È cresciuto a doppia cifra lo scorso anno il settore ceramico, perfettamente in linea con il trend dell’annata precedente. Non mancano però le incognite: a partire da inflazione e calo degli ordini.
Dopo un 2021 andato in porto con un giro d’affari in crescita del 15% rispetto al 2019, che aveva raggiunto i 7,5 miliardi di euro, il 2022 dell’industria ceramica italiana era previsto dagli analisti come un altro anno in crescita, anche se non senza l’ipotesi di qualche intoppo nel percorso. Soprattutto in riferimento ai costi dell’energia rimasti elevati sulla media del quinquennio precedente e al peso dell’inflazione. Secondo invece i dati resi noti a fine giugno da Confindustria Ceramica, lo scorso anno il settore è stato in grado di raggiungere gli 8,7 miliardi di euro di fatturato, con una crescita del 16% anno su anno. Ripetendo quindi allo stesso modo la performance di crescita avuta l’anno prima.
CRESCONO BENE ANCHE LE PIASTRELLE
Guardando poi nel dettaglio il settore delle piastrelle, le vendite sono cresciute anch’esse in ‘parallelo’ di un 16,5%: si è passati infatti da un fatturato totale 2021 di 6,2 miliardi di euro (+15% sul 2019) – realizzato per 5,2 miliardi dalle esportazioni e per 967 milioni di euro dalle vendite in Italia – a un dato 2022 pari a 7,2 miliardi di euro, che mette insieme un export di 6 miliardi a una parte di mercato interno pari a 1,2 miliardi. L’esportazione quindi nel 2022 è valsa l’83% del fatturato, mentre in totale le piastrelle realizzate sono state pari a 449 milioni di metri quadrati.
Complessivamente sono 259 le aziende del settore operanti in Italia, 4 in meno dell’anno precedente, che occupano 26.500 addetti diretti e ai quali si aggiungono le sedi produttive in Europa e Nord America, controllate da parte di aziende da ceramiche italiane, le quali da sole hanno superato per il 2022 il miliardo di euro di giro d’affari. Interessante anche sottolineare come queste aziende non vivono sugli allori delle recenti performance, ma grazie alla crescita dei loro fatturati fanno lievitare anche i loro investimenti in ricerca e sviluppo. I quali, nel 2022, sono stati pari a 441 milioni di euro, in crescita del 26% sul 2021, e con una quota sul fatturato del 6%.
UN TREND STRAORDINARIO È IN BILICO
“Dopo che gli anni recenti sono stati segnati da accadimenti storici assolutamente straordinari, dalla pandemia all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”, ha spiegato il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani commentando i numeri del 2022 del settore. “Un grosso dramma ci è arrivato ‘dentro casa’, cioè la devastante alluvione che ha colpito questa primavera la Romagna, storico distretto ceramico italiano. Un evento dalle proporzioni inimmaginabili, che ha causato 15 vittime, devastato intere provincie e fermato, per alcuni giorni, anche alcune grandi aziende del settore che, oggi, sono già tutte ripartite. Anche per questo motivo, dopo un 2021 e un 2022 con una crescita costante, nel primo trimestre 2023 la flessione delle esportazioni in volume è nell’ordine dell’8%. Senza dubbio, dopo lo straordinario exploit dei primi sei mesi dello scorso anno e dopo la conclusione di tutto un 2022 molto positivo, come dimostrano le cifre, un ritorno su valori più bassi poteva essere prevedibile. Anche se oggi questo calo trova una sua spiegazione soprattutto nel profondo cambiamento dello scenario, caratterizzato da tassi di interesse cresciuti repentinamente, una fortissima resilienza dell’alta inflazione, l’esaurimento della fiammata dei consumi post lockdown e, in generale, un peggioramento del clima di fiducia dei consumatori”.
TUTTI GLI INDICATORI DEL 2022 SONO IN SALUTE
Andando ad analizzare allora più nel dettaglio questi numeri assolutamente positivi del 2022 – che sono mostrati qui a fianco nella ‘top ten’ realizzata da Centro Studi Pambianco (su dati ricavati da bilanci aziendali depositati) – vediamo come le prime 10 aziende del settore hanno messo insieme un fatturato di 3.807 milioni di euro, in crescita di un ottimo 20% rispetto ai 3.159 milioni del 2021. Altro dato molto significativo è dato dal fatto che tutti questi brand hanno avuto una crescita anno su anno in doppia cifra: i numeri migliori in questo senso sono stati quelli di Laminam Spa e di Emilceramica Srl che hanno fatto registrare, rispettivamente, un +29% e un +31% del loro giro d’affari.
