Alessi, storica azienda italiana produttrice di oggetti di design per la casa, prosegue la riorganizzazione strutturale dell’azienda, parte del progetto di rilancio avviato dieci anni fa e che sta portando nelle ultime ore a una decisione importante che la società sta valutando con i sindacati Cgil, Cisl e Uil: la necessità di ridurre di circa 80 unità il personale dello stabilimento di Crusinallo (Omegna, in Piemonte) coinvolgendo diversi reparti, decisione già riconosciuta dai sindacati come inevitabile. Il nodo è ora sulle modalità di fuoriuscita degli 80 dipendenti dal gruppo. La richiesta sul tavolo dei sindacati è di cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale gestibile in dieci mesi se individuati i giusti ammortizzatori sociali.
L’AD di Alessi pensa al rilancio
I vertici dell’azienda hanno presentato un piano che punta al rilancio industriale e passa dalla riduzione strutturale del personale e dall’ingresso di un socio. “La logica della ristrutturazione – ha spiegato Marco Pozzo, amministratore delegato di Alessi, a Pambianco Design – è legata alla necessità di aggiornamento dell’approccio distributivo orientandolo maggiormente all’online unica via per dare visibilità e accessibilità alle innumerevoli proposte di prodotto del brand impossibile attraverso i negozi fisici. Basti pensare che negli ultimi 10 anni il fatturato in Italia si è dimezzato portandoci a chiudere 140 spazi distributivi nel 2018, mantenendo però attivi i 6 monomarca Alessi, mentre i ricavi totali si sono ridotti da 80 milioni di euro a 60 milioni. Un modello di business che guarda, quindi, a nuovi canali che permettano di raggiungere nuove aree geografiche e molti più consumatori che in passato aprendosi a nuovi mercati esteri”.
La volontà dell’azienda è di studiare sui singoli dipendenti in esubero (circa 80 sui 312 totali, non ancora identificati con nome e cognome) delle forme di ammortizzatori sociali ad hoc. “Verso metà febbraio dovrebbe partire la cassa integrazione – prosegue Pozzo -, la nostra intenzione è di non lasciare soli i dipendenti in esubero ma di affiancarli nel processo, perché la nostra è una realtà di medie dimensioni e ci conosciamo personalmente da tanti anni. Sappiamo bene come riorganizzarci, la solidarietà non sarà una soluzione”. Il 13 febbraio è, inoltre, già fissato un incontro in Regione Piemonte.
Alessi ha già individuato un potenziale investitore britannico con il quale sono in corso trattative molto avanzate. “Forse già nelle prossime settimane annunceremo la firma dell’accordo”, afferma l’AD.
Si terrà oggi stesso un ulteriore incontro con i sindacati. Intanto, la certezza è che Alessi non delocalizzerà né chiuderà lo stabilimento di Omegna.