In un periodo storico che vede protagonista il recupero e la valorizzazione dei quartieri periferici delle grandi metropoli, con la ricerca di progetti che pongano al centro la prossimità e l’accessibilità ai servizi entro i 15 km, emerge sempre più la necessità di una collaborazione tra pubblico e privato, soprattutto sul fronte dell’Edilizia Residenziale Pubblica. In quest’ottica si è tenuto nei giorni scorsi a Milano l’evento “Rigenerare la città”, organizzato da Progetto CMR in collaborazione con Assoimmobiliare presso la sede di Assolombarda, durante il quale è stata presentata la ricerca metodologicagenerale per la valorizzazione delle aree di edilizia popolare e l’ipotesi di intervento per il quartiere San Siro di Milano. La proposta di modello di azione si è basata sull’analisi di sette quartieri ERP nel Comune di Milano.
“I quartieri analizzati – ha dichiarato Massimo Roj, AD di Progetto CMR tra i soggetti proponenti della metodologia insieme all’ingegnere Giovanni Verga, Past President del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano e già Assessore in Regione Lombardia, in Provincia di Milano e in Comune di Milano, a Fabio Bandirali, consulente in Real Estate e ad Antonio Belvedere, dello Studio Legale Belvedere Inzaghi & Partners – richiedono cospicui interventi di riqualificazione strutturale e presentano difficoltà sociali dovute agli scarsi servizi, spazi verdi e centri di aggregazione, in un contesto di forte marginalità. Allo stesso tempo si tratta di aree che dispongono di ottimi collegamenti infrastrutturali con il resto della città e che confermano, quindi, un forte potenziale di sviluppo. Questi casi sono rappresentativi di molte delle realtà italiane e la metodologia è infatti applicabile ai più diversi contesti urbani del nostro Paese”.
Il caso pilota di applicazione della nuova metodologia è stato sviluppato per il quartiere di ERP di San Siro, nella zona compresa tra Piazzale Selinunte e Piazzale Segesta. Un quartiere realizzato negli anni Trenta, fortemente degradato e con un livello di servizi inadeguato. Ed è il nuovo Piano di Governo del Territorio di Milano che suggerisce gli strumenti di intervento, consentendo in alcune zone, e in presenza di patrimoni abitativi di proprietà pubblica e aree urbane ben servite dal trasporto pubblico, di sviluppare attività di demolizione e ricostruzione con realizzazione di nuovi spazi e servizi. “Secondo la nostra strategia di intervento – spiega Roj – è possibile aumentare la superficie costruita, diminuendo allo stesso tempo la superficie coperta, più che decuplicando il verde fruibile e creando spazi per tutti i servizi indispensabili per la vita di quartiere: dai negozi di vicinato ai co-working, dai laboratori alle scuole, dai centri di assistenza agli impianti sportivi. Un quartiere che torna ad essere a misura d’uomo, autosufficiente e finalmente re-inserito in un più ampio contesto urbano e policentrico“.
Nella proposta metodologica la Governance della partnership pubblico-privata è affidata alla Pubblica Amministrazione che ne definisce il percorso, individua su quali delle aree si può intervenire, predispone un piano di intervento, ottiene i titoli edilizi, bandisce le gare di interesse pubblico per selezionare i committenti privati che svilupperanno i progetti nell’ambito delle regole definite. “La proposta di rigenerazione – conclude Giovanni Verga – non entra nei dettagli perché dovrà, di volta in volta, essere trasformata sulla base del contesto territoriale che, per sua natura, originalità e composizione è sempre diverso e necessita di essere progettato per rispondere alle esigenze specifiche dei singoli contesti urbani“.
“Rigenerare le città – ha affermato Silvia Rovere, presidente di Confindustria Assoimmobiliare – significa soprattutto intervenire con particolare attenzione sulla riqualificazione delle periferie, dove progetti su larga scala come quello per il quartiere di San Siro, possono ridare vita a aree urbane ormai caratterizzate da gravi situazioni di degrado. Un vero “new green deal” deve porsi come obiettivo la crescita sostenibile delle città, non solo in chiave economica e ambientale, ma anche e soprattutto sociale”.