Non vendere singoli prodotti destinati all’outdoor, ma arredare ambienti capaci di rispondere alle nuove esigenze di vita. Un nuovo corso che tutti i brand touchpoint sapranno raccontare.
Arredare spazi trasversali, aprire nuovi mercati, offrire un nuovo punto di vista e un rinnovato gusto del vivere gli ambienti, attrarre talenti per i quali essere piattaforma e trampolino di lancio. Unopiù, che da oltre 40 anni produce e distribuisce arredamento outdoor alto di gamma, ripianati i debiti con capitali propri, ha intrapreso la via del rilancio e i numeri danno ragione all’azienda. I primi cinque mesi dell’anno, spiega il ceo Christian Rauch, sono “molto positivi. Stiamo crescendo fortemente rispetto all’anno scorso. L’incremento del giro d’affari è ad oggi più del 30%: una crescita così sana non l’avevamo dal 2009. Sicuramente questo è frutto dei forti investimenti messi in campo negli ultimi due anni, basati su una strategia omnichannel, su nuovi prodotti e su un marketing completamente rinnovato”. Il 2021 sarà “il primo con un Ebitda positivo, dopo avere raggiunto il break even” lo scorso esercizio.
NUOVO POLO LOGISTICO A SORIANO
Intanto, anticipa Rauch, “abbiamo deciso con i nostri azionisti di ristrutturare lo stabilimento di Soriano. L’immobile verrà trasferito agli azionisti che hanno azzerato tutti i debiti pregressi di Unopiù”. Non solo: verrà completamente riorganizzata la logistica. La società ha infatti acquisito un terreno del Comune adiacente lo stabilimento: qui verrà organizzato lo smistamento e il trasporto delle merci. L’affidamento alle aziende che devono dare corso a questa operazione è già avvenuto a seguito di una gara. E i lavori sono da pochi giorni partiti. L’obiettivo è efficientare e ottimizzare, aggiungendo al polo logistico utilizzato sino ad ora, che verrà mantenuto, un ulteriore stabilimento adibito allo scopo.
UNA PIATTAFORMA PER GIOVANI PROGETTISTI
Tutto ciò consente di portare avanti il piano per come era stato pensato dopo la ristrutturazione. “Uno dei perni è rappresentato dai nuovi prodotti che devono rispondere alla richiesta di arredare spazi” chiarisce il ceo. Per questa ragione, “con i nuovi designer stiamo lavorando su arredi e non su prodotti singoli. Abbiamo scelto sia designer di grande esperienza, sia molto giovani. Per noi è importante offrire una piattaforma ai giovani progettisti – spiega Rauch – ma al tempo stesso continuare a collaborare con le firme più affermate. Tra queste con Adam D. Tihany e Laura Sessa, ad esempio. In particolare, con quest’ultima, “stiamo lavorando a un bellissimo progetto luxury destinato agli ambienti marittimi”.
ALL’AVANGUARDIA SU NUOVI MATERIALI
Unopiù sta anche “sperimentando nuovi materiali, o anche vecchi ma utilizzati in modo diverso: dal teak alle bottiglie di plastica riciclate usate per creare un nuovo tessuto di velluto, oppure combinazioni di corda – tessuto – plastica riciclata, resina riciclabile, alluminio e mogano. In questo possiamo dire di essere all’avanguardia e particolarmente sostenibili. Del resto – chiosa l’ad – se vogliamo vivere in armonia con la natura dobbiamo proteggerla. Soprattutto noi, che creiamo spazi all’aperto”. Rispetto all’aumento dei prezzi delle materie prime, evidenzia che il tema esiste e fa il paio quello dei trasporti: “dal 2020 a oggi un container di 40 piedi – dall’Indonesia all’Italia- costa 5 volte di più”. Ma Unopiù negli ultimi due anni “ha iniziato a riportare la produzione in Italia. Da che l’80% avveniva all’estero, oggi il 50% viene prodotta in ambito domestico. Un vero e proprio reshoring, dunque, a tutto vantaggio della sostenibilità, perché la filiera corta risponde esattamente a questo tema.
A PARIGI IL NUOVO STORE A MARZO DEL 2022
Unopiù lavora anche a un nuovo concetto di retail che deve diventare un vero e proprio brand touchpoint. In realtà, “ogni punto di contatto con Unopiù deve avere la medesima identità, qualità e servizio, che sia dos, franchisee, online. Il livello di ogni servizio – assicura l’ad – deve essere altissimo, così come l’impatto estetico. Abbiamo iniziato con i nostri store: il primo negozio che verrà aperto nel marzo del prossimo anno a Parigi si caratterizzerà per il forte impatto fisico che si abbina a una parte digitale importante. Il cuore del concetto saranno una materioteca, dove sarà possibile ‘sentire’ la materia prima, i tessili, i legni diversi e un configuratore con cui personalizzare i propri prodotti e il proprio spazio. Questo verrà declinato per tutti gli store, partner, franchisee e anche online”.
Nel frattempo l’azienda coltiva i mercati esteri dai quali arrivano due terzi del business, e l’Italia, conclude il ceo “in questo anno è cresciuta moltissimo fino a rappresentare un terzo del fatturato aziendale: abbiamo pianificato di crescere negli Usa, che stanno lavorando molto bene (grazie alla collaborazione con DzineElements, nel New Jersey), ma anche nei Paesi nordici, come Germania, Austria, Svizzera e Inghilterra”. Entro la fine del 2021 l’azienda creerà un sito e-commerce dedicato ai clienti del Nord America. Questo sito affiancherà gli altri 8 siti e-commerce già operativi di Italia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Austria, UK ed Europa. Oggi Unopiù vende i suoi prodotti attraverso quattro canali: negozi a gestione diretta (11, di cui 4 in Italia, 4 in Francia, 1 in Germania, 2 in Spagna), rivenditori, contract e la piattaforma di e-commerce.
di Maria Elena Molteni