L’ufficio più green di Milano si chiama ‘Welcome, feeling at work‘ e sorgerà entro il 2024 nell’ex Area Rizzoli vicino al Parco Lambro grazie al progetto messo a punto da Europa Risorse sgr con l’archistar Kengo Kuma e Yuki Ikeguchi, partner dello studio KKAA, punto di riferimento mondiale per l’architettura organica, e Stefano Mancuso, docente di arboricoltura generale e etologia vegetale all’Università di Firenze e botanico di fama internazionale. Con un investimento di 300 milioni di euro finanziati da un fondo privato gestito da PineBridge Benson Elliot e oltre 50 mila metri quadrati di spazi strutturati su sei corpi interconnessi simili a un giardino pensile che, secondo gli specialisti, ne fanno il più all’avanguardia fra gli interventi eco-edilizi in Europa, ‘Welcome’ sarà un luogo di lavoro unico nel suo genere, perché verrà costruito rispettando i principi dell’architettura biofilica: la nuova frontiera della progettazione che si ispira alla ‘biofilia’ (dal greco ‘amore per la vita’) e privilegia i materiali organici per favorire l’integrazione fra uomo e ambiente attraverso spazi che dialogano con il mondo vegetale.
“Siamo partiti dalla volontà di costruire l’ufficio più verde e sostenibile di Milano e la scelta non poteva che cadere su KKAA”, ha spiegato Antonio Napoleone, ad di Europa Risorse nel corso della recente presentazione del progetto. “Poi, però, ci siamo resi conto di quanto sia importante pensare soprattutto al benessere di chi ci lavorerà. Così abbiamo ideato un ambiente di lavoro più sano, luminoso, dinamico, sociale e immerso nella natura, che è poi il contesto in cui le persone sono più contente di venire in ufficio, si ammalano meno, aumentano creatività e rendimento e, alla fine, questo si trasforma in un significativo risparmio sui costi per l’azienda”.
Che la percezione del workspace sia mutata, a maggior ragione dopo la pandemia, lo confermano anche i risultati dell’ultima ricerca Nomisma dal titolo ‘Osservatorio sui nuovi luoghi di lavoro’, illustrata insieme al progetto ‘Welcome’. L’indagine, realizzata su input del developer Europa Risorse, ha coinvolto i responsabili HR di 10 grandi imprese e, tramite una quantitative survey strutturata, 500 lavoratori collocati nell’area Metropolitana di Milano, dove solo il 17% del campione considerato ha dichiarato di ‘essere felice’ di andare in ufficio, mentre il 30% dei rispondenti ha ammesso di provare ansia e il 38% noia, oltre che una diminuzione della concentrazione dovuta ad ambienti poco favorevoli per lavorare (24%). Dalle risposte è poi emerso che l’87% dei lavoratori ritiene che tra le responsabilità delle istituzioni e dei datori di lavoro vi sia quella di garantire il benessere psico-fisico della persona nell’ambiente di vita quotidiano e in quello lavorativo, e per il 95% la progettazione di abitazioni e uffici biofilici è ritenuta un elemento fondamentale; considerando il piano individuale, il 91% degli intervistati è convinto che il progetto “Welcome” potrebbe contribuire in maniera significativa alla salute e al benessere della persona, per l’84% sulla motivazione, per l’81% su produttività e creatività e per il 74% sull’engagement del lavoratore.
“Fino ad oggi, la direzione intrapresa dall’architettura è stata quella di rescindere il rapporto tra uomo e natura. In futuro, il ruolo delle costruzioni sarà quello di connettere i due mondi, esattamente come avviene in ‘Welcome’ a Milano”, sottolinea Kengo Kuma, autore di numerosi progetti ‘biofilici’, fra i quali la nuova sede del V&A Museun di Dundee, in Scozia, e lo stadio nazionale di Tokyo, in Giappone. Non a caso legno e vegetazione saranno gli elementi connotanti del complesso milanese, che oltre agli uffici ospiterà anche auditorium, spazi di co-working, hub per incontri di lavoro, ristoranti e lounge, negozi, un supermercato, un’area wellness e luoghi pensati per eventi e mostre. Fra gli altri vantaggi da considerare per chi occuperà gli ambienti di ‘Welcome’, dove la sostenibilità è reale e si traduce nell’abbattimento delle emissioni, nell’impiego di energie rinnovabili e di sistemi di recupero dell’acqua, c’è anche il taglio dei costi di gestione: è stato infatti calcolato (fonte Stok, The Financial Case for High-Performance Buildings, 2018) che un inquilino che occuperà per un decennio 10 mila metri quadri di ufficio biofilico avrà un risparmio di quasi 2 milioni e mezzo di euro l’anno e di 14 euro al mq l’anno in termini di consumo di energia elettrica.
‘Welcome’ sarà anche il primo edificio al mondo che, per purificare l’atmosfera al suo interno, utilizzerà su larga scala la Fabbrica dell’Aria ideata da Stefano Mancuso e già testata come prototipo per Manifattura Tabacchi a Firenze. In sostanza, “si tratta di una serra da interni dotata di Stomata™, il sistema di filtrazione botanica brevettato da PNAT, che sfrutta la naturale capacità dei vegetali di trattenere e degradare le molecole inquinanti inorganiche, come biossido di carbonio, composti dell’azoto, polveri sottili, e i composti organici volatili, incorporandoli nella propria biomassa e trasformandosi così in un filtro naturale dalla durata indefinita”, spiega il botanico, secondo il quale nelle città del futuro qualunque superficie dovrebbe essere ricoperta dal verde. In più, “la Fabbrica dell’Aria porta le piante negli spazi chiusi in una veste nuova: non più come soli elementi decorativi, ma come base tecnologica di un dispositivo di depurazione all’avanguardia”.