È stato inaugurato ieri, 11 novembre, il Vetra Building, al 17 dell’omonima piazza milanese, progettato dalla società internazionale di architettura e design Il Prisma, per conto di AXA IM Alts. Per l’occasione è stata realizzata un’installazione luminosa site-specific temporanea, denominata ‘X‘, dall’artista Patrick Tuttofuoco. “La sua scultura luminosa, incastonata sulla facciata del palazzo, è iconica sottolineatura di quel processo di rinascita e ‘illuminazione’ che ha guidato l’intero progetto di riqualificazione e ristrutturazione”, scrive la curatrice Helga Marsala.
L’ex Esattoria milanese è costituita da Il building è costituito da due corpi di fabbrica per una superficie complessiva di quasi 30mila metri quadrati. Un nuovo complesso direzionale su 5 livelli con food court al piano terra che ha nei pressi anche un parco riqualificato. “Il progetto di Vetra Building è pensato per entrare in risonanza con le potenzialità del luogo, per generare un’esperienza il più possibile immersiva e coinvolgente. Quello che restituiamo oggi al quartiere è un nuovo ecosistema aperto, vario“, racconta Stefano Carone, managing partner de Il Prisma.
“Vetra Building è un intervento di rigenerazione urbana che vuole riattivare il dialogo tra un ex edificio pubblico e la porzione di città da cui si era barricato – spiega Sebastiano Pasculli, associato e team leader de Il Prisma -. Nel cuore del Parco delle Basiliche di Milano, un intero isolato si rianima grazie alla progettazione di spazi pensati per una ritrovata socialità che vada oltre le moderne esigenze lavorative“.
Sull’urgenza di recuperare il dialogo tra arte pubblica e architettura, interviene Massimiliano Tonelli, direttore di Artribune: “I progetti immobiliari, di riqualificazione, di rigenerazione e di nuova urbanistica sono innumerevoli, ma quasi mai si pensa a caratterizzare edifici e neonati quartieri con opere d’arte e coinvolgendo gli artisti. Al Vetra Building proviamo a proporre un prototipo di quale dovrebbe essere l’approccio per il futuro: non si può parlare di rigenerazione urbana se non si inseriscono dei contenuti artistici nei progetti“, conclude.