I due poli più importanti della filiera ceramica europea, Sassuolo in Italia e Castellón in Spagna, si sono incontrati nei giorni scorsi al Parlamento europeo, rispettivamente nelle figure istituzionali di Confindustria Ceramica e Ascer, per affrontare temi di attualità relativi al comparto, richiedere un supporto dai rispettivi governi e risposte concrete da parte della Commissione Europea.
Tra le principali questioni sul tavolo, la necessità di una revisione urgente delle linee guida adottate dalla Commissione Europea che escludono il settore delle piastrelle di ceramica dall’elenco dei settori ammissibili alla compensazione dei costi indiretti dell’ETS. E ancora, le prospettive della transizione ecologica nell’emergenza energetica e le minacce per il processo di decarbonizzazione del settore ceramico a causa degli alti costi dell’energia e della CO2. “Le imprese ceramiche, spesso di piccole e medie dimensioni, contribuiscono solo per l’1% alle emissioni di CO2, ma sono largamente colpite dalle norme europee e dalla competizione distorta che si genera a seguito della delocalizzazione delle emissioni nocive in Paesi in cui la legislazione è più morbida o assente – dichiara Elisabetta Gualmini, parlamentare europeo -. Occorre pensare ad aiuti e compensazioni per chi seriamente vuole affrontare la transizione ecologica, in una fase in cui i costi dell’energia elettrica sono aumentati in modo esponenziale (+572% rispetto al periodo pre-crisi)”.
La richiesta da parte della associazioni è di stabilire un quadro di riferimento che consenta agli Stati membri di sostenere finanziariamente settori industriali che difficilmente possono decarbonizzare nel medio e lungo termine, garantendo la possibilità agli Stati membri di sovvenzionare le tecnologie verdi, nel periodo di transizione energetica, dal momento in cui questi sono tecnicamente fattibili fino a quando non diventino economicamente sostenibili. “La speculazione finanziaria sul prezzo dei diritti di emissione, che ha portato il prezzo di una tonnellata di CO2 dai 33 euro di gennaio 2021 agli oltre 85 di oggi, rappresenta un danno per l’economia reale, oltreché per l’ambiente, perché escludono dal mercato la produzione ceramica europea a vantaggio delle ceramiche extra-UE, che hanno livelli di sostenibilità più bassi“, afferma Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica.
In attesa della valutazione delle richieste e nonostante le pesanti perdite seguite al lockdown, che in Italia si sono attestate sui 350 milioni di euro, entrambe le industrie nazionali hanno fatturato quasi 9 miliardi di euro nel 2020, generando occupazione diretta per oltre 35mila dipendenti. I due distretti, inoltre, proprio nei giorni scorsi sono stati al centro di un’operazione strategica che ha visto l’acquisizione da parte dell’italiana Laminam della società Best Surface di Castellón de la Plana.