Gli esempi di realtà innovative nel comparto del mobile, dall’osservatorio del crowdfunding, sono piuttosto rari. Nel frattempo, si assiste a uno sviluppo rapido di aziende specializzate nella creazione di prodotti pensati per specifiche categorie sociali e di materiali sostenibili.
Design funzionale e smart materials sono i due ambiti attorno ai quali si stanno muovendo le startup del design. Con un filo conduttore, che diventa particolarmente appetibile nel sostegno dal basso – tramite crowdfunding – e che risponde al nome di sostenibilità. Perché i progetti imprenditoriali ideati per operare in maniera responsabile hanno un appeal in più e creano attorno alla company un consenso trasversale.
UN SALTO QUANTICO
“I fondi di private equity hanno posto i temi della sostenibilità alla base del loro interesse di investimento e, di conseguenza, l’interesse finanziario oggi impone la sostenibilità delle imprese”. Alessandro M. Lerro, fondatore e partner di Avvocati.net ed esperto di crowdfunding, è presidente di Entopan Innovation, realtà che ha coinvolto grandi gruppi come Ferraro e Azimut, imprenditori come Santo Versace, università e istituti di ricerca per realizzare l’acceleratore Harmonic Innovation Hub a Catanzaro, il cui avvio dei lavori è previsto per la fine dell’anno. Dal suo osservatorio, emerge il fermento in ambito design. “Sta avvenendo un salto quantico. Le startup legate al design nascono con una sostenibilità intrinseca perché alla loro base c’è un ragionamento sui prodotti, sul loro impiego, su dove nascono e su come si smaltiscono. C’è quindi una visione che va sempre più verso un concetto di economia circolare”. L’applicazione della sostenibilità non si limita più solo alla questione energetica o del recupero/riciclo dei rifiuti, perché oggi si estende a questioni di impatto sociale che Lerro definisce come “estremamente rilevanti”. E precisa: “Emergono l’aspetto ergonomico, l’utilizzo da parte di persone diversamente abili dei prodotti realizzati, la definizione di un prodotto innovativo e che deve generare valore per determinate categorie di utenti. E non parliamo più solo di prodotto per arredo o di design applicato in precisi ambiti, come ad esempio lo stile per la moda, perché oggi c’è forte attenzione a tutto il mondo delle grandi opere, dell’architettura e del recupero di aree urbane e borghi abbandonati”. A livello geografico, Lerro evidenzia il ruolo che sta assumendo il sud Italia, soprattutto nella capacità di attrarre finanziamenti dal basso: “I dati della raccolta di equity crowdfunding (Osservatorio Avvocati.net AssoFintech su dati StartupsWallet.com) mostrano come nel secondo semestre 2020 siano stati raccolti oltre 6 milioni di euro per campagne legate alla sostenibilità e quasi 1,8 milioni per startup operanti in ambito arte, design e moda. E se la primo posto per progetti finanziati troviamo la Lombardia, al quarto posto compare inaspettatamente la Calabria”. Tra i case history di design per la disabilità, Lerro cita quello di Pandhora, società specializzata nello sviluppo di carrozzine per utilizzo sportivo e il cui obiettivo è arrivare a una distribuzione di massa (tramite catene di negozi per lo sport) con produzione fatta in Italia. In ambito architettonico, la stessa Entopan ha coinvolto lo studio Progetto CMR di Massimo Roj per il recupero e la ristrutturazione di una ex centrale Telecom in Calabria, destinata a ospitare il suo innovation hub. E poi c’è un fronte che Lerro definisce “gigantesco” di potenziale sviluppo ovvero il design tecnologico, dove spicca il caso di e-Novia, specializzata nella costruzione e nello sviluppo di società innovative nelle aree della robotica, intelligenza artificiale e mobilità. La sua campagna di crowdfunding avviata lo scorso anno su BacktoWork si è conclusa con il record europeo di raccolta, pari a 7,66 milioni di euro con l’ingresso come finanziatore anche di Intesa Sanpaolo, attratta dall’impostazione sostenibile e scalabile del suo modello di business. Tra i prodotti sviluppati da e-Novia compaiono una calzatura, Wahu, la cui suola è stata ideata per adattarsi alle caratteristiche del terreno, attraverso l’applicazione di speciali sensori, ma anche un veicolo, Measy, studiato per il delivery. “Proprio l’esempio di e-Novia dimostra come il crowdfunding possa essere utilizzato non tanto per una questione di raccolta fondi, perché la società in questione ha già un’importante capitalizzazione alle spalle, quanto come campagna di comunicazione e strumento per la validazione delle progettualità” precisa l’avvocato. E lo strumento del crowdfunding diventa spesso anche un modo per fare una scrematura delle case history di successo nell’ambito delle startup, molte delle quali nascono e muoiono in fretta seguendo lo schema della selezione darwiniana. “Le aziende italiane – conclude Lerro – hanno una capacità straordinaria di abbinare l’innovazione con la bellezza dei loro prodotti, distinguendosi ad esempio da quelle tedesche, abili più nella tecnologia che nel design. Il loro punto debole è l’aspetto finanziario. E la mancanza di fondi necessari per avviare progetti di crescita e scalabilità rende questi ‘gioiellini’ poco attraenti, perché finiscono per dedicarsi in automatico a progetti di nicchia e a prodotti ipercostosi. Occorre uno sguardo al mass market, occorrono volumi rilevanti e per arrivarci servono gli investitori”. La sfida è quindi riuscire ad attrarre potenziali investors attraverso efficaci campagne di comunicazione, crowdfunding compreso.
