Bene i crediti di imposta su gas ed energia elettrica varati dai Governi Draghi e Meloni, “ma questa crisi energetica ha bisogno anche di misure strutturali. La più importante è per noi la previsione di usare una quota crescente di metano nazionale per destinarli ai settori gasivori. Questo sarebbe in grado di ridurre da subito le emissioni di CO2 legate all’import di gas e permetterebbe alle imprese dei settori non elettrificabili di non perdere gli investimenti fatti per la decarbonizzazione progressiva dei processi”. Lo sottolinea Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica, commentando il preconsuntivo 2022 elaborato da Prometeia che evidenzia per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica volumi di vendite intorno ai 458 milioni di metri quadrati (+0,7% rispetto al 2021), derivanti da esportazioni nell’ordine di 364 milioni di metri quadrati (+0,2%) e vendite sul mercato domestico superiori ai 93 milioni di metri quadrati (+2,6%). La crescita ha interessato l’area del Golfo ed il Far East, mentre stabili sono risultate le vendite in Europa Occidentale, Balcani ed America Latina; in flessione i mercati di Europa orientale e Nafta. Le forti oscillazioni della domanda e dei costi produttivi registrati nel corso dell’anno richiedono, tiene però a evidenziare Confindustria Ceramica, una particolare attenzione nel valutare il dato di preconsuntivo della produzione.
“Dopo un 2021 che aveva visto un progressivo incremento dei volumi di vendita, l’anno che si sta per chiudere registra evidenze in linea con quelle dello scorso anno. In termini di quote, l’Italia raggiunge il 20%, un 48% è destinato ai mercati comunitari ed il restante 32% su quelli più lontani” afferma Savorani, che però avverte: “l’andamento della domanda, soprattutto nella prima parte dell’anno, ci consentirà di chiudere i bilanci con una crescita nei fatturati, ma non possiamo assolutamente rallegrarci. L’impressionante aumento nei costi di tutti i fattori produttivi, a partire dal gas naturale, sta mettendo a dura prova la competitività presente e futura delle nostre imprese”. Per farvi fronte, dunque, sarebbe “necessario l’avvio dell’estrazione del gas nazionale, grazie all’emanazione dei decreti attuativi, da destinare ai settori più esposti al costo del metano, tra cui la ceramica, al fine di recuperare competitività internazionale” propone il presidente di Confindustria Ceramica, ricordando che “è urgente dare corso a questa misura, come abbiamo ricordato nel convegno del 18 novembre scorso a Ravenna, orientandola verso le imprese più esposte all’uso del gas e garantendo un costo corretto che garantisca una transizione energetica avente, nello stesso momento, anche una sostenibilità economica e sociale”.
“Per il nostro Paese che non ha il nucleare, non ha fonti da energie rinnovabili in eccesso, non ha biogas e per molto tempo non avrà idrogeno in misura significativa, la via italiana alla decarbonizzazione dei settori hard to abate non elettrificabili passa – chiosa – dal gas nazionale”.