Dinamica e leggera o sinuosa e scultorea, la pietra vive un momento di assoluta rinascita. Grazie a manifatture inedite e a quel vento nostalgico che ci spinge verso l’autenticità e la concretezza.
Era solo una questione di tempo. Dopo anni di alti e bassi il marmo irrompe nelle realtà abitative più attuali emergendo come elemento centrale in progetti di interior design e di architettura. Lo fa riconfermando il suo status di materiale nobile e pregiato che evoca subito il concetto di lusso e raffinatezza ma anche dimostrando una versatilità che lo porta ben oltre le tradizionali applicazioni. Tutto merito delle moderne tecniche di lavorazione che ne hanno ampliato enormemente le possibilità di utilizzo e hanno permesso di esplorare anche nuove soluzioni creative per adattarsi alle esigenze e alle estetiche più evolute. I tagli sempre più precisi e dettagliati che vengono realizzati al laser, a getto d’acqua oppure con macchine CNC (Controllo Numerico Computerizzato), le finiture innovative come la lucidatura automatica che in meno tempo e con una maggiore uniformità riesce a rendere i piani più lisci e glossy, i trattamenti di superficie avanzati come la levigatura, la sabbiatura e l’acidatura e la stampa 3D, grazie alla quale si possono creare stampi o supporti in cui il marmo viene colato o sagomato, permettono ora di poter utilizzare questo materiale in modi prima impensabili. Per questa nuova versatilità l’intramontabile pietra calcarea diventa una scelta sempre più popolare per piani di lavoro, isole e backsplash in cucina nonché per pavimenti e pareti nei bagni ma anche per creare pezzi d’arredo che diventino veri e propri punti focali dell’ambiente in cui vengono inseriti.
Ne è un esempio tangibile il tavolo scultoreo Victor presentato da CPRN all’ultima edizione del Salone del Mobile che, realizzato in marmo toscano Statuarietto e caratterizzato da un piano ultra sottile che crea un effetto dinamico e leggero, sceglie l’eleganza antica di un materiale senza tempo trasformandolo secondo i canoni dell’estetica contemporanea. Il design elegantemente rifinito che gioca su tagli obliqui e incastri a regola d’arte tra gambe e piano e le forme apparentemente semplici celano una complessità progettuale e strutturale capace di sposare alla perfezione la memoria stilistica con l’allure progressista.
Ad esaltare una lavorazione concentrata su “semplici” tagli e incastri è anche la collezione Marina di Lithea, firmata dalla designer Elena Salmistraro, che ha come protagonista il paesaggio marino. Composta dai tre tavolini Porifera in diverse forme ed altezze, interamente realizzati in pietra e marmo, e dal pannello decorativo modulare Anemone che innesta sulla griglia delle coordinate geografiche una stratificazione di piante, molluschi e organismi viventi, si basa su geometrie pure che vengono smussate e levigate per riprodurre il sinuoso movimento e la morbidezza dell’acqua diventando estremamente flessibili.
Questa elasticità però non si ferma solo alla forma ma si espande anche al concetto di commistione con altri materiali. Combinato con il legno, con il metallo oppure con il vetro il marmo riesce infatti a creare contrasti sorprendenti e dinamici che creano un effetto visivo potente e intrigante. La “fusione” di diverse materie consente di esplorare nuove frontiere nel design offrendo un’esperienza visiva e tattile unica e permettendo di creare arredi sia esteticamente belli sia estremamente funzionali.
Ed è proprio l’accostamento dei materiali ad emergere con forza nella libreria Card firmata da Michael Anastassiades per Molteni&C. Qui il designer, noto per il suo approccio multidisciplinare, esprime al meglio il suo linguaggio rigoroso e allo stesso tempo poetico dando vita ad una struttura freestanding in rovere nero dove inserisce un ripiano in marmo Sahara noir tono su tono creando un’interessante contrapposizione. Accentuata dai giunti in ottone satinato, distintivi e volutamente visibili, che collegano in modo ortogonale ad incastro i piani orizzontali ai montanti verticali. Da un punto di vista strutturale, in base a come vengono sovrapposti i moduli di base, si ottengono quattro possibilità compositive: una libreria alta, una libreria bassa, una console e un comodino.
Punta sul connubio di materiali diversi ed esclusivi anche la famiglia di contenitori Jason che porta la firma di Giampiero Tagliaferri per Minotti. Dai volumi scultorei e dalla particolare forma trapezoidale, con le due estremità della struttura che disegnano angoli inclinati diventando vani contenitivi, questo arredo ha una costruzione mista che va ad accentuare il forte impatto visivo: la parte esterna è impreziosita da una finitura laccata lucida mentre il top in marmo è incassato nella cornice a vista in acciaio. L’appoggio a terra è costituito da ampi dischi in acciaio inox.