ARREDO AGLI INIZI
Analizzando le campagne crowdfunding finora vincenti e legate al mondo design/arredo, la componente di design applicato e funzionale emerge rispetto a quella di realizzazione di mobili per la casa o complementi di arredo. Tra le più significative, Giancarlo Vergine (responsabile selezione e onboarding di Crowdfundme) cita quella di Glass to Power, spin-off dell’Università Bicocca di Milano, che sviluppa pannelli fotovoltaici trasparenti utilizzando nanocristalli inseriti in lastre di plexiglass e in questo modo l’energia solare non viene ottenuta da impianti fotovoltaici di copertura, bensì dalle finestre. La campagna gestita da Crowdfundme ha ottenuto 2,25 milioni di raccolta a fronte di un obiettivo di 500mila euro e al termine della stessa è entrata in società la multinazionale De Nora come investitore istituzionale. Un altro case history di rilievo è quello di Bys Italia – Bicy Solar Street, che realizza piste ciclo-pedonali integrate con impianti di produzione di energia fotovoltaica nella pavimentazione, e ha raccolto 243mila euro per progetti specifici. Ora è in atto la campagna dedicata a Homy, startup specializzata in edifici modulari (case e prefabbricati) realizzati con materiali riciclabili e processo di produzione off-site. Nell’ambito dei materiali per l’edilizia, Vergine cita il caso di Rice House, che trasforma gli scarti della lavorazione del riso per ottenere intonaci, pannelli isolanti e altre soluzioni, rientrando a pieno titolo nell’ambito dell’economia circolare. Senza dimenticare il caso di Frescofrigo, i cui frigoriferi a uso condiviso da installare in aziende e complessi residenziali hanno ottenuto 500mila euro contro i 150mila di obiettivo. All’estero, invece, viene segnalato il caso di ScaleIt, realtà turca che è stata in grado di attrarre ingenti fondi di provenienza venture capital per il suo modello di business basato sulla soluzione ai problemi logistici delle pmi locali del comparto arredo (particolarmente attrattive dati i bassi costi di manodopera in Turchia) con tanto di creazione di una piattaforma di e-commerce. “Storicamente – racconta Vergine – il design non ha brillato per creazione di startup innovative, ma negli ultimi sei mesi sta accadendo qualcosa di diverso: c’è fermento e questo di estende dalla nascita di nuove imprese alla conversione sostenibile di quelle esistenti. In particolare, emerge il filone molto importante dell’economia circolare, con il recupero di scarti di produzione di altri settori industriali e dell’agricoltura per ottenere materiali alternativi per costruzioni e per realizzazione dei mobili e dei rivestimenti. Penso che in futuro assisteremo a tante novità”.
Dario Giudici, CEO di Mamacrowd, evidenzia il caso di PlayWood, la cui campagna nel primo semestre 2020 ha sfiorato i 300mila di raccolta, +50% rispetto all’obiettivo minimo. PlayWood ha sviluppato un sistema modulare di aggancio che consente di costruire arredi su misura per la casa e strutture temporanee per l’arredo di spazi espositivi, retail, markets e fiere. Si tratta di uno dei pochi esempi direttamente collegati al mondo dell’arredo, mentre nell’ambito del design funzionale e dei servizi immobiliari il campione di imprese che è passato attraverso il finanziamento dal basso si allarga e comprende esempi quali Acquainbrick,Rentopolis, Homeero Building e il progetto di sviluppo immobiliare Via Gallarate 311 a Milano. “In realtà – precisa Giudici – non vediamo molta innovazione in atto nel comparto arredo casa. Forse si tratta di una casualità, forse chi la propone non ha ancora valutato il ricorso al finanziamento dal basso. Ed è un peccato, perché crediamo che possa esserci un buon terreno su cui lavorare”. Sulle possibilità di successo di una startup, Giudici si esprime così: “L’elemento chiave è il livello di preparazione dei fondatori e del team. Le altre variabili che entrano in gioco sono la tecnologia, il mercato di riferimento, la capacità di competere e di attrarre risorse. E la storia delle startup italiana è ricca di esempi di aziende ben impostate ma che non riuscivano ad attrarre gli investitori. Spesso, a mancare è un elemento fondamentale come la chiarezza del modello di business. Le startup devono saper comunicare bene quel che fanno, magari arrivando a una semplificazione estrema dei concetti, ma riuscendo a trasmettere in maniera efficace al mercato la propria mission. Così facendo, il riscontro diventa immediato”.
di Andrea Guolo