Si è conclusa con successo la settima edizione di Architect@Work a Londra: 2 giorni dedicati ad architetti e interior designer a chiusura del mese di gennaio e apertura del nuovo anno con un occhio rivolto al futuro del progetto. Trasferita in una nuova sede, la Old Truman Brewery nel quartiere di Shoreditch (fino all’anno scorso era nella più fredda e canonica Olympia National Hall), la fiera quest’anno aveva come tema centrale proprio il futuro, o meglio “a prova di futuro” e, sulla scia di questo obiettivo, il direttore della fiera, Hannelore Caenepeel, ha commentato: “Il
nostro team è molto entusiasta di poter finalmente tenere Architect@work in uno dei quartieri più vivaci di architettura e design di Londra. Siamo convinti che questo passaggio a Shoreditch sia la chiave per l'ulteriore sviluppo del nostro esclusivo concetto espositivo”.
Fortemente attuale, la 2 giorni ha invitato i progettisti selezionati a presentare lavori che possano essere risposte all’epoca presente, in cui il cambiamento viene misurato in secondi, non in anni, e la sostenibilità è una necessità non un ‘extra’. Di particolare rilievo e importanza, la sezione
MaterialDriven che, suddivisa in sottoparti, ha mostrato in un ottimo allestimento e scenario lo stato dell’arte dei nuovi materiali, da quelli adattabili e resilienti con un ciclo di vita più lungo di altri, a quelli non tossici e anzi tossici-assorbenti, comprendendo i tessuti incorporati con alghe e
composti senza carbone realizzati con gas serra catturati, fino ad arrivare alle bioplastiche e ai mattoni cresciuti dal micelio dei funghi.
Il prossimo appuntamento è a Bilbao il 20 e 21 febbraio, per poi seguire con Barcellona e Bordeaux. Architect@work è infatti una realtà dal forte carattere internazionale, con la missione di creare reali connessioni tra designer, architetti e aziende. Piccole fiere di 2 giorni ricche però di workshop, conferenze e incontri per monitorare l’evoluzione del settore.