L’italia è uno tra i maggiori produttori di illuminazione ma non un consumatore forte. Per stefano bordone, presidente di assoluce, occorre che il settore sia considerato un investimento.
Lo scenario attorno al mercato della luce sembra più che brillante. Secondo un recente rapporto della società americana Zion Market Research, realizzato su scala globale in riferimento all’evoluzione del mercato dell’illuminazione dal 2016 al 2022, le tendenze mostrano un momento di crescita generale (+13% nel triennio dal 2017 al 2022) che dovrebbe raggiungere circa 54 miliardi di dollari americani allo scadere del periodo. Un futuro roseo quindi per un settore difficile e lasciato in disparte rispetto al mobile. Ma se questo è lo scenario globale, qual è la situazione in Italia? Lungo lo Stivale, è piuttosto recente (si tratta del 1997) la costituzione di Assoluce, l’associazione di settore istituita all’interno della molto più ampia FederlegnoArredo, che raccoglie 160 aziende produttrici di apparecchi d’illuminazione.
Anche per l’Italia le proiezioni sul settore sembrano più che positive nonostante il mercato interno sia meno frizzante. “Dopo un 2017 che ha registrato una crescita complessiva pari a 2,2 miliardi di euro di fatturato e un balzo dell’export al +5% – spiega a Pambianco Design il presidente di Assoluce, Stefano Bordone, al suo secondo mandato – sono sicuro che il 2018 sarà l’anno della ripresa. Secondo le rilevazioni periodiche realizzate tra le aziende associate dal Centro Studi FederlegnoArredo, nell’anno in corso il sentimento è positivo: il 62% delle imprese prevede una chiusura dell’anno con segno ‘più’ in Italia, percentuale che sale addirittura all’82% per le vendite all’estero, soprattutto Francia, Germania e Stati Uniti, diventate l’elemento vincente per le imprese del sistema illuminazione”. Si confermano, comunque, le sfide prospettiche del sistema. Anche nel settore luce, l’Italia ha un ruolo di prim’ordine. Esclusi alcuni esempi con fatturati importanti, in prevalenza si tratta di piccole e medie aziende. L’Italia è un importante produttore di apparecchi di illuminazione, ma non un consumatore altrettanto forte: nel 2017 i dati hanno rivelato solo +0,5% di vendite nostrane contro +5% all’estero. Questo significa che le aziende si aspettano di crescere e affermarsi, ma senza investimenti la strada è più lunga. Per alcune delle associate di Assoluce, peraltro, l’internazionalizzazione è più complicata perché presuppone fondi e competenze nuove per attaccare un mercato che si fa sempre più globale e veloce. Di conseguenza, una esigenza del settore, riprende Bordone, è quella di creare cultura: “Facciamo molta formazione perché riteniamo che sia un passaggio fondamentale. Non dimentichiamo, infatti, che il settore illuminazione è quello che investe maggiori risorse in Ricerca & Sviluppo, una tendenza diffusa che riguarda soprattutto le applicazioni funzionali ed estetiche dei sistemi d’illuminazione e che consente alle nostre aziende di essere sempre più competitive sui mercati mondiali grazie a un monitoraggio costante dell’evoluzione degli scenari internazionali”. Ma il comparto ‘luce’ ha bisogno di non muoversi isolato, cioè ha necessità di “essere riconosciuto come un investimento, – conclude il presidente di Assoluce – soprattutto da parte degli imprenditori, dai committenti del mondo dell’edilizia e anche dagli studi d’architettura”.
di Costanza Rinaldi