Un approccio industriale che si avvale dei più sofisticati e moderni impianti produttivi, per realizzare prodotti secondo alti standard tecnologici ma anche nel rispetto dell’ambiente. Questi sono i due cardini attorno ai quali si sviluppa la strategia di gestione e di Ceramica Flaminia, azienda di Civita Castellana che da oltre 60 anni produce sanitari in ceramica realizzati al 100% all’interno dei propri stabilimenti nel cuore del distretto ceramico laziale, per poi esportali in 70 Paesi nel mondo con una quota export del 30% sul fatturato. Tra i mercati principali, l’Europa seguita da Cina, Stati Uniti, Australia, Sudest Asiatico e India, con un target di clientela sempre alto di gamma e una presenza distributiva caratterizzata da agenti e distributori che in alcuni mercati, come la Germania, sono ‘unici’.
In azienda vengono eseguiti tutti i passaggi, dalla prototipazione alla modellazione, dal colaggio alla smaltatura fino alla cottura in forno. “Stiamo intraprendendo un percorso che ci porterà nel breve termine, in un paio d’anni, a meccanizzare quasi completamente l’azienda utilizzando i fondi dell’Industria 4.0 – afferma Augusto Ciarrocchi, presidente di Ceramica Flaminia, nonché vicepresidente di Confindustria Ceramica -. Investiamo annualmente, in innovazione tecnologica per i processi produttivi, il 10% del nostro fatturato che, sebbene rallentato nel 2020 con 20 milioni di euro, quest’anno è in crescita tanto da farci stimare di chiudere a 24-25 milioni”.
Sul fronte della sostenibilità, l’azienda parte già a buon punto lavorando la ceramica che è già di per sé un prodotto sostenibile, provenendo da cave a cielo aperto. L’azienda ha, poi, strutturato azioni volte al risparmio idrico per riciclare completamente l’acqua utilizzata nella produzione, ma non solo: “Recuperiamo il calore del forno, che raggiunge i 1.250 gradi, riutilizzandolo ed evitando così il ricorso a nuovi carburanti per riscaldare gli ambienti e per essiccare i prodotti – prosegue l’imprenditore -. Gli scarti di lavorazione, infine, vengono riutilizzati come ‘materie prime seconde’, trattate e cedute alla filiera alla quale apparteniamo, all’industria manifatturiera delle ceramiche e delle piastrelle. Garantendo, così, una filiera quasi circolare”.
L’approccio ‘green’ viene perseguito dall’azienda anche nella costruzione degli stabilimenti: in quello principale, di Civita Castellana, su una superficie totale di 25mila metri quadrati è stata realizzata una copertura in fotovoltaico per 15mila metri quadrati. “Anche in questo caso puntiamo all’uso di energia elettrica autoprodotta e rinnovabile“, chiosa l’imprenditore. L’azienda, la cui sede confina con un parco naturalistico, rispetta tutte le certificazioni ambientali nel rispetto del territorio, come la Iso 14001. “Vogliamo essere calati nella realtà in cui ci troviamo nel migliore dei modi – conclude Ciarrocchi -, senza produrre inquinamento”.