Uno spazio blu, uno scrigno che racconta il design. Lo Spazio Cappellini di via Borgogna 8 a Milano, inaugurato lo scorso Salone del Mobile, non è solo uno showroom, ma un hub di cultura capace con il piglio del vero narratore di svelare i segreti dell’ abitare. Una scatola piena di stimoli e prospettive, un contenitore da riempire di volta in volta con i racconti delle grandi ‘matite’ creative contemporanee, scoperte negli anni da Giulio Cappellini. Che poi non è altro che la sua squadra consolidata che, attraverso relazioni profonde e stimolanti, ha lasciato a suon di progetti iconici, un segno indelebile nella storia del design. Un racconto che parte dalle affinità intellettuali, da una visione progettuale comune e da un lavoro di condivisione costante che si perde nel tempo e che continua ancora oggi a dare i suoi frutti.
Nessuno lo direbbe, ma la longevità di queste liaison è decisamente da manuale di storia del design, basta vedere quella con Jasper Morrison, celebre designer inglese, che con Giulio Cappellini collabora ormai da ben 35 anni. Ed è proprio a lui che lo spazio dedica una retrospettiva per esplorare il suo linguaggio creativo e celebrare la lunga amicizia con Giulio Cappellini. Una collaborazione feconda costellata da prodotti intramontabili diventati vere icone del design, il cui successo testimonia l’impegno costante dell’azienda e del designer nel mantenere vivo il dialogo tra passato, presente e futuro. La mostra racconta la coerenza progettuale e l’evoluzione di Morrison, evidenziando come abbia sempre trovato in Cappellini un interprete eccellente delle sue idee. L’incredibile sintonia intellettuale e il linguaggio visivo condiviso, diventano una narrazione chiara e condivisa, che si esplicita attraverso gli arredi esposti, caratterizzati da rigore, semplicità ed eleganza, fatta di proporzioni perfette e proporzioni armoniose. Dai primi pezzi come la Thinking Man’s Chair o il One Legged Table, testimoni della rinascita del Minimal Design, ai successivi progetti come Elan, il primo divano sospeso su esili gambe senza supporti centrali, o Low Pad, la prima famiglia di sedute con tessuto o pelle stampati sulla struttura ogni creazione esprime un alto grado di sperimentazione e originalità. Il percorso espositivo continua con la collezione Lotus, che ha rivoluzionato le regole delle sedute da ufficio, con Oblong, il primo divano disarticolato e progenitore di una lunga serie di prodotti, e Orla, una reinterpretazione contemporanea delle poltroncine curvilinee degli anni ’50.
Questi arredi che vanno oltre la loro funzione pratica, diventano veri e propri testimoni di un’eleganza senza tempo, che unisce forma e funzione in un abbraccio indissolubile, tra ricerca dei materiali e una dedizione appassionata per i dettagli. Nell’allestimento curato da Giulio Cappellini, Jasper Morrison ha selezionato con maestria anche oggetti di uso quotidiano che incarnano la semplicità e l’originalità intramontabili del suo modo di vedere l’abitare. Questi pezzi, scelti con cura, riflettono l’approccio unico del designer e si integrano armoniosamente nel progetto, conferendo all’insieme il potere della storia. Questa mostra è la dimostrazione pratica di come l’affinità intellettuale di due creativi possa creare una connessione profonda e stimolante, che non può che scaturire da una collaborazione fluida e una comprensione intuitiva delle idee dell’altro. Una sintonia che da 35 anni ha continuato a favorire la realizzazione di progetti innovativi e significativi che hanno, come dimostrano i fatti, superato le barriere del tempo, mantenendo immutato il loro fascino. Un elisir di eterna giovinezza, un abbraccio alla perfezione, una tela in cui il tempo si arrende all’eternità.