Le vendite all’estero hanno pesato sui conti di Natuzzi. Nel 2023, infatti, il fatturato dell’azienda di Santeramo in Colle (BA), specializzata nella produzione e distribuzione di mobili di design, è calato a 328,6 milioni di euro. La flessione segna un significativo -29,9% rispetto al 2022. Lo scorso anno l’azienda ha accelerato l’operazione di ristrutturazione, con costi una tantum di 7,4 milioni di euro per ridurre la forza lavoro di 514 persone. La riduzione complessiva dal 2021 al 2023 è stata di 759 persone. Questo taglio del 17,5% ha portato così a un risparmio annuale di 22,6 milioni rispetto ai costi del lavoro del 2021. Il margine lordo del 2023, al netto dei costi di ristrutturazione, è stato del 36,3%, rispetto al 35,6% del 2022 e al 31,0% del 2019.
“Le condizioni di mercato – ha commentato Pasquale Natuzzi, presidente del gruppo – per l’industria del mobile sono rimaste impegnative durante il 2023, con i principali mercati che hanno registrato un significativo rallentamento della domanda. In momenti come questi, è imperativo perseverare negli investimenti per rafforzare i nostri asset commerciali principali mentre si perseguono iniziative di ristrutturazione”. L’anno passato ha riportato una perdita operativa di più di 2 milioni di euro, escludendo l’impatto dei costi di ristrutturazione. I costi finanziari netti si sono attestati a 8,5 milioni, rispetto ai 5,2 milioni del 2022, principalmente a causa della persistente crescita dei tassi di interesse. Sono stati investiti inoltre 11,8 milioni, di cui 4,6 milioni in espansione al dettaglio e 7,2 milioni per l’aggiornamento delle strutture produttive. Al 31 dicembre 2023 l’azienda deteneva 33,6 milioni in contanti, rispetto ai 37 milioni di contanti al 30 settembre scorso.
“Il 2023 è stato chiaramente un anno impegnativo per l’intera industria” – ha dichiarato Antonio Achille, CEO del gruppo. “Nei principali mercati delle nostre operazioni, Nord America, Cina ed Europa, l’immobiliare, che è una fonte primaria di nuova domanda, è rimasto stagnante, a causa della situazione economica negativa e dei tassi di interesse elevati. I consumatori sono molto prudenti quando si tratta di investire in prodotti durevoli. Questo si è riflesso sul nostro business, con una diminuzione delle vendite. In questo contesto, continuiamo a lavorare e investire nei due pilastri fondamentali per la nostra trasformazione: completare la transizione verso un marchio di lifestyle e ristrutturare le nostre operazioni. Sul fronte commerciale, Natuzzi oggi ha completato la transizione verso un gruppo brand/retail. Il 92,2% delle nostre vendite proviene da marchi e il 61,7% dal retail. Questi percentuali erano rispettivamente dell’85,3% e del 52,2% all’inizio del 2021″.
“Nel 2023 – ha precisato Achille – con un’accelerazione nell’ultimo trimestre, abbiamo investito in modo significativo per aumentare il controllo delle nostre operazioni globali di retail e commercio. Ciò ha portato a due iniziative, rispettivamente volte a migliorare il retail e l’altro a gestire i nostri negozi e il business all’ingrosso. Per migliorare le prestazioni del retail, abbiamo istituito una divisione globale sotto la guida di Diego Babbo, un manager con oltre 20 anni di esperienza. Questa divisione si occupa di modernizzare e professionalizzare il nostro approccio al retail sviluppando strumenti per supportare le nostre regioni e i nostri rivenditori nel migliorare l’esperienza del cliente in negozio. Per migliorare la produttività dei nostri DOS e dei partner in franchising, abbiamo chiuso la coda dei negozi non performanti. Nel 2023, nonostante le condizioni di mercato negative, basandoci sulla fiducia nel nostro marchio e nel progetto retail, abbiamo aperto 9 DOS, di cui 6 in Nord America, precisamente a San Diego, Houston, Miami, Atlanta e San Francisco. Oggi Natuzzi ha 678 negozi (DOS e FOS) in tutto il mondo e tra i 100 mercati in cui distribuiamo i nostri prodotti, abbiamo identificato 3 regioni strategiche su cui dare priorità per i nostri futuri investimenti, ossia gli Stati Uniti, la Cina e l’Europa, con un focus sul Regno Unito e l’Italia”.