Secondo il report iF Design Trend di GmbH, entro il 2050 è atteso un boom demografico nelle metropoli di Africa e India. Intanto, nel Middle East, arrivano gli investimenti immobiliari cinesi, che al momento sono frenati in patria.
Chicago, Nairobi, Chengdu e Ho Chi Min City. Saranno queste alcune delle future megacity del mondo secondo il recente iF Design Trend Report di GmbH, che fotografa alcune tendenze globali al 2050, come l’incremento della popolazione, che in queste nuove megalopoli raggiungerà e supererà i 10 milioni di abitanti entro i prossimi 27 anni. Uno scenario trans-continentale che delinea quali saranno i centri metropolitani più attraenti in cui si concentreranno gli sforzi progettuali dell’edilizia residenziale, ricettiva e sociale. Un’espansione destinata ad avere una ricaduta positiva anche sull’industria dei materiali edili e per interni fra cui la ceramica, che ha caratteristiche di bellezza, durabilità e sostenibilità e che solo in Italia nel 2022 ha generato 8,7 miliardi di euro di fatturato, con le vendite di piastrelle a 7,2 miliardi e un export di 6 miliardi, cifra pari a oltre l’83% dei ricavi, come è emerso dall’Assemblea di Confindustria Ceramica dello scorso giugno. Le megacity di domani, inoltre, saranno città “elastiche”, capaci di interpretare l’ambiente costruito come un sistema che si adatta alle mutevoli circostanze interne ed esterne. “Più le città si densificano, più si trasformano in sistemi iper complessi e dinamici”, riportano gli autori dello studio. Nelle metropoli stanno nascendo piccoli quartieri cittadini con strutture simili a villaggi. In pratica, le strutture rurali si stanno urbanizzando e le strutture metropolitane stanno diventando più rurali. “Questo processo di conversione è ciò che chiamiamo “rurbanizzazione”, ovvero la ridefinizione rurale dell’urbanizzazione”, affermano gli analisti del report. Dentro questo panorama in via di definizione, le metropoli destinate a popolarsi maggiormente rispetto allo scenario attuale sono quelle africane e indiane: Khartoum (Sudan) passerà da 6,2 milioni a 11,2 milioni di abitanti (+80%), Dar Es Salam (Tanzania) da 7,5 milioni a 16,4 (+118%), Nairobi (Kenya) da 5,2 a 10,4 con il +101% e Luanda (Angola) da 9 a 14,6 (+62%), mentre i cittadini indiani di Pune lieviteranno da 7 milioni a 10,8 (+54%), quelli di Surat da 7,9 a 12 milioni (+54%), così come la popolazione di Ahmedabad, che arriverà a 13 milioni dagli 8,5 attuali (+54%).
Le costruzioni fronteggiano un clima sempre più instabile
“Queste prospettive di crescita rappresentano senz’altro un forte appeal per chi progetta, costruisce e sviluppa il business degli immobili residenziali, ma va tenuto conto che Africa e India sono due aree molto complesse. L’india, in special modo, è una piazza difficilissima da tre punti di vista: religione, corruzione e burocrazia”, racconta l’architetto Massimo Roj, titolare e co-fondatore di Progetto CMR, società di progettazione integrata da 25,5 milioni di euro che vanta dieci sedi nel mondo, 2.800 progetti e raduna 160 tra architetti, ingegneri e designer. “Sicuramente la situazione internazionale è estremamente variabile, l’aumento dei tassi di interesse un po’ ovunque, le incertezze geopolitiche, su tutte la guerra (dove l’Ucraina è destinata a rappresentare un intero paese da riedificare, ndr), e il turismo ancora non completamente ripartito in Asia sembrano scoraggiare il mercato delle costruzioni. Nonostante ciò, il nostro responsabile investimenti a Hong Kong auspica una ripresa a breve e lo stesso si stima per il Vietnam”. In aggiunta, la crisi in Cina, esplosa di recente con la bancarotta del colosso del settore immobiliare Evergrande, seguita di pochi giorni alla crisi dell’altro big Country Garden, fa tremare gli altri player di un settore che ha rappresentato fino al 30% del Pil e mette in allerta il Paese tutto, la cui crescita è in frenata.
“Resta il fatto che oggi il 60% delle persone vive nelle città e tra 20 anni sarà l’80%, quindi i tessuti urbani sono destinati a crescere, soprattutto in altezza, e le imprese devono proiettarsi verso i mercati di maggior fermento”, aggiunge Roj, “C’è bisogno però in modo urgente di un contenimento energetico, di produzione con fonti rinnovabili e, non da ultimo, di attivare un processo di ingegnerizzazione delle costruzioni”. Anche un recente studio di Bain & Company affronta la sostenibilità nell’edilizia. Il comparto contribuisce per il 40% alle emissioni globali di gas serra e all’impronta di carbonio, e se la maggior parte dell’inquinamento degli edifici è associato al loro funzionamento, una parte deriva anche dai materiali da costruzione, che rappresentano il 28% dell’edilizia.”
