Al numero 3 di via Larga Casa International ha inaugurato il suo primo spazio in Italia. Progettato da Mauro Lipparini racconta brand identity e filosofia del marchio attraverso quattro ambienti distinti. Il brand nato nel 2015 dall’incontro tra l’architetto e designer industriale Lipparini e Casa, azienda fondata nel 1992 da Hasan Kasan ad Ankara è, a oggi, uno tra i principali produttori di mobili in Europa, con una rete di 30 punti vendita in tutto il mondo e un moderno stabilimento di 35 mila metri quadrati (di cui 25 mila coperti) nella zona dell’aeroporto di Ankara Esenboğa.
Il team internazionale di Casa, composto da esperti artigiani e ingegneri, crea complementi d’arredo di gusto contemporaneo sia per il mercato al dettaglio, sia per il contract commerciale e residenziale per oltre ventiquattro Paesi. Design e materiali made in Italy, lavorazione artigianale, qualità, comfort, versatilità e attenzione al dettaglio caratterizzano la vision dell’azienda, che investe continuamente in progettazione e sviluppo al fine di mantenere sempre alto lo standard delle proprie proposte.
Lo showroom di MIlano, che si sviluppa longitudinalmente con le vetrine affacciate su una strada di grande passaggio a pochi passi da Piazza Duomo, si articola in quattro ambienti distinti, ciascuno definito da elementi architettonici che scandiscono il ritmo degli spazi interni. Protagonista della prima area è il grande muro in ceramica “taglio al vivo” rappresentativo di un’architettura solida e ancestrale. In occasione della Design Week, l’ambiente è stato completato con il dining table Tavolara e con il divano Positano, tra i primi e più rappresentativi modelli di Casa, premiato al suo esordio, nel 2015, con il Best of Year Award dal magazine Interior Design. Il secondo spazio si configura attorno a una generosa parete in vetro fumé cannettato, “che lascia trasparire la presenza di piante in modo dinamico e un po’ grafico” sottolinea Lipparini, richiamando le tipiche greenhouse in stile Mid-Century. Un’atmosfera esaltata dalla presenza del divano Augusta e del tavolo Circeo.
Al centro del terzo ambiente, a dominare è un “volume scultoreo, che in modo astratto riecheggia un camino”, sottolinea ancora il designer. La struttura sospesa, in metallo verniciato, richiama ampi spazi residenziali, scaldando l’ambiente come un ideale focolare domestico al quale voler tornare, come suggerisce la scelta del divano Ithaca. In abbinamento, la libreria Solaro, sistema dall’architettura slanciata, definita da segni netti nello spazio, che scandiscono ed esaltano un vuoto che ognuno può riempire a proprio piacimento, trasformando così ogni spazio abitativo.
Il quarto e ultimo ambiente, che assolve anche il ruolo di area workshop, richiama “lo spazio più intimo dell’abitare”, come sottolineato da Lipparini, evocando avvincenti storie familiari della colta borghesia di inizio Novecento, grazie all’uso della boiserie in noce canaletto, che ne riveste interamente le pareti, pavimento e soffitto inclusi, fornendo un palcoscenico ideale alla perfetta sinergia tra il tavolo Carlino e la libreria Trevisina. In entrambi i progetti, grande protagonista è il ritmo, quello regolare e leggero dei raggi che definiscono il tronco di cono sul quale poggia il piano
“Il nuovo flagship milanese di Casa International, pur nella continuità d’immagine del brand, si esprime in un modo autonomo, interpretando quella dialettica evolutiva che tiene conto, come tutti gli altri progetti del brand, delle relazioni che devono instaurarsi nel e con il luogo, così che in questo caso lo spazio espositivo assume una sua propria espressione, di schietto sapore meneghino”, conclude Lipparini. “Il flagship sorge in una centralissima e vivace area milanese, caratterizzata dal ritmo incalzante del fluire di veicoli e pedoni, segnata da uno slargo dove confluiscono corsi, vie e passaggi ordinati da semafori che lasciano, a chi passa, il tempo di rallentare e soffermarsi. Sin dal primo sopralluogo questa «frenesia rallentata», un ossimoro di spazio-tempo che indirizza lo sguardo e lo dilata, ha catturato la mia attenzione, stimolandomi alle riflessioni sulle potenzialità del luogo. Un’andatura ritmata di velocità e lentezza, come se scorressero in una pellicola cinematografica tanti fotogrammi, frame che incorniciano le vetrine, ma anche finestre sugli interni che raccontano una storia scandita da precise immagini in sequenza. Questi sono i capisaldi del progetto che si è delineato molto velocemente, evocandomi da subito un’icona di Milano, la vettura storica del tram. Il vagone, i finestrini, le vetrine sono sequenze di storie, come fotogrammi viventi, costruiti da altre storie ancora, che si esprimono di giorno e di notte secondo stimoli diversi”.