Triennale Milano inaugura una mostra dedicata ad Alberto Meda. Uno speciale percorso espositivo – sospeso tra “tensione e leggerezza” – dedicato all’ingegnere, designer e progettista italiano attivo da oltre 50 anni. La mostra – in programma dal 6 ottobre al 7 gennaio del prossimo anno – è curata da Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale, mentre il progetto di allestimento è di Riccardo Blumer.
L’esposizione, che prosegue attraverso gli spazi della quadreria, dello scalone e del mezzanino della Triennale, affronta alcune delle caratteristiche compositive e metodologiche del lavoro di Meda, come la costante ricerca di leggerezza – visiva e costruttiva – l’attenzione all’integrazione delle funzioni, la tecnologia concepita come fonte di suggestioni e soluzioni. Vengono inoltre analizzati anche l’utilizzo della luce come componente immateriale all’interno del progetto, e il concetto di comfort, approfondito attraverso diversi punti di vista. “La figura di Meda – ha commentato Sammicheli – si colloca perfettamente nel dialogo tra idea e progetto, restituendo allo spettatore sia la bellezza degli oggetti, che la complessità della ricerca che li ha generati”.
“Questa mostra – ha dichiarato Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano – è l’opportuno riconoscimento a un progettista dal profilo peculiare, insieme designer e ingegnere, che ha saputo magistralmente unire l’eleganza del suo tratto alla sofisticata precisione dei dettagli e delle soluzioni tecniche, generando così nel tempo una serie di oggetti di grande leggerezza, efficienza e meraviglia”.
Il percorso espositivo presenta una selezione di prodotti, prototipi, disegni e fotografie, oltre ad alcuni schizzi inediti, provenienti da aziende, prestatori e dall’archivio dello studio del designer. Una sezione è dedicata all’individuazione di un utilizzo “altro” degli oggetti che il progettista ha ideato negli anni. “Analizzando alcuni aspetti tecnici dei suoi progetti, Meda li sovverte e li destina ad un uso diverso, trasformandoli in “giochi” con i quali il visitatore può interagire. Ne è esempio la tensione delle corde che caratterizza la chaise longue Longframe (Alias, 1994) e che viene utilizzata come strumento musicale, dando vita, grazie alle vibrazioni prodotte, ad Arpaframe o Benjoframe, mentre attraverso l’utilizzo di un sistema di rinvii e carrucole la lampada Fortebraccio (Luceplan, 1998) è trasformata nel personaggio di un teatro dei burattini”.