“Sarà necessario migliorarne la circolarità: una sfida critica nelle aree in cui si registra una rapida crescita demografica e una migrazione urbana”, ha commentato Paolo Cerini, partner dell’azienda di consulenza.
La locomotiva creativa della ceramica italiana
Sicuramente le criticità globali, ma anche il potenziale creativo per risolverle, si concentrano sulle città. E sul tema della creatività in ambito di architetture residenziali e per l’hôtellerie entra in gioco a gamba tesa l’Italia, anche e soprattutto su comparti ricchi di storia come quello della ceramica. “Si può definire la regina delle superfici”, spiega il professor Mario Bisson, direttore scientifico del Master in Sensorial Surface Design del Politecnico di Milano gestito da Poli.Design. “La cultura che sta dietro al prodotto italiano è rappresentata dalla storia, dalle famiglie, ma anche dai sensi coinvolti nel rapporto oggetto-uomo, come il tatto e la vista. Sono questi gli elementi che connotano i nostri prodotti rispetto al resto del mondo. Il livello di eccellenza non è solo tecnologico ma è immateriale: è ciò che ha permesso a quel rivestimento di essere come è, ed è questo su cui l’Italia deve puntare per essere leader sui mercati internazionali”.
Asia e Africa hanno rappresentato nel 2022 le aree geografiche di maggiore export per le piastrelle in ceramica con, rispettivamente, un +26% e +29% in valore sull’anno precedente (dati Confindustria Ceramica). “Non possiamo competere a livello mondiale con i numeri dei dipendenti o con la velocità, ma con la storia sì”, prosegue il docente, “L’Italia è una locomotiva. La ceramica italiana è mitologica, la sua superiorità è riconosciuta in tutto il mondo, ma va costruita una cultura attorno all’oggetto. L’Italia è il paese della produzione dei sogni”. Ed è ancora l’Asia il terreno di approfondimento del duo Migliore+Servetto Architects, che con il loro studio, attivo nell’area dal 2001 con oltre 50 progetti, si prepara a realizzare nel prossimo biennio un intervento per la Joshibi University, la più antica università femminile del Giappone. È il paese del Sol Levante uno di quelli di maggiore sviluppo nel 2024 secondo gli architetti, insieme alla Corea del Sud, grazie a un maggior dinamismo dei mercati Apac e a una minore sensibilità all’inflazione rispetto al resto del mondo. “La scena del design sudcoreana si dimostra ben disposta nei confronti di stimoli creativi sull’utilizzo dei materiali, in particolare la ceramica che, lavorata in maniera artigianale, è stata la protagonista della mostra ‘Living Patterns’ realizzata in occasione della Busan Design Week all’interno del Bexco Exhibition Center, nello spazio della Dongseo University, di cui abbiamo firmato la curatela”, affermano Ico Migliore e Mara Servetto, co-founders dello studio di progettazione, “La lavorazione artigianale dei materiali è una pratica comune nei cantieri di Seoul, dove alcuni componenti sono ancora realizzati su misura e direttamente in loco”.
L’irresistibile ascesa del Middle East
E se nel Middle East le uniche città che il report di GmbH indica come future megalopoli sono Teheran e Baghdad, la zona del Golfo è comunque una di quelle più attrattive. Damac properties, tra le più importanti società di sviluppo immobiliare, parte di Damac group, riporta un dato pubblicato sul sito di informazione online Arabian business sull’incremento robusto del real estate a Dubai, in volata a +46,7% nella prima metà 2023. Da gennaio a giugno, il mercato dei building residenziali ha registrato un fatturato di quasi 28 miliardi di dollari, rispetto ai 17,3 del semestre dello scorso anno. Inoltre, un’overview di CBRE, società di servizi e investimenti immobiliari commerciali, evidenzia un valore totale dei progetti pianificati o in fase di realizzazione nei Paesi GCC (Gulf Cooperation Council) nel 2023 pari a 1,36 trilioni di dollari, con l’Arabia Saudita che contribuisce per il 64,5% con circa 877 miliardi di dollari di progetti. Seguono gli Emirati Arabi Uniti con 293 miliardi (21,6% del totale).
Di nuovo Arabian business indica un ritorno degli investitori cinesi sul mercato immobiliare di Dubai, registrando un +130% degli investimenti in edifici a scopo abitativo nella prima metà del 2023. “Il picco è visto come il classico caso in cui la perdita della Cina diventa un guadagno per Dubai, in quanto arriva in un momento in cui si stima un crollo del 27% nelle vendite di appartamenti nel Paese dell’Estremo Oriente sulla scia di un’economia che è cresciuta a un tasso più lento del 3% nel secondo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”, si legge sul newspaper online. Non solo le città del futuro, dunque, ma anche le geografie sono sempre più “elastiche”. E forse per primo se ne è accorto il designer Andrés Reisinger che con l’architetto Alba de la Fuente è al suo secondo progetto per una dimora virtuale, questa volta ambientata nel deserto: dopo il debutto con The Winter House, ora ha disegnato The Crystal Residence, che unisce il regno digitale a quello reale grazie a un progetto facilmente trasformabile in una planimetria fisica. Che possa sorgere magari proprio sui confini del deserto arabico.
di Vittoria Giusti