Da domani – 19 ottobre – fino al 10 dicembre di 2023, il Complesso Monumentale Chiostro di Sant’Agostino di Pietrasanta (LU) ospiterà la mostra Invisible City. La mostra, interamente dedicata alle fotografie di Veronica Gaido, approda in Italia in occasione del Pietrasanta Design Week-end dopo essere stata ospitata al Consolato generale d’Italia a New York da maggio a settembre di quest’anno.
L’artista si è lasciata ispirare dall’omonimo romanzo di Italo Calvino – di cui ricorrono proprio i cento anni dalla nascita – per creare questa serie fotografica, nata nel 2015 e ancora in fieri. “Da New York a Pechino, da Miami a Tokyo, – si legge in un comunicato – gli edifici di queste grandi metropoli si trasformano passando attraverso l’occhio di Gaido e diventano sostanza viva, pura luce. L’artista fa diventare la materia dura delle architetture monumentali fluida, flessibile, sinuosa; tratta i grattacieli come fossero canne di bambù mosse dal vento, percorse dalla luce, dal tempo e dalle sue emozioni, in una visione che guarda alla pittura futurista del primo Novecento, ma che diventa futuristica. Un vero e proprio passaggio di materia dove il solido diventa fluido e vibrante, creando delle immagini che attraggono e respingono allo stesso tempo e che, trasportando la mente nella sfera del sublime, fanno correre l’immaginazione e danno vita a spazi e mondi altri”.
“Gaido non è solo una fotografa, ma una pittrice della realtà, un’artista che dipinge con la luce per farci vedere il mondo con una nuova prospettiva, ricordandoci che la bellezza è ovunque, se siamo disposti a osservare con attenzione e sensibilità. Le sue immagini sono sono pennellate di colore, luce ed emozione. Ogni foto racconta una storia, cattura un momento, e ci invita a vedere il mondo con occhi diversi”.
“D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda. Questa citazione di Italo Calvino sembra incarnare il sentimento che emerge dal lavoro fotografico di Gaido, in omaggio al celebre romanzo dello scrittore” – commenta Maria Vittoria Baravelli curatrice della mostra – “Una indagine attraverso le sue fotografie liquide delle città del mondo, dall’America al Giappone, dalla Cina all’Europa, per giungere oggi, in occasione della sua mostra, in Versilia, territorio in cui è nata. L’esposizione racconta di come le architetture, totem della nostra contemporaneità esprimano le vite di chi quei luoghi li vive, dimostrando quanto la sua fotografia sia più vicina all’arte che al reportage.
Corpi vicini, lontani, sfumati, accennati o a malapena visibili. Nelle immagini di Veronica, sembra che esploriamo la superficie delle cose, cercando di unire i pezzi e di delineare tutte le vite che non sono le nostre, o che forse avremmo potuto vivere se fossimo dall’altra parte del mondo”.