Per tornare a crescere il Gruppo Poltrona Frau guarda fuori dall’Italia, in particolare ad Asia e Americhe, aree che rappresentano nel complesso ancora poco più del 15% delle vendite, ma cresciute rispettivamente del 22 e 28%. Nella cornice del Milano Design Village il CEO Dario Rinero ha raccontato obiettivi e novità del gruppo a cui fanno capo i marchi Poltrona Frau, Cappellini, Gebrüder Thonet Vienna, Gufram, Nemo e Cassina, recentemente acquisito al 100%.
Nel 2010 avete confermato i risultati del 2009 e del 2008. Su cosa punterete per tornare a crescere?
È vero, nel 2010 abbiamo ripetuto i numeri del 2009, ma con una dinamica per segmento abbastanza diversa. Il residenziale, pari ai due terzi del fatturato, è incrementato del 4% e a parità di perimetro del 7%, se andiamo a vedere la seconda parte dell’anno poi il trend si è attestato al 10% ed è continuato anche nei primi mesi del 2011, soprattutto grazie ad Asia e America Latina. Il contract sta invece soffrendo ancora.
A proposito di Asia, quali sono gli obiettivi della recente partnership commerciale con Da Vinci?
Da Vinci è un grande gruppo del lusso, nato nel design tradizionale e passato al decorativo da una decida d’anni, con ben 17 showroom, di cui 7 in Cina, e oltre mille dipendenti. Volevano delle marche per introdurre in Cina il design contemporaneo occidentale e in noi hanno trovato il partner giusto. La partnership sta già dando buoni risultati non solo in termini di vendite, ma anche d’immagine.
Come stanno andando invece gli altri mercati?
Stiamo assistendo ad un evidente spostamento della domanda dall’Europa verso Asia e Americhe. In realtà, in Nord America stiamo crescendo non tanto per il mercato, quanto per la nostra strategia commerciale, mentre in Sud America Paesi come Brasile, Venezuela, Cile, Perù, Messico e Argentina stanno cominciando a crescere a tassi interessanti. Un’altra area di grande appealing poi è quella del Golfo, in particolare Abu Dhabi, Dubai e il Qatar. Tra i mercati più in difficoltà proprio l’Italia che nell’alto di gamma è ferma se non in calo, mentre va benino l’Europa che è cresciuta intorno ai 5 punti e quest’anno andrà ancora meglio soprattutto grazie a Francia, Germania, Svizzera e UK.
Come sta cambiando il mercato con l’ingresso nell’hotellerie dei marchi moda?
Non in maniera apprezzabile direi. Sono senz’altro fenomeni molto mediatici, ma non hanno influenzato granché un mercato del contract che invece conferma di crescere in maniera disarmonica. Abu Dhabi ad esempio cresce, mentre Dubai a pochi chilometri di distanza ha solo da poco ricominciato a muoversi.
Una delle vostre novità è l’ingresso di Cassina nell’outdoor. Come è nato il progetto?
Il nostro obiettivo era innovare e portare all’esterno alcune icone del design contemporaneo da interno, come la linea Le Corbusier. Ci lavoravamo da due anni e da un punto di vista del business non può che posizionarsi nella parte alta della piramide, trattandosi di un prodotto di grande complessità produttiva.
Un prodotto che le sta a cuore?
Sono tantissimi, uno dei più recenti, per Cassina, è il Veliero di Franco Albini. Una straordinaria opera ideata nel 1938 che da allora aspettava di venire industrializzata. Siamo molto contenti di esserci riusciti perché siamo convinti che l’heritage di una marca come Cassina sia quella di portare innovazione di prodotto, ma anche di valorizzare lo straordinario patrimonio intellettuale e creativo dell’Italia.