Estremamente versatile per natura e assolutamente intramontabile, torna a stupire con lavorazioni innovative e talvolta scenografiche. Mantenendo quel senso di calore e di accoglienza che trasmette a ogni ambiente.
È un viaggio dalla natura alla forma, è un affascinante e complesso processo di trasformazione che integra tradizione e innovazione, è un pattern materico che soddisfa ugualmente sostenibilità e creatività… Che sia di quercia, di pino, di frassino, di mogano, di faggio, di noce o di ciliegio il legno è indubbiamente la scelta cardine per realizzare arredi funzionali che mostrino anche la bellezza della sua unicità e che portino il calore della natura dall’esterno all’interno. E se è vero che qualsiasi prodotto può essere reinventato in maniera differente questo discorso vale ancora di più per il legno che permette di creare nuovi codici espressivi in cui l’eleganza si sposa con l’originalità. Grazie alle sue qualità intrinseche di ricchezza visiva data dalle infinite tonalità e venature, di durabilità e solidità che danno un senso di sicurezza e di affidabilità e di versatilità per la sua capacità di assumere molte forme e funzioni diverse, questo camaleontico materiale riesce a creare una connessione estremamente armonica tra biofilia, sostenibilità e irripetibili opere di design. L’esempio più eclatante? La sedia a dondolo Move, ideata da Rossella Pugliatti per Giorgetti, s’ispira proprio alle forme organiche che il legno assume in natura reinterpretandole attraverso la tradizione di alta ebanisteria del brand. Assolutamente contemporanea e sinuosa questa seduta, che celebra quest’anno il suo 10° anniversario, è frutto di un lungo processo di ricerca sulla meccanica dei corpi solidi e deve la sua notevole complessità a un doppio telaio dalla forma intrecciata composto da 31 pezzi di frassino massello con sezioni sempre differenti. La prima struttura accoglie la seduta e lo schienale imbottito mentre la seconda li sostiene entrambi e ne consente il movimento a dondolo. Il risultato, davvero scenografico, diventa un inno al dinamismo e alla leggerezza delle parti curve che ridisegnano il concetto di comfort attraverso linee non convenzionali e con un disegno davvero innovativo.
Punta invece a una simbiosi totale tra materia e natura la riedizione 2024 della sedia Catifa Carta dall’iconica silhouette sinuosa di Arper, disegnata da Lievore Altherr Molina nel 2001 e realizzata con il nuovo e pionieristico materiale Papershell. Cioè un foglio di carta proveniente da fonti responsabili ricavato dall’uso degli scarti del legno come segatura, trucioli e rami. Per la scocca di questa seduta sono necessari 29 fogli di carta accoppiati con un legante di resina naturale che riducono notevolmente l’impatto sull’ambiente facendo ciò che naturalmente fanno gli alberi ovvero catturando l’anidride carbonica. Ma non finisce qui. Alla fine del suo ciclo di vita Papershell può essere sottoposto a pirolisi, un processo di combustione che avviene a bassa temperatura e impedisce il rilascio di CO2, per essere convertito in biochar: un tipo di carbone vegetale che ha la capacità di trattenere efficacemente l’anidride carbonica e che viene utilizzato soprattutto come ammendante del suolo perché contribuisce a ripristinarne la ricchezza naturale e a sostenere la biodiversità. Per ridurre ulteriormente il suo impatto ambientale e per consentire un design circolare Catifa Carta è anche completamente disassemblabile.
Abbracciare un tema necessario come quello della sostenibilità integrando le nuove tecnologie per offrire soluzioni che migliorino la nostra vita e che allo stesso tempo rispettino il pianeta è la scelta cruciale per rendere il mondo del design davvero virtuoso.
Nuovi percorsi narrativi
Se è vero che la lavorazione del legno è un’arte antica fondata sull’abilità artigianale è ancora più vero che le nuove tecnologie permettono ai designer e agli artigiani di valorizzare maggiormente questo materiale vivo e le sue lavorazioni ampliando i loro confini e raggiungendo livelli di precisione, efficienza e creatività senza precedenti. Grazie all’integrazione di strumenti avanzati come l’IA, che può essere utile nell’analisi di grandi quantità di dati e nell’automatizzare compiti ripetitivi, come la realtà aumentata che permette di testare un oggetto in ambienti virtuali prima della reale produzione e come la bioingegneria che in futuro potrebbe riuscire a creare un legno coltivato in laboratorio solo con le fibre che servono al momento e senza abbattere nessun albero (un concetto avveniristico ma comunque una promessa di innovazione futura visto che sul tema esistono già diversi studi in corso…). Restando però sulle tecnologie già esistenti che ampliano le possibilità di utilizzo del legno, preservando sempre la sua essenza naturale, si passa dagli strumenti computerizzati come le fresatrici CNC (Controllo Numerico Computerizzato) e i laser cutter ai software CAD (Computer-Aided Design) e CAM (Computer-Aided Manufacturing), che offrono una precisione micrometrica, permettono di lavorare con design complessi e simulano il processo di lavorazione identificando eventuali problemi e ottimizzando il design, fino alla stampa 3D utilizzata per creare una prototipazione rapida o per rendere ancora più originali le qualità estetiche del legno.
