Lo studio di progettazione Cra-Carlo Ratti Associati e Italo Rota hanno ultimato il progetto di ristrutturazione di Meet, centro internazionale di cultura digitale, che inaugurerà domani a Milano. La nuova sede, realizzata con il supporto di Fondazione Cariplo, si trova in via Vittorio Veneto 2, nel cuore di Porta Venezia, all’interno di uno storico edificio costruito all’inizio del Novecento e ampliato da Gae Aulenti alla fine degli anni Novanta del secolo scorso.
Con questo progetto, che si estende su una superficie di oltre 1500 metri quadri e si sviluppa su tre livelli, Cra mira a indagare il ruolo dello spazio fisico in un mondo digitalizzato. Un obiettivo inseguito attraverso una ibridazione delle funzioni, ossia la possibilità per qualsiasi spazio di ospitare diverse attività allo stesso tempo. Questo approccio si riflette innanzitutto nello spazio verticale centrale, imperniato su una ‘scala abitata’ di 15 metri di altezza, arricchita da un sistema di proiezioni multimediali, la quale può trasformarsi di volta in volta in teatro, spazio di lavoro o area riunioni.
Attorno a questo crocevia dell’attività e degli eventi del centro, sono disposti i numerosi ambienti dell’edificio destinati a mostre, conferenze e performance. Elemento chiave è il Theater da 200 posti con tre superfici di proiezione, oltre all’Immersive Room, la sala immersiva dotata di 15 proiettori che offrono immagini in 4K per una proiezione continua su tre pareti a 270°. Qui, da domani al 10 gennaio 2021, sarà allestita l’installazione site-specific ‘Renaissance Dreams’ di Refik Anadol, il primo lavoro in Italia del media artist e regista turco, che vive e lavora a Los Angeles. L’opera è stata realizzata appositamente per Meet con un’intelligenza artificiale addestrata a generare forme dinamiche e sempre diverse, dando vita a una ‘passeggiata’ ipnotica sulle tracce della storia dell’arte italiana. A dare il benvenuto all’ingresso è, inoltre, il Bistrot ideato e gestito da mare culturale urbano con il concept ‘Food Balls’ del food designer Martí Guixé e il design di Italo Rota. Infine, all’interno è ospitata Cineteca Milano, che offrirà una programmazione autonoma dedicata al cinema contemporaneo.
“Ora più che mai, Meet è un presidio del digitale per superare l’isolamento e connettere Milano e l’Italia con il mondo – ha dichiarato la fondatrice e presidente Maria Grazia Mattei -. Non è soltanto una sede espositiva, ma una vera e propria content factory, un laboratorio creativo aperto a tutti coloro che cercano una piattaforma capace di progettare e produrre format digital-first e farli ‘rimbalzare’ ovunque”. Per questo motivo, la sede di Meet è un corpo ibrido, capace di vivere in forma fisica e allo stesso modo in forma virtuale. “Lo stiamo già facendo – aggiunge la fondatrice e presidente – con le decine di partner internazionali che sono in rete con noi, co-creando lecture, workshop e persino un Simposio internazionale con modalità interattive ed empatiche nonostante il distanziamento fisico”. Si tratta, per la precisione, del Simposio ‘Industries meet creativity’, trasmesso live ieri e oggi sul sito del centro, che coinvolge ospiti come l’artista e designer Daan Roosegaarde, la fashion tech designer Anouk Wipprecht e Hideaki Ogawa, co-direttore di Ars Electronica Future Lab.
L’ingresso di Meet (ph. Michele Nastasi)