Una crescita ‘agguerrita’ quella di Radisson Hotel Group in Italia. La compagnia americana di proprietà cinese ha aperto quest’anno, ancora in pandemia, ben sette hotel nella Penisola, tra cui l’ultimo inaugurato, Radisson Collection Hotel Palazzo Touring Club Milan e nel giro di pochi giorni si assisterà a un altro opening a Nola, in provincia di Napoli, con il marchio Radisson.
Nella strategia del gruppo l’idea è di arrivare a una trentina di strutture in Italia nell’arco di cinque anni. Illustra la road map a Pambianco Hotellerie Chema Basterrechea, executive vice president e chief operating officer di Radisson Hotel Group: “Quando sono entrato a far parte della società, nel 2017, l’Italia contava solo tre alberghi firmati Radisson. Oggi sono 20, di cui nove operativi. Di questi hotel, sei sono brandizzati Radisson Collection, marchio che rappresenta il nostro concetto di lusso ‘affordable’, e quattro sono operativi: si tratta di Palazzo Touring a Milano, di Palazzo Montemartini a Roma, di Palazzo Nani a Venezia e del Grand Hotel Savoia a Cortina d’Ampezzo, che è stato da poco ristrutturato e ha aperto proprio quest’anno in vista dei Campionati mondiali di sci”. L’anno prossimo invece verrà inaugurato un altro Radisson Collection a Milano, in via Santa Sofia, nell’ex sede di Allianz: il cinque stelle avrà 157 camere, oltre mille metri quadrati di ristorazione, un rooftop e una piccola piscina.
La strategia del gruppo in Italia, come nel mondo, segue due driver, quello delle strutture in affitto e quello degli ‘asset light’, con contratti di management o franchising. In Italia attualmente sono sei gli hotel in affitto alla multinazionale americana e potrebbero diventare dieci entro cinque anni. “A livello mondo – aggiunge Basterrechea – abbiamo 60 strutture in affitto su un totale di 1.600 alberghi, tra operativi e in via di sviluppo. Quello degli affitti sembra un numero esiguo, ma va detto che pesa sul nostro conto economico perché si tratta di hotel di grandi dimensioni e quindi con un fatturato importante”.
Tornando all’Italia, il manager racconta che il gruppo si sta posizionando sia nelle principali città d’arte sia nelle città ‘secondarie’, tra cui Ferrara, Nola, Alagna e Siracusa, queste ultime due destinazioni contano strutture entrate nel portfolio del colosso americano grazie a una partnership con Mira Hotels & Resorts. Il Belpaese, dunque, è un obiettivo strategico per il gruppo, su cui sta investendo molte risorse: “Crediamo molto nell’Italia – osserva Basterrechea – perché ha una forte vocazione turistica, un patrimonio storico e culturale unico al mondo e anche una forte potenzialità di ingresso per i grandi gruppi e le catene, il cui peso sul totale alberghi della Penisola oscilla tra il 6% e il 10%. Il limite per gli alberghi indipendenti è che la proprietà immobiliare e la gestione spesso coincidono, invece si tratta di due ‘mestieri’ diversi, e quindi l’avvento delle catene può spingere il settore verso una maggiore professionalizzazione. L’attività di gestione dell’albergo, del resto, sta diventando sempre più complessa e richiede conoscenze di ingegneria finanziaria, esperienza nella gestione delle risorse umane, know-how tecnologico e competenze nella commercializzazione”.
Il gruppo è presente in Italia con quattro brand, ovvero Radisson Collection, Radisson Blu, Radisson Red e Radisson, mentre a livello mondo conta nove marchi. “Apparteniamo – continua il manager – alla seconda compagnia più grande del mondo per numero di stanze, la cinese Jin Jiang International Holdings, che conta 12.300 alberghi e 1,35 milioni di stanze. La maggior parte degli hotel sono in Cina, mentre gli altri fanno capo a Radisson Hotel Group e al francese Louvre Hotels Group. Per quanto riguarda Radisson Hotel Group, siamo l’undicesima ‘hotel chain’ più grande del mondo, con oltre 1.200 alberghi operativi e 400 in pipeline, per un totale di 250mila stanze”.