È entrata nella fase esecutiva in questi giorni il progetto del Bosco dello sport a Venezia promosso dal sindaco Luigi Brugnaro e diretto nell’ideazione generale e nella progettazione del masterplan dallo studio Marazzi Architetti. I lavori di realizzazione, per un investimento di 315 milioni di euro finanziato per 2/3 con risorse proprie del Comune di Venezia e per 1/3 con il contributo del Governo italiano si concluderanno entro il 2026.
Il progetto nasce con l’obiettivo di offrire alla comunità un nuovo “luogo” destinato non solo alle competizioni professionistiche ma anche alla pratica sportiva quotidiana, alla promozione dell’inclusione sociale, alla sensibilizzazione sulle tematiche ambientali e alla diffusione della cultura della salute e del benessere psico-fisico.
L’intervento si colloca in un’area di 115 ettari nel quadrante di Tessera, nei pressi dell’aeroporto Marco Polo: una posizione facilmente raggiungibile grazie ai collegamenti già esistenti con l’infrastruttura aeroportuale e a quelli in corso di realizzazione, quali la nuova bretella ferroviaria e la relativa stazione.
L’analisi del territorio ha permesso di individuare nella presenza dei Boschi di Mestre, tipici boschi di pianura che fanno da contorno ai nuclei abitati, l’elemento chiave che ha ispirato il progetto: il paesaggio prende la scena e pervade diffusamente l’area interessata dalla trasformazione urbana, con 62,5 ettari a bosco, 16,5 ettari a verde attrezzato e circa 60mila nuove alberature, metà delle quali ad alto fusto. Si genera così un nuovo corridoio verde che collega il fiume Dese con la laguna Nord.
“Tradizionalmente, i grandi impianti sportivi restano inutilizzati per gran parte della settimana e i cittadini possono usufruirne solo come meri spettatori”, dichiara Davide Marazzi. “Con il Bosco dello sport proponiamo un modello innovativo, non solo sportivo, ma anche e soprattutto “civico” per la formazione, l’aggregazione e l’inclusione: un progetto che coniuga, reinterpretandoli con un taglio molto specifico, il riferimento ai campus americani, dove formazione, sport e socialità si integrano perfettamente, ed il modello dell’Olympiapark di Monaco di Baviera, coinvolgente luogo di sport e svago immerso nel verde. L’obiettivo è dare vita ad un ambito urbano dinamico, vivo e attivo 7 giorni su 7, destinato a diventare parte integrante della vita quotidiana della comunità attraverso l’offerta di occasioni di sport e intrattenimento per tutti”.
“Architetture e infrastrutture si fondono con gli alberi e la natura, in una declinazione planivolumetrica che rimanda a un filamento di DNA o a un sistema cellulare complesso, nel quale ogni elemento concorre all’efficienza e alla vita del sistema stesso. Il risultato è un parco attrezzato, dove coesistono sport professionistico, pratica quotidiana amatoriale, formazione, svago, intrattenimento e, pensati come elementi in relazione fra loro, trovano spazio uno stadio per il calcio e il rugby da 16mila spettatori, un’arena coperta multifunzionale da 10mila spettatori, per competizioni sportive (basket, pallavolo, pallamano, boxe, calcetto, tennis) concerti e spettacoli, 8mila mq di attrezzature per lo sport all’aperto (aree fitness, skateboard e pump track; campi da basket, volley e calcetto), 5mila mq di spazi per attività, manifestazioni ed eventi all’aperto, 2mila mq di aree bimbi con attrezzature ludiche ed educative, percorsi e corridoi per l’attività destrutturata (corsa, bici, osservazione della natura, ecc). E un campus per la formazione sportiva che, su una superficie di 6 ettari, ospita istituti di formazione e relativi servizi, un centro natatorio indoor e outdoor con beach arena, un raquet centre (tennis, paddle, pickleball), un centro per il calcetto foresterie e servizi per gli sportivi” spiega una nota dello studio.
Per il nuovo stadio e per l’arena coperta lo studio Marazzi Architetti ha ideato delle vere e proprie “architetture narranti”, in grado di dialogare con lo scenario del Bosco e con il prezioso contesto veneziano.
Il nuovo stadio emerge come una presenza discreta ed elegante, esprimendo una forte identità territoriale e la profonda vocazione ambientale e paesaggistica dell’intero progetto. La struttura è avvolta da una “pelle naturale” che compone un omaggio a immagini ricorrenti del paesaggio lagunare, quali i canneti o le sequenze di pali e “briccole” utilizzati per l’ormeggio delle gondole e la segnalazione delle vie d’acqua.
La struttura dell’arena coperta si ispira invece alle vetrate a rullo tipiche della produzione muranese costituite da dischi di vetro colorato, assemblati e legati tra loro con profili metallici. Il rivestimento esterno così concepito richiama inoltre la nobile tradizione dell’architettura del palazzo veneziano, in cui la facciata ed i suoi riflessi sull’acqua mediano e rendono più armonioso il rapporto fra i volumi e la massa del costruito con il paesaggio urbano e lagunare.
Entrambe le strutture sono concepite per assicurare la massima versatilità di utilizzo grazie a soluzioni flessibili quali tribune retraibili e pareti modulari, oltre ad ampi spazi di servizio e supporto per gestire con efficacia e rapidità le trasformazioni ed i riallestimenti degli spazi.
Grande attenzione è dedicata all’impatto ambientale e alla sostenibilità. L’intero sviluppo adotta la filosofia “carbon free”, impiegando soluzioni che non prevedono l’utilizzo di combustibili fossili. La progettazione segue rigorosamente i Criteri Ambientali Minimi (CAM) stabiliti dal Ministero per la Transizione Ecologica, nonché il principio del DNSH (Do Not Significant Harms, “non arrecare danni significativi”) fissato dal Next Generation EU. Tutti gli edifici sono progettati con livello di prestazione energetica NZEB (Near Zero Energy Building). Sono privilegiati materiali e tecniche costruttive a basso impatto ambientale nel loro intero ciclo di vita. Saranno utilizzate esclusivamente fonti energetiche rinnovabili, grazie all’installazione di pompe di calore e di ampie superfici fotovoltaiche poste sulle coperture degli edifici. Un sistema di recupero e riuso delle acque piovane consentirà di ridurre al minimo le risorse idriche vergini utilizzate per fini irrigui ed idrosanitari. L’effetto “isola di calore” sarà mitigato grazie alla minimizzazione delle superfici impermeabili e alla massimizzazione della presenza arborea. L’adozione di sistemi BMS (Building Management System) garantirà una elevata efficienza di gestione dei fabbricati e dei relativi impianti.