Richiami emotivi e nuovi desideri
Ma al di là della riscoperta delle sue qualità uniche a cosa è dovuto questo revival così sentito del marmo? Il motivo è sociologico: in risposta ad un’epoca dominata dall’effimerità digitale, dalla precarietà, dalla produzione massificata e dal “pensiero usa e getta” si fa spazio un forte desiderio di concretezza e di autenticità che avanza implacabilmente nella vita di ognuno di noi. Tradotto nel mondo del design questo concetto porta inevitabilmente ad una rivalutazione di quei materiali che riescono a trasmettere solidità, durevolezza e genuinità. Così in un mondo sempre più virtuale e sfuggente, più o meno inconsciamente si va alla ricerca di una certa schiettezza e di una materialità tangibile almeno negli spazi abitativi. Da qui la scelta del marmo che con le sue venature naturali e uniche offre un senso di autenticità che i materiali sintetici non possono replicare. Ogni pezzo è infatti unico, racconta una storia geologica millenaria ed evoca un profondo senso di connessione con la terra. In più la sua superficie liscia e fresca non solo risulta esteticamente attraente ma offre anche un’esperienza tattile piacevole che risponde ad un richiamo emotivo che altro non è che il bisogno umano di contatto fisico con la realtà. Ma c’è di più. In questo momento storico in cui i prodotti fast sono la norma il marmo incarna l’essenza della durabilità e della permanenza e rappresenta una scelta a lungo termine che non solo è sostenibile ma che risulta anche economicamente vantaggiosa nel tempo. Per non parlare delle sue note caratteristiche di resistenza che danno una bella sensazione di sicurezza e di stabilità.
L’esempio più plateale? La vasca da bagno Cava di Rexa, disegnata dallo Studio Monica Graffeo e presentata all’ultima Milano Design Week, prende forma da un unico blocco di marmo Carrara, Nero Marquina, Verde Alpi o Rosso Levanto scavato e modellato per dare vita a un elemento dalla forte valenza scultorea. Solido e senza tempo, ma allo stesso tempo morbido e sinuoso nelle linee, questo oggetto che prende ispirazione dalla forma dell’anfora ha una matericità talmente importante da diventare scenografica.
Proprio restando nell’ottica di una presenza scenica ad alto impatto Kreoo propone la collezione Treasure disegnata da Christophe Pillet che, composta da 4 candelabri freestanding in diverse dimensioni, si basa sull’alternanza di più porzioni scolpite e modellate nel marmo e poi accorpate elegantemente per creare un effetto policromatico vistoso e allo stesso tempo prezioso. Ogni candelabro può essere personalizzato grazie ad un’ampia selezione di marmi come l’Arabescato, il Calacatta viola italiano e il Rosso Lepanto, in un mix di tonalità, venature e dettagli morbidamente lavorati ma può anche essere realizzato in versione monocromatica scegliendo un’unica tipologia di pietra naturale. Perfetti per gli spazi living e notte, ma indicati anche per ambienti outdoor o Spa oriented, i candelabri Treasure riescono a conciliare con stile l’impatto scultoreo con il fascino delle calde atmosfere create dalle candele.
Spirano venti nostalgici…
Un altro motivo, stavolta di carattere più psicologico, che spiega lo straordinario exploit del marmo è che questo materiale evoca inevitabilmente ricordi di epoche passate e ci riporta idealmente a quando tutto era più semplice. Gli anni turbolenti che abbiamo vissuto ci hanno infatti spinto a cercare una via di fuga: tornare indietro nel tempo per ritrovare i bei momenti in cui l’artigianalità meticolosa, la qualità dei materiali fatti per durare e l’eleganza classica erano fattori imprescindibili. Quindi, anche per questo, il marmo acquista una nuova e irresistibile risonanza. Scendendo più nel dettaglio quest’aria malinconica ci conduce direttamente agli anni ’70. Perché proprio lì? Probabilmente per la forte attenzione che questo decennio ha prestato ai materiali naturali, alle trame ricche, alle superfici tattili, ai colori audaci, ai motivi vistosi e alle forme geometriche e scultoree. Per non parlare poi di quel mix eclettico di stili che coniugava le influenze del passato con gli elementi più moderni. Una combinazione che rende tuttora il marmo una scelta irresistibile per creare ambienti dal mood retrò ma allo stesso tempo contemporaneo.
Ne è un esempio il nuovo sistema di elementi modulari Cartesio con lavabo in appoggio presentato allo scorso Salone del Mobile da antoniolupi. Definito da forme essenziali e assolute e composto da moduli in marmo verticali e orizzontali combinabili in diverse posizioni e dimensioni diventa quasi una quinta scenica che definisce una microarchitettura con proporzioni equilibrate, spazi pieni e vuoti, primi piani e fondali prospettici. Il lavabo in appoggio aggiunge un elemento di design distintivo di grande carattere e personalità.
Punta invece sul dualismo immobilità-movimento la lampada scultura Reverence firmata da atelier oï per Neutra. Proposta nella versione da terra e da tavolo prende il nome dal termine francese révérence, che significa inchino, per indicare il movimento gentile che compie quando cambia la sua inclinazione per orientare il fascio di luce. La sua struttura è composta da due elementi in marmo bianco Carrara, la base e il diffusore, svuotati al loro interno per creare un gioco di pieni e vuoti ma uniti tra loro da un raffinato giunto in ottone bronzato.