Nel primo semestre 2024 le vendite italiane di piastrelle in America sono salite del 6,8 per cento. Ma nel 2023 il fatturato dell’intero comparto è crollato del 13 per cento. In controtendenza gli investimenti, +7,4 per cento.
Brilla un raggio di sole nell’industria ceramica italiana, crescono gli investimenti e torna positivo l’export verso alcuni mercati. Se lo scorso anno, affaticato dalla bassa domanda internazionale, questo settore ha perso un miliardo di euro di fatturato, nel primo semestre del 2024 cauti segnali di ripresa vengono dalle vendite verso America e Oceania, dove le esportazioni delle piastrelle hanno registrato rispettivamente un +6,8% e un +1,9%. Nei soli Stati Uniti, nei primi sei mesi dell’anno in corso l’import totale di piastrelle dall’Italia si è attestato a 14, 1 milioni di metri quadrati, in crescita del 6,6%, mentre in valore l’export ha superato i 288 milioni di euro in crescita dello 0,7%), in netta controtendenza rispetto al mercato (-4,3% in volume, -3,5% in valore).
L’export complessivo nel primo semestre di quest’anno ha segnato valori a due polarità: -3,8%, in valore, a 2,6 miliardi di euro e +0,7% in quantità a 152,2 milioni di metri quadrati. I numeri, elaborati da un’indagine diretta da Confindustria Ceramica, arrivano in occasione della 41esima edizione di Cersaie, l’appuntamento internazionale dedicato alle superfici e all’arredobagno che, dal 23 al 27 settembre, torna alla Fiera di Bologna e che vede la presenza di imprese da 25 Paesi di tutto il mondo.
Commenta Augusto Ciarrocchi, neopresidente eletto di Confindustria Ceramica: “L’export è in leggera ripresa, ma per tutelare l’intero comparto serve agire su più fronti, al più presto. Nella competizione internazionale, la ceramica italiana è ora alle prese con la concorrenza sleale di mercati come India e Cina, non regolamentati.
In un contesto internazionale così competitivo, occorre innanzitutto il rispetto delle regole del Fair Trade. L’energia rappresenta un altro fattore particolarmente critico per la nostra competitività. Gli attuali prezzi dell’energia termica confermano la necessità della misura Gas Release. Drammatico è poi il meccanismo degli ETS, un sistema che per l’industria ceramica italiana – i cui siti rappresentano il 10% del numero totale con l’1% delle emissioni – è totalmente incapace di promuovere un reale percorso di decarbonizzazione. Reagire ai numeri registrati lo scorso anno non sarà facile, ma quello che va innanzitutto evidenziato è che la ceramica italiana, accanto alla qualità delle proprie manifatture, rispetta tutti i parametri di sostenibilità perché da anni lavora in questo senso. E non a caso proprio gli investimenti delle aziende nel 2023 hanno continuato a far registrare numeri in crescita, segnando un +7,4%.
La crisi del 2023 in numeri
L’intero comparto, che complessivamente conta 252 aziende per oltre 26 mila addetti, nel 2023 ha fatturato 7,5 miliardi di euro (di cui 6,2 miliardi di sole piastrelle) contro gli 8,7 milioni del 2022 (-13,1%). Gli indicatori decisamente negativi dello scorso anno hanno segnano il rientro dalla fiammata della domanda registrata nel 2022, ma c’è un dato in netta controtendenza che conferma la salute e la capacità competitiva del settore, anche quando i volumi si riducono: gli investimenti sono infatti aumentati anche nel 2023 del 7,4% e hanno toccato i 474 milioni di euro, pari a una quota del 7,7% sul fatturato totale.
Guardando per singoli segmenti produttivi, il più grande, quello delle piastrelle ha registrato un fatturato totale in calo del -14% a i 6,2 miliardi di euro. Di questi 5 miliardi provengono dalle esportazioni (-15,4%; con una quota del 82% sul fatturato) e 1,1 miliardi di euro da vendite in Italia. Le 125 aziende presenti sul suolo italiano, e dove sono occupati 18.432 addetti diretti in leggera flessione rispetto all’anno precedente, nel corso del 2023 hanno prodotto 373,7 milioni di metri quadrati (-13,3% sull’anno 2022). Le vendite complessive sono state di 369,2 milioni di metri quadrati (-17,8%). Le vendite in Italia hanno superato gli 84,4 milioni di metri quadrati (-8,9%) mentre l’export si è attestato a 284,8 milioni di metri quadrati (-20,1%).
