Lo studio Stefano Boeri Architetti firmerà la rinascita dell’ex zona industriale di Chalupkova, nella città di Bratislava. Con i suoi tre ettari, è una delle più grandi aree dismesse della capitale slovacca. Nonostante la sua vicinanza al centro storico e al Danubio la zona è rimasta in stato d’abbandono per decenni. Ora, con il masterplan Urban Oasis, lo studio milanese di architettura ha vinto il concorso indetto alla fine dello scorso anno da Penta Real Estate, proponendo un importante intervento di rigenerazione urbana. Punto di partenza è la creazione di un grande parco pubblico, ai cui lati sorgeranno una torre e quattro edifici a media densità che ospiteranno 1300 appartamenti. Il progetto sarà suddiviso in quattro fasi e la realizzazione avrà un calendario di circa dieci anni.
Rispetto alle proposte degli altri concorrenti – tra i quali gli studi internazionali di architettura BIG (Bjarke Ingels Group), Gensler, MAD Architects e MVRDV – la giuria ha apprezzato la ‘matrice europea’ del progetto di Stefano Boeri Architetti con la scelta di realizzare “un nuovo quartiere di edifici che riprendono le tradizionali facciate in pietra e mattoni combinandole con il verde” attorno a un grande giardino pubblico.
“Il progetto di Urban Oasis – dichiara l’architetto Stefano Boeri – porta in un Paese che sta vincendo la sfida dell’integrazione in Europa, un innovativo quartiere residenziale che si sviluppa attorno a un grande giardino pubblico ad alta biodiversità. Urban Oasis rappresenta al meglio le sfide del mondo contemporaneo senza dimenticare la tradizione architettonica mitteleuropea Bratislava compirà così un passo in avanti verso il modello di metropoli arcipelago: una città dove i quartieri sono nuclei di produzione di energia pulita, con la varietà di funzioni e abitanti tipica delle città europee e la natura vivente delle piante al loro centro e sulle facciate degli edifici”.
“Nel progetto Urban Oasis abbiamo lavorato su come ottimizzare la luce naturale diretta, ma allo stesso tempo proteggere dal vento e dall’inquinamento acustico; su come valorizzare l’accessibilità e la fruibilità del parco, su come trasformarlo in un elemento di regolazione del microclima, dell’umidità e dell’effetto isola di calore urbano”, commenta Pietro Chiodi, partner di Stefano Boeri Architetti.