È morto nella sua casa di New York Gaetano Pesce. Il designer e architetto, che avrebbe compiuto 85 anni il prossimo novembre, ha lasciato un’impronta indelebile nel campo dell’architettura, del design e dell’arte contemporanea. Nel corso di una carriera che ha abbracciato quattro decenni con commissioni in architettura, pianificazione urbana, esposizioni e design industriale, Pesce ha concepito progetti pubblici e privati tra Europa, Stati Uniti, America Latina e Asia. Tutto il suo lavoro è stato espressione del suo principio cardine, ovvero che il modernismo non è tanto uno stile quanto piuttosto un metodo per interpretare il presente e suggerire un futuro in cui l’individualità è preservata e celebrata.
Originario di La Spezia, Pesce ha studiato architettura all’Università di Venezia tra il 1958 e il 1963 per poi prendere parte al Gruppo N, un collettivo d’avanguardia su modello del Bauhaus. Ha insegnato architettura a Strasburgo per ventotto anni, al Carnegie Mellon a Pittsburgh, alla Domus Academy a Milano, al Polytechinc di Hong Kong, alla Scuola di Architettura di San Paolo e alla Cooper Union a New York, dove ha stabilito la sua residenza dal 1980, dopo aver vissuto a Venezia, Londra, Helsinki e Parigi.
Il lavoro di Pesce è stato ampiamente riconosciuto e premiato, con numerosi riconoscimenti tra cui il Chrysler Award for Innovation and Design nel 1993, l’Architektur and Wohnen Designer of the Year nel 2006 e il Lawrence J. Israel Prize dal Fashion Institute of Technology di New York nel 2009. Le sue opere sono presenti in oltre trenta collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo, come il MoMa di New York e San Francisco, il Metropolitan Museum di New York, il Vitra Museum in Germania, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Centro Pompidou e il Musée des Arts Décoratifs del Louvre a Parigi.
In occasione della Milano Design Week di questt’anno Pesce avrebbe dovuto presentare la monografica “Nice to See You” alla Biblioteca Ambrosiana. La mostra raccoglie una trentina di opere, per lo più inedite e realizzate tra il 2023 e il 2024. Inoltre, in collaborazione con il Comune di Milano, avrebbe dovuto inaugurare L’Uomo Stanco. Un’installazione monumentale in Piazza San Pio XI che parla della stanchezza etica di cui soffre il cosiddetto “sesso forte”.