In flessione ceramica sanitaria e materiali refrattari
Sono ventinove le aziende industriali produttrici di ceramica sanitaria in Italia, di cui ventisei localizzate nel distretto di Civita Castellana (Viterbo). L’occupazione complessiva è di circa 2.560 dipendenti diretti, la produzione è pari a 3 milioni di pezzi. Il fatturato è di 350 milioni di euro, con vendite sui diversi mercati esteri per circa 140 milioni di euro (40% del totale). Per le trenta aziende attive nella produzione di materiali refrattari, invece, il fatturato totale è in flessione rispetto allo scorso anno (344 milioni di euro; -7,9%) e deriva da vendite sul territorio nazionale per oltre 137 milioni di euro, e da esportazioni superiori ai 206 milioni. Un altro segmento è quello dei laterizi che conta 59 imprese per 3mila addetti: nel 2023 il fatturato è stato di 650 milioni di euro, principalmente realizzato sul mercato italiano. La produzione totale ammonta a 3,9 milioni di tonnellate. Sono invece nove le aziende industriali italiane del comparto stoviglie in ceramica, occupano 656 dipendenti, per una produzione di 9.900 tonnellate e con vendite di prodotto finito pari a 8.800 tonnellate. L’attività sul mercato domestico rappresenta l’80% delle vendite totali. Il fatturato 2023 è stato pari a 55,9 milioni di euro (-7%), di cui il 65% realizzato in Italia.
Formazione e orientamento sono al centro di Cersaie 2024
Per sostenere la competizione delle aziende italiane, l’attenzione della prossima edizione di Cersaie sarà posta sulla formazione e sull’orientamento con una serie di convegni e career days che si propongono di affrontare le sfide del settore e di offrire un’occasione di dibattito sul futuro dell’industria ceramica. In calendario c’è, per esempio, il seminario “Fattori umani e sicurezza nelle organizzazioni complesse. Procedure di migrazione dei modelli aeronautici all’industria”. In agenda anche “Decarbonizzazione, economia circolare e digitalizzazione nell’industria ceramica: i progetti CCS4CER e BLOCH4MAT”, a cura del Centro Ceramica: temi che sono alla base della transizione ecologica che interesserà diversi settori industriali nei prossimi anni per raggiungere gli obiettivi europei di sostenibilità. A livello di prodotto, le tendenze tra gli espositori di piastrelle si concentrano su lastre e superfici. Le declinazioni sugli aspetti superficiali nel senso degli effetti pietra e legno ceramico – nuovi rispetto al passato – saranno diversificati. Una particolare attenzione e ricerca è indirizzata anche verso gli spessori dei materiali: la riduzione a pochi millimetri comporta, infatti, minori costi nel ciclo di produzione e di trasporto, con diretti effetti sull’utilizzo delle risorse naturali necessarie pur assicurando resistenza all’uso. Un passo avanti positivo, se si pensa che non è necessario avere spessori ridondanti per assicurare resistenza all’abrasione, al calpestio ed agli agenti chimici per le specifiche destinazioni d’uso. L’attenzione al vintage è l’altro elemento protagonista di questa edizione di Cersaie. La riproposizione di piastrelle di piccole dimensioni, della tradizione italiana degli anni ‘60 e ’70, riporta alla luce del mercato colori e forme che hanno caratterizzato il primo salto della ceramica nel mondo del design. Realizzate con tecniche produttive di ultima generazione, queste collezioni ceramiche ripropongono il sapere di periodi storici ‘epici’, sia per questo materiale che anche per la storia d’Italia e di molti paesi del mondo.
60 anni di Confindustria Ceramica
Ed è in un anno così decisivo, il 2024, pieno di sfide e scommesse, che Confindustria Ceramica compie 60 anni. I festeggiamenti si sono tenuti al teatro Carani di Sassuolo, riaperto dopo dieci anni di chiusura. Le 60 candeline sono state anche l’occasione per la presentazione ufficiale del docufilm “Ceramics of Italy. Un viaggio nella sostenibilità” della regista Esmeralda Calabria, premiato a Roma come “Miglior film d’Impresa”, un cortometraggio sul valore delle persone e della comunità familiare dietro al successo globale del Made in Italy ceramico. L’idea del docufilm è nata nell’ambito di un più vasto progetto dedicato alla sostenibilità. L’obiettivo è stato quello di raccontare quattro diverse espressioni dell’industria ceramica, quali le piastrelle, i laterizi, la stoviglieria ed i sanitari. La sostenibilità è stata raccontata attraverso gli occhi delle donne, imprenditrici, operaie, artiste o designer, all’interno di un viaggio che ha mescolato i luoghi dell’industria con gli straordinari paesaggi dell’Emilia-Romagna, della Toscana, dell’Umbria e del Lazio.