Con un emendamento alla legge di conversione del decreto Salva-Casa cambiano i parametri che definiscono i requisiti igienico-sanitari di un’abitazione. Viene così in parte superata la normativa del 1975 tuttora vigente. La prima novità introdotta nel corso dell’esame da parte della Commissione Ambiente della Camera riguarda i cosiddetti “micro appartamenti”, parecchio diffusi nelle metropoli della Penisola e utilizzati soprattutto da studenti e lavoratori. La superficie minima per un’abitazione destinata a ospitare una persona scende da 28 a 20 metri quadrati, e per due persone da 38 a 28 metri quadrati. Anche le altezze minime interne per ottenere il certificato di abitabilità passano da 2,70 a 2,40 metri. I locali devono però essere in edifici migliorati o ristrutturati per garantire condizioni igienico-sanitarie idonee. Restano in vigore le deroghe per corridoi, disimpegni, bagni, ripostigli e comuni montani sopra i mille metri.
Il decreto include anche nuove categorie di interventi in edilizia libera. In particolare la possibilità di realizzare vetrate panoramiche amovibili e trasparenti – le cosiddette VEPA – in tutti i porticati, rientranti o meno all’interno dell’edificio, e l’installazione di strutture di protezione dal sole e dalle intemperie, come tende a pergola con telo retrattile o elementi regolabili, incluse le tende bioclimatiche.
Per quanto riguarda il cambio di destinazione d’uso degli spazi si è resa uniforme la disciplina, senza distinzione se con opere o senza. Per il mutamento senza opere sarà richiesta la Scia, mentre per quello con opere sarà necessario essere in possesso del titolo per l’esecuzione. Per le unità al primo piano o nei seminterrati, il cambio è regolato dalla legislazione regionale che permette ai comuni di individuare le zone consentite. Sono state introdotte novità anche per le tolleranze negli interventi realizzati entro il 24 maggio dell’anno in corso. Per le unità immobiliari al di sotto dei 60 metri quadrati sono tollerati scostamenti fino al 6%.
Il decreto stabilisce inoltre il passaggio da 90 a 240 giorni per sanare gli abusi dopo che il dirigente comunale ha richiesto la rimozione. Inoltre, in merito alle opere comunali incompiute, parte delle risorse destinate ai Comuni saranno specificatamente destinate alla realizzazione di interventi di rigenerazione urbana, finalizzate anche all’incremento dell’offerta abitativa. E’ stato infine approvato anche un emendamento per il recupero dei sottotetti che, nei limiti delle procedure previste da ciascuna regione, consente di derogare ai limiti di distanza tra case.