L’ADI Design Museum aprirà al pubblico a fine giugno 2020: lo ha annunciato durante una conferenza stampa il presidente Luciano Galimberti, insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al presidente della Fondazione ADI Umberto Cambini. Il nuovo spazio avrà una superficie espositiva di 2.400 metri quadrati, cui si aggiungono 600 metri quadrati destinati ai servizi (foyer, caffetteria, bookshop), circa 1.500 metri quadrati di magazzini e circa 500 metri quadrati di uffici, dove ADI trasferirà nei prossimi mesi la sua sede.
Ricavato dalla ristrutturazione di un edificio di archeologia industriale del Novecento – ex deposito dei tram milanesi e successivamente impianto di distribuzione elettrica dell’Enel – in via Ceresio 7, è stato progettato dallo studio Migliore+Servetto Architects e da Italo Lupi, che ne ha disegnato anche la brand identity. Un’operazione fortemente voluta dal Comune di Milano, che ha investito 6,5 milioni di euro (altri 2 milioni sono stati messi da ADI) perché la storica Associazione del Disegno Industriale potesse finalmente diventare una sede museale.
Il 18 aprile il nuovo spazio, la cui apertura al pubblico è prevista per il giugno 2020, ospiterà la cerimonia di premiazione del XXVI Compasso d’Oro. Una data scelta in accordo con il Salone del Mobile di Milano e che, idealmente, inaugurerà la Design Week 2020.
È stato presentato anche il logotipo – creato da Ico Migliore, Mara Servetto (Migliore+Servetto Architects) e Italo Lupi – che distinguerà tutte le attività del nuovo museo: un polo culturale che vuole presentare il design al grande pubblico come il risultato della collaborazione di successo tra la creatività dei progettisti e l’intelligenza produttiva delle aziende. Per Milano è un momento importante per sancire ancora una volta il proprio ruolo di leadership culturale nell’ambito del disegno industriale. Se la Triennale è un luogo celebrativo, dedicato ai grandi nomi internazionali, la nuova sede dell’ADI sarà invece focalizzata alla divulgazione e all’approfondimento del design come parte della cultura progettuale in cui siamo immersi quotidianamente.
Un ristorante, un bar, un foyer e una grande galleria vetrata saranno gli spazi più visibili e spettacolari di una grande operazione di rigenerazione urbana. In via Ceresio saranno conservati e esposti a rotazione anche i 3mila pezzi della collezione del Compasso d’Oro, oltre a un laboratorio di restauro e agli uffici. Massimo riserbo sulla natura del progetto espositivo, ma Galimberti ha dichiarato che: “Il cantiere che vedete oggi è un luogo che mette la città in relazione con il sistema internazionale. È quindi doveroso cambiare il linguaggio che usiamo per raccontare l’eccellenza industriale e progettuale”. Il museo rappresenterà imprenditori, distretti, filiere, tradizioni manifatturiere, continua il presidente ADI. “Comunichiamo dei valori complessi, non solo la parte estetica del progetto. Abbiamo la responsabilità di divulgare storia, società e economia convergendo in una narrazione forte e culturalmente significativa”.
Giuseppe Sala ha sottolineato l’importanza del ruolo divulgativo e di rappresentanza dell’ADI Design Museum, parte di un sistema che include anche la moda, il food e l’arte come eccellenze nazionali. “Milano ospita 10mila turisti all’anno. Una cifra impensabile fino a pochi anni fa. Questo spazio, che è frutto di un modo tipicamente milanese di creare collaborazione e apertura, fa compiere un salto immenso al design italiano nel mondo”.