Un accordo strategico per lo sviluppo e la promozione della cultura del design Made in Italy, valore indissolubilmente associato alla storia, all’economia e all’identità del Paese: è il cuore del protocollo d’intesa sottoscritto il 2 maggio a Roma da Massimo Caputi, presidente dell’Associazione Marchi Storici d’Italia, insieme al direttore della stessa Associazione, Rocco Orefice, e da Luciano Galimberti, presidente Adi, l’Associazione per il Disegno Industriale, con Marika Aakesson, presidente Adi Lazio. Il documento, che ha una validità di due anni e che nella sua preparazione è stato seguito per Adi da Gianfranco Tonti, coordinatore del Dipartimento Imprese dell’Associazione, sancisce una partnership fra due enti fondamentali per la valorizzazione di manifattura e design, il binomio virtuoso che ha dato vita al Made in Italy e ora da supportare attraverso iniziative che un tavolo allargato svilupperà in dieci macro-settori: dalla casa alla mobilità, dal lavoro alla cura della persona, fino al comparto alimentare e a quello dei materiali. Senza tralasciare il sociale, i servizi, l’impresa e la comunicazione.
“In Italia, fra imprenditoria e design c’è da sempre un legame molto stretto, perché nel corso del tempo la promozione dei marchi è stata spesso affidata al design – penso per esempio a un brand come Campari – e tantissimi oggetti che usiamo ogni giorno, dalla moka alla Vespa, sono nati proprio grazie alla creatività dei designer”, spiega Caputi, al vertice dell’Associazione Marchi Storici d’Italia, l’unica realtà rappresentativa delle aziende titolari di Marchi Storici iscritti al Registro speciale dei Marchi Storici di interesse nazionale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’associazione riunisce un centinato di aziende “che rappresentano in maniera trasversale tutta la rete produttiva italiana, dal settore metalmeccanico all’alberghiero, dalla moda all’arredamento fino all’automotive, e rivestono da sempre un ruolo rilevante nel sistema di design industriale promosso dall’Adi, avendo contribuito a diffonderne il valore e la qualità sin dai suoi primi sviluppi”. A conti fatti, le aziende italiane che oggi potrebbero essere riconosciute come Marchi Storici, a fronte di almeno cinquant’anni di attività certificata, sarebbero circa 50mila: per acquisire questo status, è necessario presentare una richiesta documentata seguendo la procedura telematica attivata presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Con un ulteriore passo avanti, il recente protocollo siglato dall’Associazione Marchi Storici d’Italia e dall’Adi mette ancora di più l’accento sulla necessità di una “valorizzazione congiunta delle realtà imprenditoriali storiche e del design italiano affinché siano sempre più elementi di distinzione del Made in Italy nel mondo, nella consapevolezza del valore che trasversalmente apportano ai territori e ai settori che rendono la produzione italiana inimitabile”, dice Massimo Caputi.
“Il design è fondamentale in ogni punto della filiera produttiva, dalla scelta dei materiali ai rapporti con gli utenti”, gli fa eco il Presidente Adi Luciano Galimberti, “e questa nuova d’intesa contribuisce a sviluppare la conoscenza reciproca, lo scambio di saperi e l’arricchimento della cultura condivisa da progettisti e produttori. I Marchi Storici sono un elemento di continuità che ha svolto proprio questo compito, e anche l’Associazione per il Disegno Industriale, fondata nel 1956 per rappresentare le idee e gli interessi del sistema del design in Italia e nel mondo nel quadro di un sistema coordinato di cui fanno parte anche la Fondazione Adi Collezione Compasso d’Oro, che gestisce l’Adi Design Museum di Milano, è a sua volta un Marchio Storico. Orgoglioso di esserlo.” Heritage, sostenibilità, internazionalizzazione e nuove opportunità di business sono i pilastri di una road map che prevede, nell’arco dei prossimi mesi, “la messa a terra di un programma concertato fra l’Associazione Marchi Storici d’Italia e Adi per la promozione a 360 gradi della cultura del design”, annuncia Caputi.
“È stata appena presentata a Roma, a cura di Poste Italiane, un’emissione filatelica ispirata ai marchi storici, composta dai francobolli dedicati alla pasta De Cecco, al pomodoro Cirio, ai salumi Vismara, alla confettura Santa Rosa, e al miele Ambrosoli, che vanno ad ampliare la serie tematica delle eccellenze del sistema produttivo ed economico. In autunno, poi, verrà allestita un’esposizione a Palazzo Piacentini a Roma, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per presentare al grande pubblico i Marchi Storici, testimonianza viva dell’immensa creatività dell’imprenditoria italiana. Inoltre, è nostra intenzione proporre a breve al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, l’idea di un circuito dei Musei dei Marchi Storici Italiani: un percorso che si snoderà in tutta la Penisola all’interno dei più significativi fra i musei d’impresa”.