Un 2022 vissuto in “apnea” per Ivv-Industria Vetraria Valdarnese. L’azienda toscana del vetro, di cui ricorre quest’anno il settantesimo dalla fondazione risalente al 1952 come cooperativa di lavoratori, ha deciso a metà febbraio di spegnere gli impianti perché i costi energetici erano diventati insostenibili. La riaccensione è prevista per il mese di giugno. Ciononostante, dopo aver chiuso un 2021 in fortissima ripresa (+60%) con 6 milioni di ricavi, il fatturato ha continuato ad aumentare, con un +40% nei primi quattro mesi che il management di San Giovanni Valdarno, sede della società, conta di conservare da qui a fine anno.
Il segreto è stato aver spinto al massimo la produzione prima dello spegnimento dei forni, ottenendo stock sufficienti a gestire il periodo di ferma. “Ora iniziano a finire i prodotti presenti in magazzino, ma non dovrebbe mancare molto alla ripartenza dell’attività” racconta a Pambianco Design il direttore marketing Alessio Petrelli, evidenziando come la decisione dello stop ai forni fosse stata maturata già nel mese di novembre. “Il conto energetico era decollato ben prima della guerra in Ucraina. Nel giro di pochi mesi, ci siamo trovati a dover pagare 130mila euro al mese di gas contro i 35mila del passato. Finché è stato possibile abbiamo tenuto duro, poi non c’è stata altra soluzione”.
I 6 milioni di ricavi del 2021 sono stati generati per il 30% dal mercato interno e per il 70% dall’export con gli Stati Uniti in vetta alla classifica delle destinazioni estere. In territorio Usa, l’azienda ha aperto uno showroom a New York e separato la rete vendita per il retail da quella per l’hospitality. Tra i clienti del comparto hotellerie compaiono le maggiori catene alberghiere internazionali. “Questo canale sta diventando sempre più importante: oggi genera il 40% del nostro fatturato con prospettive di ulteriore crescita” afferma Petrelli, evidenziando come la costanza degli ordinativi per l’horeca riescano a compensare le oscillazioni naturali del retail. “Fino a cinque anni fa, Ivv operava sostanzialmente nel residenziale, poi la crescita del canale alternativo è stata costante. Va affrontato con modalità diverse, perché i prodotti per l’hotellerie e in particolare i bicchieri di vetro rappresentano uno strumento di lavoro e richiedono caratteristiche tecniche differenti e adatte all’uso professionale”.
Oltre all’Italia e agli Usa, gli altri mercati di riferimento di Ivv sono i paesi dell’area ex Urss e quelli del mondo arabo, dove la domanda è orientata a un prodotto più decorativo e realizzato con ottiche marcate. Tuttavia, l’obiettivo dell’azienda è rilanciare un prodotto di design sobrio e adatto a soddisfare la clientela europea. Per questo motivo, e per la prima volta nella sua storia, Ivv si è affidata a studi esterni, avviando collaborazioni con le designers Marta Sansoni e Alessandra Baldereschi, a cui si aggiungeranno nel prossimo futuro altri tre studi di progettazione. Al tempo stesso, proprio per incrementare le vendite nel mercato europeo, le collezioni sono state suddivise in due differenti cataloghi: il primo viene proposto a marchio Ivv ed è quello di taglio contemporaneo e di design, mentre per quello più decorativo è stato scelto il brand La Vetreria by Ivv.
Un altro progetto lanciato dalla vetreria aretina è la collezione Icone, basata sulla riedizione dei pezzi storici presenti in archivio e che, sostiene Petrelli: “Sono il frutto di un lavoro incredibile compiuto in passato dai nostri maestri vetrai, che hanno contribuito a scrivere la storia del vetro dando forma a idee e tendenze poi riprese da molti altri player del comparto. Si trattava di creazioni realizzate su commessa e per una clientela selezionata che voleva pezzi unici che diventavano oggetto d’arredo per le proprie ville in Costa Azzurra o per gli appartamenti di rappresentanza a Manhattan. Tutti quei prodotti non andavano nemmeno a catalogo”. Nella collezione Icone c’è ampio spazio per la categoria di prodotto dei vasi, anche se la maggior parte del fatturato di Ivv è legata ai calici e in particolare ai bicchieri in vetro per l’acqua. Il 60% del giro d’affari deriva dalle creazioni per la tavola e il 40% dagli altri prodotti (vasi, lampade, complementi d’arredo).