prodotto, il portfolio delle opere realizzate, la capacità di personalizzarlo seguendo la commessa dall’inizio, fino al collaudo e in alcuni casi anche dopo.
I NUOVI CONTESTI
Le aziende italiane della ceramica possono vantare una certa storicità nella partecipazione a grandi cantieri d’architettura e infrastrutturali. I bassi spessori e la versatilità tecnica, oltre alla resistenza di questo materiale, lo rendono interessante anche in contesti che non sono ancora usuali: “Qualche hanno fa abbiamo posato le nostre lastre a basso spessore curvate per il rivestimento della galleria di base della variante di valico” evidenzia Mario Zoboli di Panariagroup. Queste nuove applicazioni lasciano presagire che vi siano ampi spazi di crescita rispetto agli ambiti di applicazione da esplorare, come le superfici touch e tutto il mondo della tecnologia, anche mobile, oltre alle già note applicazioni, ma la cui evoluzione è tutta da scoprire, delle ceramiche antibatteriche nei settori del food e sanitario. “Di apertura verso una nuova frontiera, quella delle costruzioni ad alta quota, è la posa delle nostre ceramiche per lo Skyway Monte Bianco a 3500 metri di altezza”, ci dice Stefano Torrenti, amministratore delegato di Florim Ceramiche, “Ma molti altri cantieri ci hanno ‘allenato’ allo sviluppo di questo business: tra questi, la Restroom di Milano Malpensa, il Burj al Arab Terrace a Dubai e la piscina Y-40 a Montegrotto, Guinness World Record per la profondità”. La collaborazione con gli studi di progettazione è di grande importanza, come testimonia Mauro Manfredini, sales manager di Casalgrande Padana: “Lavorando con Daniel Libeskind è nata Fractile, la serie che ha caratterizzato l’edificio residenziale Sapphire costruito dallo stesso Libeskind nel centro di Berlino. Abbiamo personalizzato i nostri prodotti anche per il tribunale di Parigi e per lo studio 5+1AA sempre nella capitale francese”. “L’utilizzo in facciata è il principale ambito di applicazione delle nostre lastre” sottolinea Alberto Selmi di Laminam, “Il nuovo grattacielo a Tbilisi in Georgia e gli involucri del villaggio olimpico a Pechino sono alcune delle più recenti referenze. Per gli interni mi piace ricordare la stazione ferroviaria Takao Sanguchi a Tokyo progettata da Kengo Kuma e l’Infinity Pool progettata da Philippe Starck al 18° piano del South Beach Hotel a Singapore”. Il Bulgari Resort a Dubai, il Terminal 4 Changi Airport di Singapore e il Bosco Verticale sono alcune delle ultime realizzazioni di Panariagroup. Mentre Iris Ceramica Group, abituata ad affrontare grandi forniture quali la recente Mondrian Tower di Doha, ci segnala il nuovo spazio Identità Milano realizzato da Identità Golose in via Romagnosi, che si distingue per la qualità del progetto e per le scelte di posa dei materiali antibatterici.
di Donatella Bollani