Se il settore nautico sta vivendo un momento felice e tocca numeri mai registrati in precedenza, Azimut Benetti, saldamente alla guida della classifica dei 186 cantieri attivi nel mondo, con un valore della produzione che nel 2021 ha raggiunto il miliardo, affronta gli anni a venire in relativa tranquillità, forte di ordini che per la prima volta hanno raggiunto i 3 miliardi di euro. “Un numero record, soprattutto se pensiamo che soltanto ad agosto eravamo a quota 2,8 miliardi. Un numero importante per la sua entità, ma anche perché si tratta di un portafoglio che prevede anticipi solidi. Abbiamo dunque produzione e vendite garantite fino al 2026. Questo è il dato più unico che raro” spiega Giovanna Vitelli, vicepresidente di Azimut Benetti. “Una dimensione temporale così lunga rasserena parecchio: se anche dovessimo andare incontro a una recessione di 18-20 mesi, il portafoglio lungo ci consentirebbe di scavallare l’arco temporale quasi senza risentirne, o almeno contenendo il problema”.
Vero è anche che il gruppo si compone di due brand di cui tendenzialmente la metà del valore della produzione traguarda l’anno di costruzione, servono solitamente “due o tre anni per le consegne”. Ma il “fenomeno ‘nuovo’ che registriamo è che anche chi vuole comprare una barca più piccola è disposto ad aspettare, perché non c’è lo slot produttivo. Questo ci dà il segno – sottolinea Vitelli – di un settore in cui permane la vivacità. Forse siamo stati forse bravi e fortunati ad arrivare con un’offerta di yacht che ha anticipato dei trend che in qualche misura la pandemia ha enfatizzato, sia dal punto di vista stilistico, sia da quello tecnologico, applicato a un concetto di sostenibilità”. Ecco allora le grandi finestrature nello scafo, ma anche a tutta altezza nei saloni; il concetto di interno ed esterno che diventano un unico ambiente. Ora, ricorda il vicepresidente, “abbiamo abbassato la beach area, cioè la zona che si avvicina all’acqua con le ali della poppa che si aprono e danno forma a una spiaggia conviviale, un’idea di beach club per vivere il contatto sull’acqua che è stata vincente”.
“Dal punto di vista contenutistico siamo molto felici che il mercato abbia alzato l’attenzione a un tema che noi a lungo andiamo predicando ormai da 10 anni. Abbiamo concentrato gli sforzi sul tema della riduzione dei consumi e dunque delle riduzioni di emissioni nella natica. Questo traguardo si raggiunge in un modo complicato” non manca di evidenziare Vitelli. Le leve per raggiungerlo sono tre. Innanzitutto “alleggerire: abbiamo molto investito sul carbonio, lo produciamo anche in casa, tutte le sovrastrutture delle nostre barche sono in carbonio e l’alleggerimento delle nostre barche serve a questo scopo”. In secondo luogo, servono “forme di carena efficienti ed aerodinamiche”. Infine “le propulsioni. Noi siamo stati pionieri nel credere nel Pod”. Il nuovo 26 metri (Grande 26M) rappresenta una anteprima mondiale di nuovo Pod “che abbiamo sviluppato con un’azienda leader del settore in una dimensione che non esisteva prima”.
Risultato? “il 20% in meno di consumi rispetto alla media di mercato. Una cifra non da poco” che si traduce in un risparmio “di soldi e di emissioni”. Un ‘mantra’ il tema dei consumi per il gruppo che ha dato vita a una famiglia di ‘low emission yachts’. Oggi, tiene ancora a sottolineare Vitelli, “il parametro che definisce quanto si è ‘eco’ è rappresentato da quanto gasolio finisce in mare e dovrebbe diventare l’unico vero parametro per tutti. Porterebbe credibilità al settore con indici di misurabilità seri”. Per il prossimo quadriennio Azimut Benetti ha previsto “un investimento di gruppo di 130 milioni di euro, destinato “allo sviluppo industriale e dei siti produttivi, con importanti azioni anche in ambito di sostenibilità ambientale e sociale” In particolare, una nuova gamma, la SeaDeck, che verrà lanciata nel 2024 con carena più efficiente, nuovi materiali alleggeriti (oltre al carbonio, il sughero in sostituzione del tek), minori emissioni non solo in navigazione ma per tutti i sistemi di bordo”.