Venticinque anni per venticinque storie. Dalla prima caffettiera espresso per Alessi, disegnata nel 1979 da Richard Sapper e che ha segnato il debutto per il marchio nell’ambiente cucina, alle posate di Virgil Abloh, lavoro presentato postumo. Dall’iconico bollitore con l’uccellino di Michael Graves (rivisitato proprio dallo stilista di Chicago prima di morire) e dal set Tea & coffee Piazza, anch’esso di Graves e ispirato alle architetture urbane, agli oggetti pieni d’ironia, come lo spremiagrumi Juicy Salif di Philippe Starck, il macinapepe Grind di William Alsop e Federico Grazzini, e il cavatappi Anna G. di Alessandro Mendini.
A 25 anni dalla fondazione del contenitore espositivo aziendale di Omegna, Alessi celebra con la mostra “25 storie, 25 anni del Museo Alessi” le sue icone, la sua visione pionieristica e il suo spirito libero e pop. Con i suoi oltre 25mila oggetti, 19mila disegni, 20mila foto, lo spazio inaugurato nel 1998 su progetto di Mendini conserva e valorizza ogni documentazione della storia dell’azienda e della sua ricerca, frutto del sodalizio con oltre mille designer. Ne racconta idee, visioni e anche concept mai realizzati. “Da sempre cerchiamo di interpretare lo spirito del tempo e guardare ai giovani con curiosità”, racconta il presidente Alberto Alessi, che ha contribuito fin dagli anni Settanta a trasformare l’azienda familiare fondata nel 1921 da Giovanni Alessi in una ‘fabbrica del design’ anche attraverso gli autori che ha saputo coinvolgere. “In questo momento penso a Federico Angi, designer molto dotato e che apprezzo. In generale, coloro con cui da sempre abbiamo lavorato, da Aldo Cibic a Ettore Sottsass, da Andrea Branzi a Stefano Giovannoni compongono un panorama creativo sfaccettato e ricchissimo, non solo per noi”.
Il marchio di recente ha poi rinnovato il proprio store dentro Harrods per solidificarne la presenza con un progetto di Amdl Circle e Michele De Lucchi, architetto legato da uno storico sodalizio ad Alessi e che ha firmato di recente la famiglia di elettrodomestici Plissé, partita con il bollitore e ora in un’estensione di gamma. “La Gran Bretagna è per noi un mercato forte e, anche se guardiamo da molto tempo con interesse agli Stati Uniti e al Far East, il nostro focus resta l’Europa – precisa Alberto Alessi -. Siamo un’azienda italiana con una mentalità europea e ci rivolgiamo soprattutto a questa parte di mondo”. Tra i paesi del vecchio continente, oltre all’Italia che rimane il principale bacino, sono solidi la Germania, seguita da Francia, Belgio e Olanda. Tra i sogni nel cassetto di Alberto Alessi c’è infine anche l’arredo. “Questo è un ambito che mi interessa molto, ma delle cui criticità sono ben consapevole”.
di Vittoria Giusti