Entrare nel negozio di Fornasetti di Milano all’angolo tra via Senato e corso Venezia è sempre un’emozione, è uno di quegli angoli speciali dove il tempo sembra fermarsi e il visitatore è rapito in un mondo misterioso fatto di carte da parati, mobili laccati e oggetti preziosi. E’ un luogo che ha il potere di catturare la nostra attenzione e accendere il cuore lasciando che lo sguardo si aggiri senza potersi fissare.
In queste stanze, un tempo abitate da Marinetti, il 24 settembre è stata inaugurata la mostra “S/Oggetti parziali”, dedicata al progetto che l’artista Carlo Dell’Acqua ha sviluppato su invito di Barnaba Fornasetti, direttore artistico dell’atelier milanese, e di Valeria Manzi, co-curatrice dei progetti culturali.
L’esposizione, che fa parte del più ampio “Fornasetti presenta”, ideato come spazio di dialogo con le altre arti e già sperimentato nell’arco di quest’anno con la collaborazione tra Fornasetti e l’artista britannica Anj Smith, conferma l’approccio che Barnaba ha impresso negli anni all’atelier milanese e il suo impegno a creare e preservare luoghi di confronto e contaminazioni creativa: “Non si tratta di produrre idee nuove pronte all’uso e commercializzabili – non è questo il mio intento – ma di lasciare circolare il pensiero. Rimango convinto che creatività e comunicazione siano strumenti di comprensione fondamentali e abbiano un profondo legame con la libertà. È qui racchiuso il senso profondo di quello che faccio”.
Il resto è storia. Entrato in contatto con gli ultimi lavori di Carlo Dell’Acqua e stuzzicato dall’idea di fare incontrare l’immaginario fantastico e figurativo del padre Piero con un artista prevalentemente “concettuale” invita il maestro a lavorare su alcuni pezzi creati dall’Atelier, i più iconici: un’operazione che a molti sarebbe parsa una violazione simbolica, oltre che fisica. Dell’Acqua accetta la sfida e contagiato nonché ossessionato dallo sguardo di Lina Cavalieri, volto icona della creatività fornasettiana, finisce per prenderlo a martellate liberandolo da una dimensione bidimensionale di pura immagine per ricostruirlo tridimensonalmente. “La bellezza deve essere frammentata ogni giorno per rimanere tale”, scriveva Virginia Woolf.
L’esposizione, con un’anteprima presso Nomad Venice dal 5 all’8 settembre scorsi, sarà visitabile nello store milanese fino al 16 novembre 2019.