In questo momento di crisi causato dall’emergenza Coronavirus, Natuzzi annuncia il suo impegno rispondendo alle crescenti necessità di dispositivi di protezione e avvia la produzione di mascherine chirurgiche nello stabilimento di Ginosa (TA).
La mascherina chirurgica Natuzzi è un dispositivo medico efficace per il contenimento del virus, caratterizzato da una capacità di filtraggio dei batteri del 99,7% e da un’ottima traspirabilità. Queste caratteristiche lo rendono, quindi, un prodotto valido sia per il personale medico-sanitario, sia per la popolazione.
In meno di tre settimane Natuzzi ha superato i test previsti dalle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità ed ha ampliato l’offerta produttiva, adattando macchinari e competenze. Le postazioni tradizionalmente preposte al taglio e alla cucitura dei rivestimenti degli imbottiti sono state trasformate in postazioni per taglio, cucitura e confezionamento di mascherine, realizzate con un materiale filtrante composito che assicura il massimo della protezione e del comfort a contatto con la pelle. Ai macchinari già presenti in stabilimento è stato aggiunto quello per la sanificazione finale, mentre l’ambiente di lavoro è stato adeguato alle normative vigenti dotando gli operatori, dei dispositivi di sicurezza necessari a ridurre il più possibile le aree di contaminazione.
“Abbiamo risposto immediatamente all’appello lanciato dalla task force Coronavirus della Regione Puglia, mettendo a disposizione il nostro know-how e la nostra forza produttiva a servizio di una causa così importante”, dichiara Pasquale Junior Natuzzi, Chief Creative & Marketing Officer. “Il forte legame con la Puglia, che contraddistingue da sempre in modo così profondo il nostro DNA, fa sì che sia naturale per noi venire incontro a un’esigenza così stringente del territorio a cui apparteniamo. La nostra terra ci ha dato tanto, ci ispira ogni giorno ed è quasi un dovere per noi restituirle, per quanto possiamo e secondo le nostre capacità, l’energia che ci ha permesso di diventare un marchio globale”.
L’azienda ha avviato un primo ciclo produttivo di alcune migliaia di mascherine al giorno che sarà destinato al fabbisogno interno aziendale ed in parte sarà devoluto ai presidi Ospedalieri, alla protezione civile ed alle forze dell’ordine che operano sul territorio.
La riapertura, seppur a ranghi ridotti con circa 100 dipendenti gestiti con tutti gli standard di sicurezza, è funzionale anche alla realizzazione dei nuovi modelli (quasi 600 prototipi) che verranno esposti alla fiera di Shanghai, e quindi destinati al mercato estero.
In Cina, intanto, Natuzzi sta riavviando tutte le linee produttive.