“Anche se il 2022 è stato un anno caratterizzato da un complesso scenario geo-politico e macroeconomico che ha impattato in particolar modo l’industria ceramica”, spiega Alberto Selmi, Ceo di Laminam. “La nostra azienda ha continuato a crescere grazie a investimenti strategici, solidi fondamentali di lungo periodo e grazie ad una rete distributiva capillare ed una crescente brand awareness. Nel corso dell’anno, abbiamo anche migliorato la nostra posizione sul mercato, mentre la redditività è rimasta solida: grazie a un ebitda consolidato al 22%, nonostante il notevole aumento dei costi delle materie prime e l’esplosione dei costi energetici”. Una congiuntura complessa insomma che rischia di essere ancora più difficile da affrontare nel corso di questo 2023. “Il primo semestre dell’anno in corso”, aggiunge Selmi, “ci ha detto che il contesto di mercato è ancora piuttosto complicato e sfidante, anche se per quanto ci riguarda i dati di fatturato relativi a questo periodo confermano il trend di crescita. Certo, bisogna fare i conti con un’economia mondiale in fase di rallentamento e anche l’industria ceramica italiana registra un calo delle vendite. Ma Laminam ha ancora opportunità da cogliere e spazi da conquistare: penso in particolare all’architettura avanzata e all’edilizia sostenibile, come anche all’arredo & design di alta gamma. Le analisi di mercato prevedono infatti, fino al 2030, una crescita sostenuta in questi segmenti, che sono quelli dove già operiamo e sui quali vogliamo puntare sempre di più”.
PER I MESI A VENIRE CI SONO DIVERSE INCOGNITE
Interessante naturalmente anche la performance portata a casa dall’azienda ‘prima’ in classifica, ovvero Marazzi Group Srl: partendo da un fatturato di 542 milioni di euro del 2021 ha visto una crescita dei ricavi del 23% che ha permesso di raggiungere i 669 di turnover per l’anno 2022. Secondo gradino del podio per Finfloor Spa che con una crescita anno su anno del +22% ha guadagnato una posizione in classifica superando come fatturato Iris Ceramica Group Spa: la prima ha raggiunto infatti i 584 milioni di euro mentre la seconda si è ‘fermata’ a 557 milioni, migliorando comunque le sue performance del 2021 di un ottimo +15%, dato peraltro in linea con la crescita generale del comparto. Senza contare che la stessa Iris Ceramica è stata l’azienda che nello scorso anno ha visto la crescita maggiore nel valore del margine operativo lordo, passato da 84 a 113 milioni di euro con un aumento del +35%. In valore assoluto, invece, torna protagonista Finfloor che per l’anno passato ha registrato un ebitda di 154 milioni di euro, in crescita del 22% rispetto ai 126 milioni dell’anno prima.
“Nonostante un insieme di fattori negativi come l’instabilità geopolitica, i rincari energetici e le incertezze sul futuro dell’economia globale che hanno colpito anche il nostro comparto nel 2022”, osserva il presidente di Finfloor, Claudio Lucchese, “i risultati del gruppo sono stati affiancati dalla crescita di tutti gli indicatori di sostenibilità evidenziando significative performance e confermando la valenza strategica attribuita da sempre a questi aspetti fondamentali. Questo 2023. inoltre. è un anno denso di progetti nuovi, come l’apertura dei flagship store di Parigi e Roma, che si aggiungono agli altri spazi già presenti nei distretti internazionali del design, che saranno 10 entro la fine del 2023”.
Segno negativo per quanto riguarda il valore del margine operativo lordo, per Marazzi Group, che è passata dagli 84 milioni di euro del 2021 agli 80 del 2022. Da segnalare invece con un circolino rosso il valore di ebitda di Casalgrande Padana Spa che è passato da 22 a 42 milioni di euro anno su anno con un aumento record del +91%. Tornando infine ai valori dei fatturati, tra le performance più interessanti c’è stata quella di Gresmalt che è entrata nel ranking al decimo posto grazie a una crescita del giro d’affari del +21%, arrivando a consolidare ricavi di 213 milioni di euro nel 2022, contro i 176 dell’anno prima.