Anche Palermo ha la sua design week ed è la più longeva del Sud Italia (la prima nel 2012). E’ in programma a nel capoluogo siciliano dal 14 al 23 ottobre, con una anticipazione alla viglia, il 13. Focus dell’edizione 2022 il concetto di ri-evoluzione, mutamento, trasformazione del pensiero che determina una capacità di autogenerare un proprio percorso creativo. “Un’edizione che rappresenta un punto di svolta importante per iDesign e per la città di Palermo. La X edizione – spiega Daniela Brignone, curatrice della kermesse – avrà un respiro internazionale e guarda al futuro con l’ambizione di essere uno degli appuntamenti culturali di riferimento nel mondo dell’arte e del design italiano nel mondo”.
Nel centro storico si susseguiranno le iniziative presso le botteghe, i musei,le sedi espositive che accoglieranno il pubblico e lo inviteranno a riflettere sulla capacità del design di adottare nuovi materiali e nuovi procedimenti che si adattano a stili di vita in evoluzione. L’evento inaugurale si svolgerà alle 19 nella antica villa Tempu, ricordando il car designer scomparso, Emanuele Nicosia, attraverso una mostra. Tra i luoghi della rassegna, la Galleria regionale di Palazzo Abatellis, i musei Riso, Salinas e Antonio Pasqualino, Palazzo Drago Ajroldi di Santacolomba così come i Cantieri Culturali alla Zisa e l’Accademia di Belle Arti.
La storia e la contemporaneità si alterneranno nelle varie sedi, riesumando il design storico di interpreti che hanno fatto la storia del design: dai gioielli dei Musy, fornitori di Casa Savoia, a Carlo Mollino, fino alla Ceramica Florio e al design contemporaneo di Vito Noto, autore siciliano molto noto all’estero.
Per toccare, infine, le potenzialità di sottoprodotti industriali per la creazione di nuovi materiali e il racconto tra tradizione e devozione espresso dagli ex voto, registro di mutamenti nei costumi, negli arredi e nei mezzi di trasporto. Il futuro e le potenzialità dei materiali e delle forme verranno indagati anche attraverso i diversi workshop a calendario: dalla rivitalizzazione e reinterpretazione del carretto siciliano così come delle oliere in alluminio, passando per la riflessione sui colori e gli sguardi che compongono una narrazione urbana nel quartiere Ballarò, fino ad una sperimentazione di antiche tecniche quali la xilografia e alla produzione artigianale di taccuini.