Ne è un esempio la nuova collezione di mobili bagno Testadura presentata da Inda al Salone del Mobile di Milano. Qui il protagonista assoluto della serie è il legno che, grazie all’utilizzo di una tecnologia all’avanguardia di pressatura in 3D, interpreta due diverse tipologie di frontali molto ricercati nell’estetica e con uno spessore di appena 3 mm. Questa tecnica rivoluzionaria consente di creare superfici in legno con forme geometriche regolari come le doghe verticali oppure di realizzarle in una versione “graffiata” dalla trama irregolare e dall’effetto disomogeneo accentuato che enfatizzano la piacevolezza visiva e tattile tipiche della materialità del legno. Per entrambe le texture sono disponibili le finiture naturali in rovere e noce alle quali si aggiungono diverse varianti come il rovere sbiancato ispirato alle tonalità del nordic design fino alle nuance più scure. I pannelli di legno vengono poi alloggiati in un telaio in alluminio discreto disponibile in più di 15 colori per offrire un ampio margine di creatività compositiva.
Dalla volontà di esplorare nuovi territori nasce anche l’innovativa collezione dining Teseo di Roda disegnata da AMDL CIRCLE, lo studio fondato da Michele De Lucchi, che porta in scena il legno “cucito”. Composta da un tavolo e da una sedia, si distingue infatti per un dettaglio sartoriale unico che unisce tra loro le doghe in teak tramite una cucitura continua di corde, trattate con un processo superficiale a base d’acqua che le rende più scorrevoli e più resistenti all’usura, in un abile incontro tra tradizione artigianale e innovazione tecnologica. In un suggestivo gioco tra trame tessili e orditi lignei la seduta dai fianchi sfaccettati e dalla cucitura continua è il risultato di un preciso processo di produzione che vede l’utilizzo di tecnologie innovative e riesce ad esprimere al massimo la fusione tra artigianalità e industrializzazione e tra sperimentazione e serialità. Il tavolo mostra una particolare ricerca di equilibrio tra le parti cucite e le doghe non cucite che valorizza il concept del progetto.
Benessere e intimità
Esempio perfetto di armonia tra materia e natura, il legno viene scelto come materiale d’elezione anche per aggiungere calore e carattere agli spazi abitativi. Il prodotto ligneo genera infatti un forte senso di accoglienza e di comfort, rende l’atmosfera rasserenante e contribuisce a ridurre lo stress promuovendo una sensazione di benessere perché ci mette in sintonia con l’ambiente naturale anche quando siamo al chiuso. Inoltre toccare il legno dà una sensazione appagante e confortevole. L’aspetto naturale e le tonalità calde del legno contribuiscono definitivamente a creare spazi tranquilli e rilassanti ideali per il riposo o per i momenti più chill-out. Ed è proprio un’intimità essenziale a contraddistinguere il letto Iro di Porro che porta la firma del duo Gamfratesi formato dalla designer danese Stine Gam e dall’italiano Enrico Fratesi. Semplice e sofisticato, con due ampi cuscini di testata rivestiti in pelle o in tessuto, è caratterizzato da un perimetro in massello tornito di frassino spazzolato e verniciato a poro aperto lucido dal forte spessore che attira l’attenzione sul dettaglio del giunto angolare in appoggio che evoca le case alpine in legno così come gli incastri usati dai giapponesi per sostenere i rami degli alberi. Insomma, tutto il fascino del legno e di un immaginario che coinvolge artigianato, cultura del progetto e ricerca tecnologica vive in questo letto che sembra quasi galleggiare nella sfera delle emozioni e del vissuto quotidiano.
L’uso del legno come catalizzatore di sensazioni positive e come demiurgo di un’oasi di calma avvolgente e confortevole porta inevitabilmente a pensare alla zona bagno. Non sarà certo un caso se la nuova collezione Picture disegnata dallo Studio Adolini per Scarabeo Ceramiche mette in scena composizioni sapientemente studiate, come se fossero appunto preparate per lo scatto di una fotografia, dove i mobili in legno vengono accolti da telai minimali in metallo che vengono concepiti come una tela in cui l’estetica e il calore possano incontrare la praticità offrendo un’esperienza davvero armoniosa. Proposto con due tipologie diverse di telaio, uno appoggiato a terra che raggiunge un’altezza di 60 cm e che contiene uno specchio e una mensola al suo interno e l’altro sospeso ad un’altezza di 90 cm corredato da un altro telaio che accoglie specchio e mensola, si focalizza sui mobili contenitori che offrono diversi spunti di personalizzazione sia come tipologia di composizione con o senza vani a giorno, sia come scelta di finiture. Tra i finishing Standard si fanno spazio il bianco, il nero, il rovere scuro e il rovere Lindberg mentre le finiture Premium prevedono l’opzione superficie liscia oppure l’elaborata lavorazione a canneté realizzate nelle essenze lignee noce canaletto e rovere chiaro.