È morto ieri a Milano Alessandro Mendini, uno dei più importanti architetti e designer del nostro tempo. Aveva 87 anni ed era ancora in piena attività nello studio di via Sannio, da cui dirigeva, insieme al fratello Francesco, il noto Atelier, da cui sono usciti i più celebri pezzi del nuovo design italiano.
CREAZIONI ICONICHE E COLLABORAZIONI
Tra le sue opere più iconiche da ricordare la poltrona Proust, ispirata all’estetica del Settecento ma decorata pensando a Signac, e i numerosi accessori ideati per Alessi, uno su tutti il famoso cavatappi ‘Anna G.’.
Le collaborazioni di Mendini hanno coinvolto numerose e note aziende italiane, non solo di design, tra le quali Philips, Venini, Cartier, Kartell e Swatch.
STORIA DI UN MAESTRO DEL DESIGN
Mendini, nato il 16 agosto 1931 da una famiglia dell’alta borghesia industriale che gli aveva trasmesso la passione per l’espressione artistica, si era laureato al Politecnico di Milano e aveva sperimentato diversi aspetti dell’arte, dalla pittura alla grafica, oltre ad essere era stato direttore di note riviste di design e architettura come Modo, Casabella e Domus.
La sua figura è stata dirompente soprattutto dagli anni 70, quando entrò sulla scena del radical design: Mendini è stato per decenni sostenitore di una controcultura del design, di cui ha contestato l’inaridimento in formule irrigidite, incapaci di raggiungere quella necessaria empatia che secondo lui doveva stabilirsi tra l’uomo le cose.
La sua fama di costruttore gli venne dall’ideazione del Museo della città di Groningen in Olanda. Tra le sue ultime opere d’architettura va ricordata l’operazione gestita a Napoli per le Stazioni dell’Arte, una serie di fermate della nuova metropolitana che ha portato al riscatto di aree degradate della città, grazie alla collaborazione tra l’architetto e gli artisti.