Calligarsi chiude il 2016 con 116,6 milioni di euro di ricavi (+2% sul 2015) e un Ebitda di 18,4 milioni. Cresce la quota export, che raggiunge il 70% del fatturato. I risultati del gruppo hanno continuato ad essere influenzati da una domanda interna ancora debole, mentre le esportazioni hanno manifestato una dinamica più positiva in Europa (+6,4%). ). La forte crescita della marginalità (l’Ebitda percentuale è passato dal 13,5% al 15,8%) ha premiato la policy aziendale orientata al contenimento dei costi di struttura e verso un portafoglio clienti più redditizio.
A fine luglio 2016 la società ha posto in essere una strategia di brand segmentation lanciando una linea di prodotti contraddistinti dal marchio “Connubia by Calligaris”, ideata per i retailer multimarca e dedicata ai ‘fondamentali’ della produzione Calligaris: tavoli e sedie, portati al massimo livello di profondità di gamma. Con il lancio di Connubia, introdotta in tutti i mercati ove Calligaris è presente, il Gruppo continua nel suo obiettivo di tutelare maggiormente la distribuzione selettiva del marchio Calligaris e di perfezionare le strategie di prodotto e di comunicazione dei due marchi con l’obiettivo di completare il processo di ri-posizionamento di tutta l’offerta del Gruppo.
“L’obiettivo da perseguire per un’azienda che vuole crescere è l’internazionalizzazione – dichiara Alessandro Calligaris, presidente del Gruppo – e i nostri sforzi si stanno concentrando soprattutto su store monomarca e su spazi allestiti a marchio Calligaris. Vogliamo omogeneizzare l’immagine del nostro marchio in tutti i Paesi in cui siamo presenti, circa 100. La crescita della rete retail ha seguito negli ultimi anni un programma fitto di nuove aperture, che prosegue anche in questo inizio del 2017 con le aperture in febbraio del terzo store di New York a Manhattan/Soho, in marzo di Marbella e poi di Tunisi a cui ne seguiranno una a Vancouver (Canada), una a Long Island (NY), una nel Mall Tyson’s Corner vicino a Washington, dove dal 2014 è già presente uno store a Georgetown, e poi quattro aperture in Cina”.